Quanto cambia il ruolo di dirigente sportivo tra il mondo americano e quello europeo? Le tante differenze che ci sono dal punto di vista regolamentare di fatto creano due lavori diversi, ciascuno con le sue peculiarità.
Il dirigente sportivo europeo infatti deve avere conoscenze totalmente diverse da quello americano: la principale differenza sta nel budget a disposizione delle varie squadre, variabile in Europa e “fisso” invece negli USA. Nel mondo americano ogni squadra professionistica ha un limite di spesa che non può superare, in base a un Salary Cap più o meno rigido.
L’unico limite che si trova in Europa è invece il Financial Fair Play introdotto da qualche anno dalla UEFA. Un paletto che, comunque, è condizionato al fatturato di ogni società creando, se possibile, ancor più distacco tra le varie società. L’altra sostanziale differenza è legata al fatto che in Europa è possibile acquistare il cartellino di ogni singolo giocatore, con un'offerta economica. Condizione che non esiste negli USA, dove una franchigia può acquistare i diritti di un giocatore già presente nella relativa lega solo in due modi: o tramite scambio o al termine del suo contratto.
Oltre a questo, un dirigente americano deve saper individuare i giovani talenti sfruttando ogni anno il Draft e le scelte a disposizione di ogni franchigia.
Le differenze di budget
Come gestire il budget a propria disposizione? In Europa si devono valutare il monte ingaggi e il budget da investire nel mercato, oltre alla capacità di vendere giocatori. Saper cedere gli esuberi è una delle principali priorità di un direttore sportivo in Europa. La possibilità, invece, di “tagliare” un giocatore considerato in esubero rende più semplice il lavoro per i dirigenti americani, che però devono muoversi in un mondo molto più equilibrato.
In una lega, ad esempio, con 30 squadre che hanno a disposizione lo stesso budget, saper emergere per un General Manager navigato come Danny Ainge è molto più complicato che in un campionato dove ognuno spende più o meno quanto vuole, come Txiki Begiristain al City. Serve più coraggio in America perché quando si offre un contratto al massimo salariale, si decide di scommettere il futuro della franchigia per i prossimi 3-4 anni su un singolo giocatore e difficilmente si può tornare indietro!
Bisogna saper scegliere la stella giusta, saperla convincere e costruire intorno a essa una squadra competitiva, riducendo la spesa per costruire il roster. Si devono fare le scelte giuste al Draft, specialmente quando si è reduci da una stagione negativa e si ha a disposizione una delle prime scelte assolute. Il rischio di passare da un giocatore franchigia a un vero e proprio flop è dietro l’angolo, e una chiamata sbagliata può condizionare l’intera carriera di un dirigente.
Dall’altra parte però un General Manager americano ha una grande libertà di movimento, porta avanti il suo progetto con pochissime interferenze provenienti dalla proprietà. Discorso ben diverso in Europa, dove specialmente in Italia i proprietari vogliono prendere decisioni mettendo in secondo piano le idee degli stessi dirigenti.
Le differenze del mercato
Se il ruolo del dirigente sportivo americano presenta molte più trappole nel cammino, c’è da sottolineare una fondamentale differenza che c’è rispetto allo sport europeo. Il mercato infatti in America è ben diverso e, oltre alla mancanza della cessione dei cartellini dei giocatori, un’altra grossa differenza è legata alla finestra del mercato stesso. In Europa ci sono due finestre, una estiva a stagione ancora non iniziata e una a metà anno che viene definita di riparazione.
In America invece il mercato rimane aperto fino a metà stagione, permettendo così a ogni dirigente di porre rimedio ad eventuali errori di programmazione o addirittura ribaltare completamente un progetto. La possibilità di acquisire un giocatore può risultare decisiva per il titolo, dopo aver iniziato alla grande la stagione. Oppure sacrificare un giocatore di alto livello in scadenza, cedendolo per ottenere scelte di alto profilo al Draft dopo aver iniziato male l’annata.
Tutte dinamiche che non si sviluppano in Europa dove, ad eccezione di alcuni casi straordinari, le rose di inizio stagione difficilmente vengono stravolte o semplicemente modificate durante l’annata sportiva.
La struttura rigida del tetto salariale, del Draft e il non poter aumentare il budget per il proprio mercato costringe ogni dirigente sportivo in America ad avere una visione pluriennale del suo progetto, spesso arrivando a sacrificare alcuni campioni pur di rispettare una sostenibilità tecnica ed economica per gli anni successivi; così le quote antepost elaborate da 888sport per la vittoria finale saranno sostanzialmente più equilibrate rispetto a quelle, ad esempio, di Serie A e Premier!
In Europa, ribadiamo, l’unico vincolo è il bilancio di fine stagione e la necessità di trovare eventuali plusvalenze nel mercato estivo. Un'eccezione forse la si registra nel calcio, dove con il Financial Fair Play diverse squadre si ritrovano costrette a cedere i loro campioni per far quadrare i conti.
*Le immagini dell'articolo, entrambe distribuite da AP Photo, sono di Elise Amendola e Manu Fernandez.