Archiviata la ATP Cup, con la vittoria in finale della Serbia di Djokovic contro la Spagna di Nadal, il grande tennis è pronto a ripartire con i tornei individuali. E come ogni anno, si parte (anzi, si resta) in Australia per il primo Slam stagionale. L’Australian Open segna il primo banco di prova per chi vorrà dominare la disciplina nel prossimo decennio.
Considerando che finora i giocatori della generazione dei nati negli Anni Novanta non hanno inciso negli Slam, siamo davanti all'ennesima occasione per capire se i grandi vecchi potranno finalmente lasciare il passo alle nuove leve, anche per le scommesse sul tennis. Come avviene dal 1988, si gioca sul cemento di Melbourne Park, con la Rod Laver Arena e la Margaret Court Arena che ospiteranno i match più importanti.
Montepremi da record - Per la gioia dei partecipanti, sarà l’Australian Open più ricco di sempre. Il premio complessivo è di 71 milioni di dollari australiani (pari a circa 40 milioni di euro), più che triplicato rispetto ai 20 milioni di dollari dell’edizione 2007, e il montepremi verrà diviso equamente tra uomini e donne.
Ai vincitori dei due tornei in singolare andranno quasi due milioni e mezzo di euro, i due team che si aggiudicheranno i doppi ne riceveranno circa cinquecentomila e la coppia vincente nel doppio misto si dovrà “accontentare” di 117mila euro.
Ma anche semplicemente disputare un incontro, soprattutto ai tornei in singolare, è già una mezza vittoria, economicamente parlando. Con l’aumento del premio complessivo, anche le cifre per la partecipazione sono vertiginosamente cresciute. Basta pensare che perdere al primo turno delle qualificazioni porta sul conto in banca 12mila euro, che diventano 55mila per chi riuscirà ad arrampicarsi fino al primo turno del tabellone principale.
E via ad aumentare, con gli oltre 600mila euro per chi verrà sconfitto in semifinale e il premio decisamente di consolazione per chi perderà la finalissima, che comunque porterà a casa 1,2 milioni di euro.
Sold out - Anche per quello che riguarda gli spettatori, il trend è in netta crescita. Per l’edizione 2019 sono stati registrati 796mila spettatori, quasi 300mila in più rispetto alla prima edizione del nuovo millennio. E se si guarda alla prima edizione a Melbourne Park, quella del 1988, l’aumento è quasi esponenziale, considerando che ad assistere al torneo vinto dallo svedese Wilander sono stati 250mila spettatori, meno di un terzo dell’affluenza dello scorso anno.
Partendo da un tasso di crescita medio annuo del 7%, gli organizzatori si aspettano, incendi permettendo, di superare la soglia degli 800mila spettatori per la prima volta nella storia dell’evento.
Le statistiche - E ora, un po’ di numeri. Quella 2020 è l’edizione numero 108 del torneo. Il recordman di vittorie in campo maschile è uno dei grandi favoriti, Novak Djokovic. Il serbo, favorito per le scommesse tennis è campione in carica e nel 2019 ha vinto il torneo per la settima volta (la prima è stata nel 2008), staccando Roger Federer, fermo a sei vittorie assieme all’idolo di casa negli anni Sessanta Roy Emerson.
Tra le donne, impossibile anche solo pensare di raggiungere il record dell’australiana Margaret Court, che si è…meritata di dare il suo nome a uno degli stadi grazie alle undici vittorie nel torneo di casa sua. Nell’era Open, solamente Serena Williams ha provato ad avvicinarsi, avendo vinto l’Australian Open per ben sette volte, l’ultima delle quali nel 2017. La campionessa in carica è la giapponese Naomi Osaka, che nel 2019 si è imposta per la prima volta.
Il match più lungo della storia del torneo è una finale, quella del 2012 tra Djokovic e Nadal. Il serbo ha avuto la meglio sullo spagnolo dopo cinque ore e cinquantatré minuti con il risultato di 5–7, 6–4, 6–2, 6–7(5–7), 7–5. La partita tra i due è anche la più lunga finale di uno Slam mai disputata.
In compenso, l’Australian Open è anche l’unico Slam in cui nell’era Open non c’è mai stato un 6-0, 6-0, 6-0 nel torneo maschile. Il fatto che si giochi in quella che nell’emisfero australe è estate fa anche sì che l’Australian Open sia il primo torneo dello Slam a prevedere una politica di gestione del caldo. Dal 1988 la Rod Laver Arena è dotata di copertura ed è previsto che in caso di ondate di calore le partite vengano interrotte per evitare problemi agli atleti.
Tra le curiosità, non può decisamente mancare la strana storia di Ken Rosewall. L’australiano è il più giovane tennista ad aver mai vinto il singolare maschile, avendo sollevato il trofeo nel 1953, ad appena diciotto anni e due mesi. Il vincitore più vecchio dell’Australian Open?
Neanche a dirlo, Ken Rosewall, che si aggiudica il suo quarto alloro nel 1972, a trentasette anni e due mesi. Il che lo rende il recordman di longevità nei tornei del Grande Slam. Battendo, tra l’altro, se stesso, visto che aveva vinto anche l’edizione 1971.
Insomma, un torneo pieno di storia, che non manca mai di regalare storie curiose. E di certo, anche l’edizione 2020 non farà eccezione: seguila anche con le scommesse italiane!
*La foto di apertura dell'articolo è di Rick Stevens (AP Photo).