Fare l’allenatore di club e in nazionale non è esattamente la stessa cosa. E a dimostrarlo c’è una statistica molto semplice: sono solo in due i tecnici che sono stati in grado di vincere il massimo alloro a livello europeo per club, ovvero la Champions League, e poi portare la loro nazionale a sollevare anche la Coppa del Mondo. E uno dei due è italiano.
Si parla di Marcello Lippi, che condivide questo primato con il Marchese Vicente del Bosque, e che nella sua carriera ha stabilito una serie di record che lo rendono uno degli allenatori più importanti del calcio italiano e non solo, con un palmares che parla di 19 titoli, tra cui 8 campionati nazionali, due Champions League in due continenti diversi e ovviamente lo straordinario Mondiale vinto nel 2006 con l'Italia, assolutamente partita sfavorita per le scommesse calcio in semifinale davanti ai padroni di casa e a Berlino contro Zidane.
Lippi bandiera della Samp
Lippi nasce a Viareggio nel 1948 e, dopo una lunga militanza nelle giovanili della squadra della sua città, lega la sua carriera da calciatore alla Sampdoria, di cui è difensore per tutti gli anni Settanta, indossando anche la fascia da capitano dei blucerchiati.
Al termine della sua carriera torna in Toscana, prima per contribuire alla promozione della Pistoiese in Serie A nella stagione 1979/80, per poi appendere gli scarpini al chiodo alla Lucchese nel 1982. Neanche il tempo di ritirarsi da calciatore che subito Lippi trova la sua vocazione, quella della panchina.
Quanta gavetta in panchina per Lippi
Le prime esperienze sono alla Sampdoria da allenatore delle giovanili, mentre il primo club che gli affida la prima squadra è il Pontedera. Dopo una serie di esperienze nella sua Toscana tra C1 e C2 (Siena, Pistoiese e Carrarese), il grande salto arriva per volontà di Edmeo Lugaresi, presidente del Cesena, che lo porta all’esordio da tecnico in Serie A.
Dopo una buona stagione, conclusa con la salvezza dei bianconeri, in quella successiva Lippi viene esonerato e nell’annata 1991/92 torna da un’altra ex squadra, la Lucchese, per un buon campionato di B.
Ma che il tecnico viareggino sia fatto per il calcio dei grandi lo si è capito e infatti nell’estate 1992/93 viene ingaggiato dall’Atalanta, con cui raggiunge un buon ottavo posto. Nella stagione successiva è a Napoli, portando una squadra partenopea in piena rifondazione post-maradoniana ad arrivare sesta.
Nei primi due anni, Lippi vince Scudo e Champions
Questi risultati sono abbastanza per attirare l’attenzione della Juventus, appena passata dalla gestione di Giampiero Boniperti a quella della Triade (Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Roberto Bettega), che sta cercando l’erede di Giovanni Trapattoni. Lippi diventa allenatore bianconero nell’estate 1994 e prende in mano una squadra con parecchi volti nuovi, tra cui Paulo Sousa, Didier Deschamps e Ciro Ferrara, arrivato anche lui dal Napoli.
È un successo immediato, perché la Signora non solo si aggiudica il campionato, ma anche la Coppa Italia. Ma si può fare persino meglio, perché nella stagione successiva i bianconeri arrivano secondi dietro al Milan di Fabio Capello, ma in compenso portano a casa la Supercoppa Italiana e al loro esordio nel nuovo format della Champions League vincono il trofeo, il secondo nella storia della Juventus, battendo l’Ajax in finale ai calci di rigore nella cornice dello stadio Olimpico di Roma.
L’annata 1996/97 vede ai nastri di partenza una squadra bianconera eccezionale, con Del Piero ormai stella e una rosa arricchita dagli arrivi di Bobo Vieri, Zinedine Zidane e Alen Boksic. Quella Juventus si aggiudica il secondo titolo dell’era Lippi, mettendo in bacheca anche la Supercoppa Europea e la Coppa Intercontinentale, sfiorando un’altra Champions nella finale persa contro il Borussia Dortmund.
Ormai i bianconeri sono una macchina inarrestabile e la stagione 1997/98 si chiude con un altro titolo di campioni d’Italia (vinto in una lotta piena di veleni con l’Inter del Fenomeno Ronaldo), il trionfo in Supercoppa Italiana e un’altra finale di Champions persa, stavolta contro il Real Madrid.
