In attesa di scrivere un'altra pagina della storia dello sport azzurro, con Matteo Berrettini ai quarti di finale, ripercorriamo le imprese degli italiani a New York!
Una delle altre notizie di queste settimane, per il tennis di casa nostra, è stata sicuramente la qualificazione del diciottenne Jannik Sinner al tabellone principale degli US Open: molte delle speranze per il futuro azzurro sono riposte in questo ragazzo di San Candido, della scuola di Riccardo Piatti e Andrea Volpini, che sta letteralmente bruciando le tappe.
Solo Diego Nargiso, agli Australian Open del 1988, è riuscito a entrare nel main draw di un torneo del Grande Slam a un’età inferiore dell’altoatesino che, al primo turno, ha strappato un set a Stan Wawrinka.
Se Sinner rappresenta il futuro, il passato del tennis italiano agli US Open è ricco di delusioni, in campo maschile, e di successi, in quello femminile. Ripercorriamo in questo articolo la storia delle più importanti imprese targate Italia nel Grande Slam americano.
Come vincente del quarto di finale nella parte più bassa del tabellone, Nadal è chiara favorito @1.27 per le scommesse US Open!
Barazzutti e la terra verde - Il miglior risultato, in campo maschile, agli US Open risale al 1977. In quell’anno, per la terza volta, il torneo si disputa sull’erba verde del West Side Tennis Club nel quartiere newyorkese di Forrest Hills: dall’anno successivo, l’appuntamento con lo Slam statunitense si sposterà sul cemento di Flushing Meadows.
Il ventiquattrenne Corrado Barazzutti, in quell’occasione, non accreditato di una testa di serie, supera agevolmente lo statunitense Scanlon al primo turno, per poi avere la meglio sul numero 7 del seeding, il romeno Ilie Nastase in quello successivo; tra terzo e quarto turno, l’italiano perde solamente tre giochi nelle vittorie contro l’australiano Edmondson e l’americano Walts.
Nei quarti di finale, contro ogni pronostico, Barazzutti ha la meglio sul numero 3 del tabellone, Brian Gottfried con un rapido 6-2, 6-1, 6-2, prima di arrendersi, in un match combattuto, a Jimmy Connors in semifinale. Jimbo si aggiudicherà poi il torneo, superando in finale Guillermo Vilas.
Nella stagione successiva, quella del trasferimento a Flushing Meadows, il cammino di Adriano Panatta, invece, si interrompe agli ottavi di finale, dopo cinque set tirati contro Connors. Rimarrà il miglior risultato di un italiano sul cemento degli US Open fino al 1994.
1994: Annus mirabilis - Gianluca Pozzi, ventinovenne barese, supera tre turni di qualificazioni ed entra nel tabellone principale; da qualificato, elimina, nell’ordine, il connazionale Renzo Furlan, l’israeliano Amos Mansdorf e il tedesco Markus Zoecke, prima di arrendersi, agli ottavi di finale, all'altro teutonico Bernd Karbacher.
Oltre all’avvincente cavalcata di Pozzi, il 1994 è da ricordare anche per l’impresa del ventunenne Andrea Gaudenzi che, con la fascetta tricolore sulla fronte, sconfigge in quattro set l’ex numero uno del mondo e idolo di casa Jim Courier, dopo una vera e propria battaglia di colpi potenti da fondocampo terminata con il punteggio di 7-5 6-2 3-6 6-3.
Purtroppo, Andrea non dà seguito all’ottimo prova fornita contro Courier, con una discontinuità che sarà il leit motif della sua carriera, e perde due giorni dopo contro il semisconosciuto Renzenbrink. Segui gli US Open 2019 anche con le scommesse live di 888sport.it!
Caratti, Sanguinetti e gli altri - Oltre a Panatta nel 1978 e Pozzi nel 1994, altri due tennisti azzurri raggiungono gli ottavi di finale a Flushing Meadows: Sanguinetti nel 2005 e Fognini nel 2015. In quell’occasione, il recente top ten ha compiuto un’impresa storica per il nostro tennis, rimontando da uno svantaggio di due set contro Rafael Nadal che, fino a quel momento, vantava un record di 151-0 nella partite condotte per 2-0.
Dopo la vittoria contro il campione iberico, che esce dal campo in lacrime, Fognini si scioglie contro Feliciano Lopez, fallendo un accesso ai quarti di finale decisamente alla sua portata.
Un’altra prestazione da ricordare, in campo maschile, è la vittoria del ventenne Cristiano Caratti contro lo statunitense Derrick Rostagno nel 1990; nel 2008, Flavio Cipolla, numero 142 del ranking ATP e lucky loser, si spinge fino al terzo turno, dove perde contro Wawrinka dopo essere stato in vantaggio di due set; nel 2016, Paolo Lorenzi lotta alla pari per due set con Andy Murray, prima di arrendersi a quello che, nelle settimane successive, diventerà il numero 1 del mondo.
Pennetta, Vinci e il sogno americano - Il 12 settembre 2015 è una data storica, scolpita nella pietra, per il tennis italiano: sul cemento dell’Arthur Ashe Stadium di Flushing Meadows è in programma la finale femminile degli US Open. Di fronte si trovano Roberta Vinci e Flavia Pennetta: due italiane, due pugliesi, ma soprattutto due amiche; le loro storie si sono spesso incrociate, dagli esordi fino ai trionfi con la nazionale in Fed Cup e l’atto finale di New York è il punto più alto mai raggiunto da entrambe, nello stesso momento.
Una partita così importante si trasforma quasi in una festa in famiglia e l’America intera, che ha compreso il significato profondo di questa sfida, è incollata al televisore per vedere chi, tra Flavia e Roberta, si aggiudicherà lo Slam statunitense.
Entrambe hanno compiuto un’impresa stratosferica in semifinale, uscendo vincitrici da incontri in cui partivano decisamente sfavorite. Flavia Pennetta, numero 26 del seeding, si è imposta con un perentorio 6-1 6-3 sulla romena Simona Halep, numero 2; ma il risultato più clamoroso lo ha ottenuto Roberta Vinci, che ha estromesso dalla finale la numero 1 Serena Williams.
In finale si impone Flavia per 7-6 6-2, ma il risultato conta solo per la cronaca: per entrambe, e per l’Italia intera, quella finale vale già come un trofeo.
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Doppio e doppio misto - Nel 1986, Raffaella Reggi, insieme all’iberico Sergio Casal, vince il doppio misto agli US Open, superando in finale la coppia formata da Martina Navratilova e Peter Fleming con un duplice 6-4. Nel 2012, Sara Errani e Roberta Vinci, in una formazione tutta azzurra, si aggiudicano il doppio femminile imponendosi 6-4 6-2 contro Andrea Hlavackova e Lucie Hradecka.
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*La foto di apertura dell'articolo è di Kevin Hagen (AP Photo);
*La foto centrale dell'articolo è di Julio Cortez (AP Photo).