Nella Formula 1 le variabili che rendono un team imbattibile o da dimenticare sono molte. La macchina, disegnata dai progettisti e assemblata e curata dai meccanici. Il motore, anch’esso dotato di un gruppo di lavoro a parte. Poi, neanche a dirlo, ci sono i piloti, che quelle vetture devono guidarle al meglio delle loro capacità.
E infine, a tenere tutto insieme e con la mano salda sul timone a definire la strategia, c’è il team principal. Molti nella storia del Circus hanno segnato un’era (Jean Todt alla Ferrari, Flavio Briatore alla Benetton, Ron Dennis alla McLaren), ma nessuno simboleggia la “sua” scuderia come Christian Horner, numero uno della Red Bull.
Christian Horner e il Coventry
Se non fosse altro perché da quando nel 2005 gli austriaci hanno deciso di investire nella Formula 1, al muretto dei tori rossi c’è sempre stato l’inglese classe 1973, per il quale la stagione 2022 sarà la numero 18 nel mondiale. Ma chi è Christian Horner?
I motori e la famiglia Horner
Un ex pilota, nato in una famiglia che ha sempre avuto a che fare con le automobili. Suo nonno gestiva gli acquisti della Standard Motor Company a Coventry e poi, assieme a suo padre, ha creato un’azienda che fornisce componenti alle aziende automobilistiche nelle Midlands. Logico dunque che il giovane Christian sia affascinato dal mondo dei motori. La sua carriera comincia con i kart e nel 1992 prende parte al campionato di Formula Renault, ottenendo la sua prima vittoria e il miglior piazzamento in classifica per un esordiente.
Negli anni seguenti gareggia in altre categorie, fino all’approdo in Formula 3000 nel 1997, con il team Arden, fondato da lui stesso. Dopo due stagioni, però, Horner si rende conto che le sue capacità come pilota non permettono al team di svilupparsi abbastanza e quindi ad appena 25 anni l’inglese lascia il volante per dedicarsi esclusivamente al lavoro da team principal. Sotto la sua guida l’Arden vince per tre volte il campionato costruttori della Formula 3000, portando a casa anche due titoli piloti con lo svedese Björn Wirdheim e con Vitantonio Liuzzi.
Horner si interessa alla Formula 1, ma anche la Formula 1 è interessata a lui. Nel 2004 cerca di acquistare la Jordan, ma l’affare non va in porto per divergenze economiche con il proprietario, il leggendario Eddie.
Il Team Principal più giovane
In compenso però la Red Bull acquista la Jaguar e il cofondatore dell’azienda austriaca Dietrich Mateschitz decide che Horner è l’uomo giusto a cui affidare la neonata scuderia. A 31 anni compiuti da poco, l’inglese si trova quindi a diventare il team principal più giovane del Circus.
E il fatto che, dopo 17 stagioni, sia al momento ancora uno dei più giovani ma quello con l’esperienza maggiore, la dice assai lunga sulla bontà del suo lavoro. Le prime stagioni sono complicate, ma comunque la Red Bull riesce a fare molto meglio di quanto avesse fatto la Jordan negli anni precedenti. La prima pietra verso la gloria è l’arrivo di Adrian Newey, storico progettista della Williams e della McLaren, che dalla stagione 2007 comincia a disegnare le vetture della scuderia austriaca.
Nel frattempo, seguendo i consigli di Helmut Marko, la Red Bull mette sotto contratto alcuni giovani piloti, come un certo Sebastian Vettel, che fino al 2008 corre con la…scuderia B, la Toro Rosso. Strano ma vero, è proprio la ex Minardi del tedesco a far segnare, a sorpresa per le scommesse F1 la prima vittoria in un GP per una vettura targata Red Bull a Monza nel 2008, ma con il trasferimento di Vettel in prima squadra si sta per aprire un ciclo.
I successi in Red Bull
Nel 2009 la Red Bull e Horner ottengono la loro prima vittoria in Formula 1 quando in Cina si impone proprio Vettel. Alla fine della stagione i Gran Premi vinti saranno 6 (4 con il tedesco e 2 con Webber), non abbastanza per impensierire Button e la Brawn. Ma dalla stagione 2010 a quella 2013 la scuderia austriaca vive la sua età dell’oro: quattro titoli consecutivi per Vettel e altrettanti campionati costruttori per la Red Bull.
E se 2010 e 2012 sono complicati, con la Ferrari di Alonso sempre a competere per il mondiale piloti, 2011 e 2013 sono veri e propri trionfi, con 12 e 13 vittorie nel corso della stagione e addirittura il filotto del tedesco con nove vittorie consecutive nel finale della stagione 2013. Poi però inizia l’era della Mercedes e nel 2015 Vettel lascia la Red Bull. Nessun problema, perché Horner nel 2016 dà fiducia a un giovanissimo pilota olandese, Max Verstappen.
Il figlio di Jos è un talento puro e si vede subito, dato che vince la sua prima gara in Red Bull, il GP di Spagna. La poca affidabilità della vettura però impedisce alla Red Bull di lottare per il titolo piloti, almeno fino al 2021 quando all’ultimo GP Verstappen batte Hamilton, conquistando il suo primo titolo, che per la Red Bull e per Horner è il quinto.
Christian Horner e il Coventry
Oltre alle soddisfazioni in pista, Horner ha anche ricevuto il titolo di Ufficiale dell’Impero Britannico (OBE) nel 2013 per i suoi servigi agli sport motoristici. Tra le altre passioni dell’inglese c’è ovviamente il calcio. Essendo nativo di Leamington Spa, cittadina termale a poche miglia da Coventry, è un grande tifoso degli Sky Blues, al punto da averci scherzato su prima di un GP.
Nel 2019, sulla griglia del Gran Premio di Spagna a Barcellona, quando gli hanno chiesto cosa avesse fatto di particolare in città, Horner ha spiegato di aver provato a convincere Neymar, presente all’evento, a firmare per la sua squadra del cuore.
E, dulcis in fundo, Horner è anche l’uomo della Formula 1 con la moglie…più famosa del Circus. Il team principal della Red Bull è infatti sposato dal 2015 con Geri Halliwell, l’ex Ginger Spice. I due si sono fidanzati nel 2014 e sono convolati a nozze un anno dopo, diventando genitori di Montague nel 2017.
La cantante è ormai presenza fissa nel paddock e quando la coppia non è impegnata a girare per il mondo per gli impegni del campionato mondiale, si gode le case in campagna nell’Oxfordshire e nell’Hertfordshire, tra pony, trattori e la vita all’aria aperta.
Perché quando si vive a 300 all’ora come i piloti su due ruote protagonisti delle scommesse Moto GP , ci sta che almeno in famiglia i ritmi…siano un po’ più lenti!
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.