Con Zidane campione del mondo e futuro Pallone d’Oro, Del Piero in forma smagliante, la quinta stagione di Lippi alla Juventus inizia con i migliori auspici, ma termina con le dimissioni del tecnico, che comunque era in scadenza di contratto e già aveva fatto capire che avrebbe lasciato Torino per accasarsi all’Inter.
I 13 mesi di Marcello Lippi all'Inter
E infatti nell’estate 1999 il viareggino è alla Pinetina, per guidare una squadra che ha in rosa non solo il Fenomeno, ma anche altri campioni come Bobo Vieri, Javier Zanetti e Roberto Baggio. Ma l’esperienza non è trionfale come si potrebbe pensare.
La prima stagione in nerazzurro termina con un deludente quarto posto, mentre la seconda finisce poche settimane dopo l’inizio, con l’esonero da parte di Massimo Moratti dopo un clamoroso sfogo in seguito alla sconfitta nella prima giornata di campionato, all’eliminazione da parte dell’Helsingborg nei preliminari di Champions e alla finale di Supercoppa persa contro la Lazio.
Lippi ha vinto 5 scudetti con la Juve
Meglio tornare dove si è stati bene, ovvero alla Juventus, che nel 2001 lo riaccoglie dopo la breve era Carlo Ancelotti. E Lippi riprende da dove aveva lasciato, centrando immediatamente il titolo ai danni dell’Inter di Cuper nella stagione 2001/02 e confermandosi in quella successiva, impreziosita dalla vittoria in Supercoppa Italiana, ma ricordata anche per l’ennesima sconfitta in finale di Champions, stavolta contro il Milan proprio di Ancelotti, ai rigori a Manchester.
Il secondo addio ai bianconeri, anche stavolta preannunciato, arriva nella primavera 2004, dopo una stagione in cui la Juventus vince la Supercoppa, ma non fa il tris in campionato. La doppia, lunga esperienza bianconera di Lippi si chiude dunque con 5 campionati italiani, una Coppa Italia, quattro Supercoppe Italiane, una Champions League, una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinentale.
Lippi leader della Nazionale
Ed è quasi logico che un tecnico così vincente prenda le redini della nazionale. Il viareggino succede di nuovo al Trap e ottiene immediatamente la qualificazione ai Mondiali del 2006, vincendo il girone.
In Germania l’Italia si laurea per la quarta volta campione del mondo, in seguito alla vittoria in finale, come sottolineato in premessa da outsiders per le scommesse, ai calci di rigore contro la Francia, con Lippi che diventa così il primo allenatore a portare a casa il double Champions-Mondiali. Dopo il trionfo Berlino Lippi lascia l’incarico, per poi tornare CT nel 2008, dopo l’esonero di Roberto Donadoni.
Gli Azzurri si qualificano ai Mondiali 2010 in Sudafrica, ma in seguito all'eliminazione al primo turno nel girone con Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia, il tecnico e la federazione non rinnovano il contratto.
Lippi Imperatore in Asia
Nel maggio 2012 Lippi si lancia in una nuova avventura, quella cinese, diventando allenatore del Guangzhou Evergrande. A otto anni di distanza dall’ultima panchina in un club, il toscano dimostra di non aver perso la mano. Nella sua prima stagione in Cina vince il campionato e la Coppa Nazionale, dando il via a un ciclo.
L’anno successivo porta di nuovo a casa il titolo, ma soprattutto la Champions League, divenendo così il primo allenatore a vincere due massime competizioni continentali in due continenti diversi. Il triennio al Guangzhou si chiude con il terzo campionato di fila.
A quel punto Lippi in Cina è un mito e nel 2016 gli viene affidata la nazionale, che però non riesce a portare alla qualificazione ai Mondiali del 2018. La sua unica Coppa d’Asia, quella del 2019, termina con un’eliminazione ai quarti di finale e pochi mesi dopo arrivano le dimissioni.
Termina così, con l’annuncio dell’addio definitivo alla panchina nell’ottobre 2020, la carriera di uno dei tecnici più vincenti della storia del calcio italiano, che ha saputo far sognare i club che gli hanno dato fiducia, ma che soprattutto ha portato gli Azzurri in cima al mondo.
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