Sia da calciatore che poi da allenatore, la carriera di Roberto Mancini ha seguito un percorso fatto di esordi precoci e risultati incredibili, a volte decisamente inaspettati.

Il Mancio nasce a Jesi nel 1964 e già a 13 anni si trasferisce al Bologna, che lo paga 700mila lire. Nel 1981 arriva l’esordio in prima squadra, prima in Coppa Italia e poi in campionato. Dopo appena una stagione tra i professionisti arriva la chiamata di Paolo Mantovani, presidente della Sampdoria.

La leggendaria Samp dei gemelli del gol

Il progetto per fare dei blucerchiati un grande club parte proprio da Mancini, acquistato nel 1982 per ben 4 miliardi di lire.

Grazie al talento del Mancio e all’arrivo di altri calciatori di primissimo livello (ovviamente Gianluca Vialli, con cui forma “i gemelli del gol”, ma anche Pietro Vierchowod, che diventerà una bandiera) e in seguito all’approdo in panchina di Vujadin Boskov, la Samp fa il salto di qualità, diventando protagonista del calcio italiano ed europeo.

Mancio con la maglia dello Scudetto

Oltre al clamoroso scudetto della stagione 1990/91, i blucerchiati vincono quattro volte la Coppa Italia e una volta la Supercoppa Italiana, imponendosi anche in campo continentale con la Coppa delle Coppe 1990 e sfiorando la vittoria della Coppa dei Campioni nel 1992.

Mancini resta a Genova 15 anni, diventando il massimo primatista sia per presenze (567) che per gol (171) nella storia della Sampdoria.

La Lazio cambia mentalità con Mancio in campo

Dopo l’addio a Marassi, il fantasista passa alla Lazio, seguendo il tecnico Sven-Goran Eriksson.

Anche l’esperienza in biancoceleste è piena di soddisfazioni, perché il Mancio arriva a Formello nel periodo di massimo splendore del club capitolino. Tra 1997 e 2000 arrivano lo scudetto, due Coppe Italia, una supercoppa italiana, un’altra Coppa delle Coppe e anche una Supercoppa UEFA.

Roberto Mancini in Champions League con la Lazio

I numeri di Roberto Mancini da calciatore

Al termine della stagione tricolore Mancini annuncia l’addio al calcio dopo 739 partite, 541 delle quali in Serie A, che gli permettono di essere nella top 10 dei più presenti di sempre. Tempo qualche mese e torna sui suoi passi, per chiudere davvero la carriera dopo una breve esperienza in Premier League, con la maglia del Leicester City.

La nota dolente del Mancio calciatore è decisamente legata alla storia in nazionale.

In Nazionale Mancini fa la differenza da CT

Nonostante l’esordio a 19 anni, i contrasti con il CT Bearzot lo tengono ai margini fino a fine 1986, quando al tecnico subentra Azeglio Vicini, che lo aveva avuto già in Under-21.

Il quadriennio che va fino a Italia '90 è quello di maggior utilizzo per Mancini, che è titolare in tutti gli Europei 1998, salvo poi perdere il posto a scapito di Giuseppe Giannini ed entrare in rotta di collisione anche con Vicini, che non gli concede neanche un minuto nel mondiale casalingo.

Nonostante una dozzina di presenze anche nell’era di Arrigo Sacchi, la carriera in azzurro di Mancini si chiude con 36 presenze e appena 4 reti, uno score non certo all’altezza di quanto fatto coi club.

Le prime panchine del Mancio allenatore

Neanche il tempo di smettere di giocare, che già al Mancio viene affidata una panchina, quella della Fiorentina, subentrando nel febbraio 2001 a Fatih Terim. Il tecnico inizia bene, vincendo immediatamente la Coppa Italia, ma la stagione successiva, quella che porterà al fallimento dei viola, termina per lui a inizio gennaio 2002 con le dimissioni.

A luglio Mancini torna alla Lazio, dove era già stato assistente di Eriksson prima dell’esperienza in Premier League, rimanendo a Formello altri due anni, ottenendo una qualificazione alla Champions e vincendo un’altra Coppa Italia.

Le vittorie di Mancini con Inter e Manchester City

Nel 2004 lo chiama l’Inter, con cui si impone immediatamente in Coppa Italia nella stagione 2004/05, per poi ottenere il double, dopo la sentenza di Calciopoli, in quella successiva, vedendosi assegnare il campionato in cui i nerazzurri erano arrivati terzi.

L’Inter di Mancini vince il titolo sul campo anche nelle stagioni 2006/07 e 2007/08 (a cui vanno aggiunte due Supercoppe), ma gli scarsi risultati in Europa convincono Massimo Moratti a esonerarlo per ingaggiare Josè Mourinho.

Nel dicembre 2009 il Mancio viene messo sotto contratto dal Manchester City, appena diventato di proprietà del fondo degli Emirati Arabi e, quindi, non ancora favorita seriale per le quote calcio come sotto la direzione tecnica di Pep Guardiola!

In tre stagioni e mezza di Premier League il tecnico porta i Citizens a diventare uno dei club di punta del calcio inglese, con la vittoria della FA Cup nel 2011, della Community Shield nel 2012, ma soprattutto con il titolo conquistato nello stesso anno, quello in cui il City ottiene i punti necessari per diventare campione con il gol di Sergio Aguero all’ultimo minuto dell’ultima giornata.

La FA Cup vinta a Wembley dal Manchester City

I risultati deludenti nell’annata 2012/13 portano all’esonero, seguito da una stagione da subentrato al Galatasaray, ancora una volta al posto di Terim e di nuovo con la vittoria della coppa nazionale.

Nel novembre 2014 lo richiama l’Inter, ma le due stagioni di ritorno in nerazzurro sono negative e portano al secondo divorzio nel 2016. Nel 2017 Mancini diventa il tecnico dello Zenit San Pietroburgo, panchina che però lascia dopo appena un anno per sostituire Gian Piero Ventura come CT della nazionale italiana. 

Il trionfo dell'Italia di Roberto Mancini a Wembley

L’esperienza sulla panchina azzurra è decisamente migliore di quella da calciatore. Tra il maggio 2018 e l’agosto 2023 l’Italia ottiene la qualificazione a Euro 2020 e arriva terza in Nations League, inanellando una serie positiva, clamorosa anche per le statistiche relativa alle scommesse sportive, di 37 partite senza sconfitte.

Il gioiello della corona è ovviamente la vittoria agli Europei, che si disputano nel 2021, con il trionfo a Wembley ai calci di rigore contro l’Inghilterra.

Dopo questa vittoria storica, però, le cose cominciano ad andare storte. Gli Azzurri non riescono a ottenere il pass diretto per i mondiali in Qatar e sono costretti agli spareggi, dove si arrendono alla Macedonia del Nord. Nonostante la delusione, Mancini rimane saldo in panchina e ottiene un altro terzo posto in Nations League.

Nell’agosto 2023, dopo aver ottenuto anche la nomina a coordinatore di Under-20 e Under-21, rassegna clamorosamente le dimissioni dal ruolo di CT, per poi diventare selezionatore dell’Arabia Saudita, con cui prende parte alla Coppa d’Asia 2024.

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da Alamy.
 

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.