Se, a fronte di un palmares che parla di due campionati di Serie B e uno di C2 vinti, tutto il mondo del calcio definisce Zdenek Zeman “Il Maestro”, vuol dire che il boemo ha davvero qualcosa di speciale.
Nel corso della sua lunghissima carriera il tecnico, nato a Praga nel 1947 ma arrivato in Italia a fine anni Sessanta, ha insegnato calcio (e non solo a livello tecnico) in giro per tutta la penisola, non lasciandosi sfuggire anche l’opportunità di intraprendere avventure all’estero, come quelle in Turchia, in Serbia e in Svizzera.
Ma è con il pallone tricolore che Zeman ha un rapporto unico, che lo ha portato a imprese eccezionali e alla creazione di un vero e proprio mito legato alla sua figura.
Gli anni del boemo nella Capitale
I primi due passaggi a Pescara
A Foggia nasce Zemanlandia
Gli esordi a livello professionistico arrivano a Licata, con tre stagioni in cui ottiene la prima storica promozione in C1 della squadra siciliana. Poi gli dà fiducia il Foggia, che però lo esonera subito, così come fa il Parma.
La buona stagione in B al Messina gli apre le porte del ritorno allo Zaccheria, dove nasce il mito di Zemanlandia. Quel Foggia vince il campionato di B 1990/91 e vola nella massima serie, dove il gioco messo in campo dalla squadra del Boemo fa innamorare tutti. Giunto alla terza salvezza consecutiva, Zeman lascia di nuovo Foggia per prendersi la panchina della Lazio.
Gli anni del boemo nella Capitale
In biancoceleste ottiene i due migliori risultati della sua carriera, un secondo e un terzo posto, per poi essere esonerato nel gennaio 1997. Tempo qualche mese ed è di nuovo in panchina, stavolta nell’altra metà di Roma. Con i giallorossi ottiene un quarto e un quinto posto e soprattutto contribuisce alla crescita di Francesco Totti. Sensi però non lo conferma, preferendogli Capello.
Comincia così per Zeman un periodo pieno di esperienze altalenanti. Viene esonerato rapidamente sia al Fenerbahce che al Napoli, poi fa bene alla Salernitana in Serie B. ma nella stagione successiva la sua panchina salta.
Arriva anche l’onta di una retrocessione in C, quella con l’Avellino, poi subito lavata dall’ottima stagione del suo Lecce 20004/05 in Serie A. Ma l’idea di Zeman, quella di firmare solo contratti annuali, lo porta a girovagare parecchio.
Nel maggio 2006 subentra al Brescia e lo salva, qualche mese dopo torna a Lecce ma viene immediatamente esonerato. L’avventura alla Stella Rossa dura una manciata di partite. Meglio tornare dove si è stati bene, a Foggia, con un sesto posto in Lega Pro Prima Divisione che gli vale l’interessamento del Pescara.
I primi due passaggi a Pescara
All’Adriatico nella stagione 2011/12 il Boemo fa (di nuovo) la storia. Quel Pescara ha in rosa calciatori destinati a scrivere pagine importanti del calcio italiano come Verratti, Insigne e Immobile e infatti vola in Serie A vincendo il campionato. Il prepotente ritorno di Zeman lo porta a sedersi di nuovo su una panchina conosciuta, quella della Roma, ma nel febbraio 2013 arriva l’esonero.
Poi altre annate complicate, come quella al Cagliari terminata con le dimissioni, o quella ottima a Lugano, senza però trovare l’accordo con la dirigenza per continuare.
Il secondo ritorno al Pescara porta una retrocessione e un esonero nella stagione successiva, mentre il quarto periodo a Foggia, durante il quale festeggia 1000 panchine, vede Zeman raggiungere i playoff ma non riuscire a ottenere la promozione.
E ora, per la terza volta, il Pescara si affida a lui per assicurarsi un posto, non scontato per le quote relative alle scommesse, nei playoff del girone C della Serie C. Una sfida che a 76 anni il Boemo affronta con la voglia di sempre.
Di certo, a mandarlo avanti è l’amore per il calcio, perchè tutto si può dire a Zeman tranne che con il pallone il boemo si sia arricchito. Basterebbe guardare ai suoi stipendi nell’ultimo decennio, in un periodo in cui i tecnici hanno cominciato ad avvicinarsi (e in alcuni casi persino a superare) i calciatori per quanto riguarda gli emolumenti ricevuti dai club.
Tutti gli ingaggi di Zeman
Nella stagione 2011/12, quella del Pescara dei miracoli, il tecnico guadagnava appena 300mila euro. Il club abruzzese ha provato a trattenere Zeman offrendogli quasi il quadruplo di quanto percepiva in Serie B, ma alla fine l’ha spuntata la Roma.
I giallorossi hanno messo sotto contratto l’allenatore ceco con una formula quasi inedita per lui, il biennale: l’accordo con la Roma prevedeva infatti 1,4 milioni di euro a stagione fino al 2014. Quando, dopo l’esonero a Trigoria, Zeman si è preso il Cagliari lo ha fatto abbassando parecchio le sue pretese: al Casteddu per il Boemo c’erano 500mila euro all’anno.
Ancora più basso lo stipendio percepito in Svizzera. L’accordo con il Lugano parlava di circa 400mila franchi svizzeri, ovvero 400mila euro.
Non sono note le cifre del contratto appena firmato con il Pescara, ma quel che è certo è che nell’ultima avventura all’Adriatico, quella tra il febbraio 2017 e il marzo 2018, il tecnico ha guadagnato 100mila euro per terminare la stagione in A, per poi passare a 500mila euro all’anno per quella successiva in B. Insomma, i soldi non sono tutto, soprattutto se ci si chiama Zdenek Zeman…
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