Sono passati sette anni dal Triplete del Barcellona con Luis Enrique in panchina, ma sembra un’eternità. Dopo quella stagione perfetta, le cose al Camp Nou sono cominciate ad andare male. Acquisti costosissimi e sbagliati, campioni non rimpiazzati correttamente e una gestione economica che alla fine ha presentato il conto, portando al sacrificio supremo, il mancato rinnovo di Lionel Messi.
Le ultime stagioni, quelle che hanno seguito l’esonero di Valverde (che pure nel caos male non aveva fatto), sono state uno psicodramma collettivo. Prima la breve era Setien, con l’8-2 rimediato dal Bayern Monaco in Champions League, altroché Barcellona Real Madrid 11 a 0, poi l’anno e mezzo con alla guida Rambo Koeman, che tra una polemica e l’altra alla fine non ha saputo guidare la squadra come gli chiedevano il club e i tifosi. Dunque, al nuovo-vecchio presidente Joan Laporta non è rimasta che un’opzione: affidarsi a un grande ex.
I punti fermi del nuovo Barcellona
Gli obiettivi del Barca sul mercato
La leggenda Xavi in blaugrana
L’ex in questione è Xavier Hernández i Creus, che però il mondo del calcio conosce molto meglio come Xavi. Il classe 1980 ha scritto la storia del Barcellona e della nazionale da calciatore, visto che era il regista dei blaugrana e delle Furie Rosse che hanno vinto tutto quello che si poteva vincere.
Prima con Rijkaard, poi con Guardiola e Luis Enrique, le geometrie catalane passavano immancabilmente tra i suoi piedi. E non sembra un caso che il declino del Barcellona sia cominciato dopo il suo addio, nel 2015, per un finale di stagione nel Golfo Persico.
Da quelle parti, all’Al-Sadd, Xavi ha anche cominciato ad allenare, crescendo nel solco tracciato prima di Cruijff, che guidava i blaugrana mentre lui giocava nelle giovanili, e poi dall’ex compagno di squadra ed ex tecnico Guardiola.
In Qatar per lui sono arrivati ottimi risultati: un campionato vinto e una buona manciata di coppe nazionali, tanto per far capire che il metronomo di Terrassa sa far bene anche in panchina.
Dunque, era solo questione di tempo prima che Xavi si sedesse su quella del Barcellona, anche considerando che era l’allenatore preferito di quasi tutti i candidati alle ultime elezioni per la presidenza del club. Ma Laporta ha accorciato decisamente le tempistiche e come previsto dalle quote delle scommesse ha deciso di esonerare Koeman, che comunque sarebbe andato via a fine stagione al termine del suo contratto, per cominciare l’era Xavi con qualche mese di anticipo.
L’era Xavi
I risultati stagionali non sono però stati ottimi: nella Liga i blaugrana hanno chiuso al secondo posto, togliendosi anche la soddisfazione di rifilare uno 0-4 a domicilio al Real campione di Spagna, mentre l’eliminazione in Europa League per mano dell’Eintracht di Francoforte è stata un bruttissimo colpo.
La squadra finora è andata a corrente alternata, ma se si parla di progetto meglio dare all’ex centrocampista del tempo, perché i problemi di questo Barcellona non si possono risolvere con un tocco di bacchetta magica.
Dunque, come può Xavi creare un Barcellona a sua immagine e somiglianza? Prendendo ovviamente ispirazione da quella che è la sua storia da calciatore, sia per i maestri in panchina che per la gestione della rosa. Da questo punto di vista, la crisi economica che ha colpito i blaugrana è arrivata in un momento che è perlomeno abbastanza positivo.
Uno dei problemi delle ultime stagioni è stato il mercato totalmente schizofrenico del club, che ha portato ad acquisti costosissimi e fallimentari (Coutinho e Griezmann su tutti), unito a un certo disinteresse per la Masia, che ha prodotto pochi calciatori di livello.
Memore dei suoi inizi e della sua generazione, quella dei Puyol e degli Iniesta, Xavi ha però subito deciso di dare fiducia incondizionata ad alcuni dei ragazzi delle giovanili. Ed è anche stato fortunato, perché la nidiata più recente offre materiale che può decisamente essere utile alla causa…
I gioielli della Masia
I tre nuovi gioielli della Masia sono senza dubbio alcuno Ansu Fati, Gavi e Nico Gonzalez. Il numero 10, a cui è stata affidata la pesantissima eredità di Messi, è il più celebre, nonché quello che ha esordito prima. Per lui parlano i record di precocità e la fiducia del club, che gli ha rinnovato il contratto con clausola rescissoria da 1 miliardo.
Preoccupano però i continui infortuni, con un problema cronico al ginocchio che lo ho costretto a parecchi stop. A centrocampo, un reparto su cui Xavi conta molto, le chiavi del gioco sono nei piedi di Gavi, un classe 2004 che a inizio stagione non era neanche in rosa e che ora è già imprescindibile nonostante la giovanissima età: suo per le scommesse calcio il gol più giovane di sempre contro la Repubblica Ceca!
E poi c’è il figlio d’arte Nico Gonzalez, erede di Fran, stella del SuperDepor di inizio millennio, uno che può giocare sia al centro della mediana che davanti alla difesa e che a Xavi può decisamente ricordare qualcuno.
I punti fermi del nuovo Barcellona
Come certamente Pedri gli ricorda il suo amico ed ex compagno di squadra Iniesta. L’ex calciatore del Las Palmas non è un prodotto della Masia, ma certamente è una delle stelle da cui dovrà ripartire Xavi nella rifondazione del suo Barcellona.
Gli altri punti fermi della rivoluzione giovane sono Eric Garcia, Ronald Araujo e Ferran Torres. Quest’ultimo è l’unico a non avere un passato nelle giovanili del club, ma su di lui ci mettono la mano sul fuoco Guardiola, che lo ha voluto al Manchester City, e soprattutto Luis Enrique, che non solo lo ha reso protagonista assoluto in nazionale, ma è anche…il suo futuro suocero.
I due difensori invece hanno appreso il mestiere guardando Piquè e Garcia lo ha persino imitato, visto che è prima volato a Manchester da Pep per poi tornare in blaugrana. L’uruguaiano invece è arrivato nel 2018 in Spagna ed è cresciuto al punto da togliere il posto a colleghi più celebri e più costosi come Lenglet.
Gli obiettivi del Barca sul mercato
Non di sola gioventù però è fatto il Barça di Xavi. Lo spagnolo sa bene come avere in rosa dei veterani sia fondamentale per la crescita dei giovani.
Da questo punto di vista possono aiutarlo tranquillamente il già menzionato Piquè, ma anche Sergio Busquets, Jordi Alba, Ter Stegen e Dani Alves, tornato per dare una mano all’unico club della sua carriera che gli abbia davvero rubato il cuore.
Non mancano anche calciatori di esperienza non direttamente legati a doppio filo al Barcellona, come Aubameyang o Depay, a cui, se il Bayern non si oppone, potrebbe aggiungersi presto anche Lewandowski. Per il gioco proposto, infine, difficile immaginare qualcosa di diverso dal 4-3-3 posizionale che a Barcellona si utilizza praticamente dai tempi di Cruijff.
E ora che è terminata la prima mezza stagione, sta a Xavi sfruttare l’estate per trovare sul mercato giocatori adatti alla sua idea di calcio e per preparare a dovere il suo primo vero Barcellona che dovrà essere protagonista anche in Champions per i pronostici calcio domani misti. Non è un lavoro semplice, ma qualcuno…deve pur farlo!
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.