Riassumere in poche parole la carriera di un gigante del calcio come Sven-Göran Eriksson rischia di essere un compito davvero ingrato.
Se non altro perchè, in una storia in panchina cominciata nel 1976 e terminata quasi oltre quarant’anni dopo, il tecnico svedese ha girato il mondo, portando il suo calcio fatto di zona e grande ricerca della tecnica in Portogallo, Italia, Inghilterra, Thailandia, Emirati Arabi e Cina, aggiungendo al curriculum anche il ruolo di commissario tecnico di Inghilterra, Messico, Costa d’Avorio e Filippine.
Un giro del mondo in quattro decenni, pieno di soddisfazioni e di vittorie: come evidenziato nel bellissimo servizio de "Le Iene, Eriksson è l'unico tecnico al Mondo ad aver conquistato campionato e coppa nazionale in 3 Paesi diversi!
A Goteborg Eriksson inizia a vincere
La carriera da allenatore di Eriksson comincia relativamente presto, perchè lo svedese smette di giocare a 27 anni per un infortunio. Dopo aver iniziato sulla panchina del Degerfors diventa tecnico dell’IFK Goteborg, portando la squadra biancoblu a un’annata leggendaria, quella 1982, in cui il club vince il campionato, la Coppa di Svezia e soprattutto la Coppa UEFA, andando a battere in finale un colosso come l’Amburgo.
I successi di Sven Goran Eriksson al Benfica
Un trampolino di lancio perfetto, che gli permette di essere notato dal Benfica. Nei due anni in Portogallo Svennis vince quasi tutto quello che può, con due campionati e una coppa nazionale.
Nell’estate 1984 allo svedese tocca dunque un compito quasi proibitivo: sostituire il connazionale Nils Liedholm sulla panchina della Roma. In giallorosso passa tre stagioni, tra cui quella 1985/86, in cui i capitolini sfiorano lo scudetto, poi buttato al vento nella partita contro il Lecce, e vincono una Coppa Italia.
In seguito alle dimissioni nel 1987 Eriksson guida per due anni la Fiorentina, per poi fare ritorno per tre stagioni al Benfica, portando a casa un altro campionato e una supercoppa portoghese.
Nell’estate 1992 si apre un’altra parentesi della carriera dello svedese, quella forse, insieme allo Scudo Laziale, per cui è più celebre, almeno tra le nuove generazioni.
Paolo Mantovani gli affida la Sampdoria, che Eriksson guida per cinque stagioni, vincendo una Coppa Italia e ottenendo sempre buoni piazzamenti in campionato.
È quello il periodo in cui si sviluppa il legame con Roberto Mancini, che lo seguirà anche alla Lazio e che è il primo della lunga serie di giocatori che dopo aver avuto Svennis come tecnico sono poi diventati a loro volta allenatori di un certo livello, come Sinisa Mihajlovic, Diego Simeone, Sergio Conceicao o Simone Inzaghi.
Lo storico Scudetto del 2000 della Lazio di Eriksson
Le quattro stagioni in biancoceleste sono probabilmente quelle più importanti della sua carriera, in cui Eriksson ottiene trionfi storici: uno scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe Italiane, la Coppa delle Coppe e la Supercoppa Europea.
La Lazio di Sinisa, Nesta, Simeone, Salas e Nedved, sempre favorita anche nelle quote Serie A, è probabilmente la squadra più forte mai allenata dallo svedese, che a Formello ottiene i risultati che lo rendono uno dei tecnici più quotati al mondo.
Eriksson primo CT straniero dell'Inghilterra
Dunque nel 2001, mentre alla Lazio gli subentra in panchina Dino Zoff, arriva una chiamata importante, direttamente dagli uffici della Football Association a Lancaster Gate.
Eriksson diventa CT dell’Inghilterra, il primo allenatore nella storia dei Tre Leoni a non essere inglese. Lo svedese si ritrova alla guida della Golden Generation di Sua Maestà e il primo compito è quello di qualificarsi ai Mondiali del 2002.
Detto fatto, con il celeberrimo gol di David Beckham contro la Grecia, ma l’esperienza in Giappone e Corea del Sud è agrodolce.
L’Inghilterra passa il turno da imbattuta in un girone difficilissimo (Argentina, Svezia e Nigeria), elimina la Danimarca agli ottavi, ma poi perde ai quarti con il Brasile. Anche gli Europei 2004 sono deludenti, con gli inglesi out ai quarti contro il Portogallo ai calci di rigore.
E di nuovo i lusitani chiudono l’esperienza da CT di Eriksson, quando ai mondiali 2006 vincono agli ottavi con tanto di clamorosa espulsione di Rooney.
Svennis tra campo e scrivania
Eriksson e le nazionali. Dopo l’addio all’Inghilterra, la carriera dello svedese comincia una fase discendente. Nel 2007 è per una stagione allenatore del Manchester City, per poi prendersi in rapida successione le panchine di Messico e Costa d’Avorio di Yaya Toure, Gervinho e Drogba, disputando alla guida della nazionale africana il suo terzo e ultimo mondiale da CT, in un girono oggettivamente molto complicato con Brasile, la favorita per le scommesse sportive, e Portogallo.
Dopo Sudafrica 2010 Svennis torna in Inghilterra, passando una stagione e qualche mese al Leicester City, prima di essere uno dei precursori del calcio cinese.
Nel 2013 diventa allenatore del Guangzhou, dove rimane per due stagioni, per poi trasferirsi prima allo Shanghai Port e infine allo Shenzhen. L’ultima esperienza della sua quarantennale storia calcistica è quella sulla panchina della nazionale delle Filippine, terminata nel 2019.
Anche se in realtà l’impegno più recente è quello di consulente per il Karlstad, l’ultimo club di cui Eriksson è stato dirigente, in una lista che contiene anche il Notts County, i thailandesi del Terzo Sasana e l’Al-Nassr negli Emirati Arabi.
Insomma, Sven-Göran Eriksson ha portato il suo amore per il calcio in ogni angolo del globo.
E questo spiega il lutto del mondo del football quando Sven Goran ci ha lasciati il 26 agosto 2024 e perchè la figura dello svedese è stata così apprezzata dovunque ci sia qualcuno che dà un calcio a un pallone.
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