Sopravvalutato o offuscato dalla presenza di Cristiano Ronaldo e Messi? Tuffatore o martoriato dai difensori avversari? Spocchioso e infantile o vittima di un personaggio che gli è stato creato attorno.
Di Neymar da Silva Santos Júnior si potrebbe dire tutto ed il suo contrario, rischiando anche di non sbagliarsi in nessun caso. Il brasiliano classe 1992 ha sempre avuto le stigmate del predestinato, ma non è ancora riuscito ad affermarsi in maniera definitiva e a convincere tutti che l’eredità dei due alieni spetta a lui di diritto.
Colpa di alcune situazioni, in campo e fuori, che spesso e volentieri trasformano in caso tutto quello che tocca O Ney. Il che comunque non gli ha certamente impedito di diventare il calciatore più costoso di tutti i tempi e di firmare contratti da favola con le sue squadre e con diverse aziende.
La storia calcistica di Neymar comincia al Santos. In bianconero, vista la classe e la squadra, è complicato non paragonarlo subito a Pelè e da lì nasce il soprannome, O Ney, che lo accompagna ancora oggi. Dopo aver fatto faville nelle giovanili e nelle nazionali under brasiliane, il Peixe lo lancia in prima squadra.
Un ingaggio... segreto
In quattro anni arrivano tre campionati paulisti, una coppa del Brasile, ma soprattutto una Copa Libertadores e una Recopa Sudamericana. Il volo in Europa non può più essere rimandato, ma è complicato. Lo vuole il Barcellona, che per acquistarlo mette su un’operazione piena di bonus, accordi più o meno segreti e commissioni. Ufficialmente il costo del suo cartellino non viene mai rivelato.
All’inizio si parla di circa 60 milioni di euro, ma alcune inchieste e i documenti di Football Leaks vedono la cifra salire fino a novanta milioni. Quel che è certo invece è il suo contratto con i blaugrana: quinquennale da 7 milioni di euro a stagione, uno stipendio che lo mette dietro solo a Messi, Xavi e Iniesta nella lista dei più pagati al Camp Nou.
L’investimento, per quanto pesante, rende eccome. Neymar si adatta alla perfezione a Barcellona, un ambiente che sembra fatto apposta per farlo rendere al meglio. La coppia con Messi regala grande calcio e quando ai due si aggiunge anche Luis Suarez, il gioco è fatto: nasce un trio capace di segnare 122 reti in una sola stagione e in grado di trascinare il club a qualsiasi trionfo.
Basterebbe chiedere alla Juventus, che nella finale di Champions 2014/15 incontra proprio i catalani, guidati da Luis Enrique. A Berlino, nonostante il finale dica “solo” 3-1 per il Barça, non c’è storia e nel tabellino del match che vale il Triplete c’è anche il nome di O Ney, che chiude qualsiasi discorso durante il recupero, stoppando anche le scommesse live.
La situazione a Barcellona sembra davvero perfetta, al punto che nel 2016 arriva anche il rinnovo di contratto per Neymar: altro quinquennale, scadenza 2021 e stipendio più che raddoppiato, 16 milioni di euro fissi più altri bonus non troppo complicati da raggiungere.
La clausola da 222 milioni
Ma anche, questione da non sottovalutare, una clausola rescissoria, come vogliono le leggi spagnole. La cifra è astronomica, 222 milioni di euro, e dovrebbe tenere al riparo da qualsiasi sorpresa.
Appunto, dovrebbe, perché nell’estate 2017 accade l’imponderabile. Il Paris Saint-Germain paga la clausola e si porta O Ney sotto la Tour Eiffel. Il Barcellona non può farci nulla, perché l’offerta dei transalpini è faraonica. Ruolo da stella (e la possibilità di uscire dal cono d’ombra di Messi) e stipendio pazzesco, il secondo più alto al mondo attualmente attuale. Con circa 36 milioni di euro a stagione fino al 2022, il brasiliano guadagna più di Cristiano Ronaldo alla Juventus (31 milioni), sempre favorito per le scommesse Serie A e meno soltanto di Messi a Barcellona, che riceve una cifra variabile tra 50 e 60 milioni all’anno a seconda dei risultati.
#ChampionsLeague ?
— 888Sport.it (@888sport_it) November 25, 2020
?Notti da sogno #UCL come quella nel 2007 @ManUtd?@acmilan e il gol di @KAKA #instagol #25novembre pic.twitter.com/2Hjjl2TRbj
Per Neymar, come ha spiegato Football Leaks, c’è anche la possibilità di aumentare le entrate seguendo un codice di comportamento regolamentato da un rigido tariffario, che gli permette di guadagnare altri soldi persino... salutando i tifosi sotto la curva. Ma non è tutto oro…quel che finisce nel conto in banca. La vita a Parigi per O Ney non è semplice come il verdeoro poteva pensare.
Il club porta al Parco dei Principi anche Mbappè, che finisce per fargli un po’ ombra. E il palmares, almeno a livello continentale, è scarno rispetto a quanto conquistato con la maglia del Barcellona. Abbastanza per pensare a un clamoroso addio? Chissà, ma certamente quando ha lasciato la Catalogna Neymar si aspettava di più.
Il nuovo contratto con la Puma
Magari non a livello economico, anche perché non di solo stipendio si arricchisce il brasiliano, che per anni è stato uomo simbolo della Nike. L’azienda americana lo ha messo sotto contratto quando aveva solo 13 anni, ma è l’accordo del 2011 quello che ha fruttato di più a Neymar: 105 milioni di euro spalmati, in teoria, in 11 anni, più una ricca serie di bonus legati alle prestazioni personali (Pallone d’Oro, Scarpa d’Oro, etc), di squadra, con la nazionale e persino valutati per categoria a seconda del club con cui è sotto contratto.
La storia d’amore con Nike, però, è terminata con due anni di anticipo: nell’estate 2020, complici anche un po’ troppi casi al di fuori dal terreno di gioco, gli americani hanno deciso di sciogliere il contratto. Ne ha approfittato la Puma per proporre a O Ney di firmare un accordo, la cui durata non è stata resa pubblica, ma che secondo Forbes garantirà al brasiliano 25 milioni l’anno, più di quanto percepiscano Messi e Ronaldo con Adidas e Nike. Per lui, inoltre, circa una trentina di sponsorizzazioni minori, si fa per dire, dai settori più disparati.
Ecco perché, tra stipendio e altre entrate, Neymar è terzo nella classifica di Forbes dei calciatori più pagati con circa 96 milioni di dollari di ingressi. E se tutti lo vogliono e lo pagano anche bene, beh, qualcosa di buono sul terreno di gioco, rispetto alle feste organizzate in momenti complicati, l’avrà anche fatta…
*L'immagine dell'articolo è di Matthias Schrader (AP Photo). Prima pubblicazione 12 dicembre 2020.