Da qualche mese anche i club della Serie A stanno organizzando le loro squadre, con tanto di gironi eliminatori e Final Eight conclusiva. Abbiamo intervistato Giorgio Guglielmino, uno dei maggiori esperti in materia.
“Sono proprietario e presidente di due team: Hexon Esports ed Esports Empire - afferma - abbiamo 16 players tra Pes e FIFA, nell’altro team abbiamo sotto contratto altri 32 players che competono in altri giochi”.
Mi parli del rapporto nato con la Fiorentina?
“Con Hexon da 4 mesi è nata una partnership con il loro club. Come società esterna, noi ci occuperemo della gestione del progetto Esports del club. I giocatori della Fiorentina sono calciatori sotto contratto con Hexon, altri sono venuti fuori dal draft, ed erano stati selezionati altri due players che avrebbero dovuto partecipare al campionato di serie A che sarebbe dovuto partire in questo periodo”.
Il campionato è un progetto in rampa di lancio.
“La Serie A al momento è stata posticipata a data da destinarsi. Tutte le squadre italiane hanno aderito al torneo tranne Juventus (ha un’esclusiva con Konami), Napoli e Brescia. Il vero format partirà il prossimo anno. Questo torneo prevedeva 4 gironi - sia lato FIFA che lato PES - erano già stati fatti gli accoppiamenti con un sorteggio a Milano. Dopo la fase a gironi ci sarebbe dovuta essere una fase a eliminazione, e una Final Eight già programmata a Milano.
Tutti gli incontri sarebbero stati in modalità “live”. Il progetto finale è quello di creare in duplice copia il campionato di Serie A su consolle, ma tutto questo partirà soltanto il prossimo anno. Ogni torneo Esports di livello internazionale viene organizzato in modalità live, mentre oggi il gioco si sta sviluppando fondamentalmente on line, con un giocatore che sfida l’avversario che sta dall’altra parte del mondo”.
Qual è l’obiettivo degli Esports?
"L’auspicio è quello di creare una comunity, considerando che il settore attualmente abbraccia numeri importantissimi. All’estero gli Esports è già un movimento mostruoso: Psg, Manchester City, Real Madrid hanno già delle strutture all’interno dei loro centri sportivi. L’Esports all’estero è riconosciuto ufficialmente, in Italia questo non è ancora accaduto, ma presto accadrà perché dietro c’è un business infinito fatto di sponsor, di prodotti e di eventi”.
Ma i players hanno dei ricavi?
“I giocatori più importanti vengono stipendiati, non stiamo parlando di ragazzini che stanno davanti alla consolle, ma di veri e propri professionisti. Dietro c’è una struttura e un’organizzazione incredibile che non ha nulla da togliere a una squadra classica. Tanti sponsor si stanno avvicinando, ho visto in questi giorni che anche le scommesse sportive si stanno accorgendo di questo comparto: all’estero - in Inghilterra - scommettere sugli Esports è la normalità. In Italia è ancora un territorio quasi inesplorato e sarà interessante scommettere sulla A”.
In quali Nazioni gli Esports sono maggiormente diffusi?
"I Paesi maggiormente all’avanguardia sono Stati Uniti e l’Inghilterra, anche se negli States il calcio non è un gioco molto affermato. In Europa, sulla parte calcistica, l’Olanda è sicuramente il primo paese continentale. Lo stesso Ruud Gullit ha un team di Esports, e altri personaggi stanno investendo”.
Qual è l’impatto economico su squadre e calciatori?
Escludendo le squadre di calcio, oggi il team che ha il valore più alto è di 2,5 milioni di euro. Ma ce ne sono ancora pochi. Il movimento economico complessivo non è facile da determinare, in Italia vengono vendute 1,4 milioni di copie di FIFA, ma il business non è solo quello. I players qui in Italia possono arrivare a guadagnare anche duemila euro al mese mentre in Inghilterra, il player più importante del Manchester City ha già uno stipendio di 20 mila euro al mese. Dietro c’è un movimento che più abbracciare un’infinità di aspetti.
Che margini di sviluppo avranno in Italia gli Esports?
"Avranno margini importanti, gli Esports hanno un valore da far crescere nel tempo. Nel nostro Paese c’è una fetta importante di persone che gioca, che non riguarda soltanto la fascia 6-17 anni, ma abbraccia la fascia che va dai 20 ai 40 anni, e che è la più congrua. Mediamente in Italia ci sono 65-70 mila persone che ogni sera guardano la partite di FIFA dei players professionisti su Twitch, la piattaforma video per e-sport più famosa del mondo. Questo è un pianeta ancora inesplorato che fra poco avrà grandi numeri”.
*L'immagine di apertura è di Gregorio Borgia (AP Photo).