Dalla prima stagione in Bundesliga, quella 2019/20, non sono passati neanche cinque anni, ma l’Union Berlino si è già imposta come una delle realtà più interessanti del calcio tedesco.
Basterebbe dire che nelle sue quattro annate tra i grandi il club della capitale è andato costantemente in crescendo, centrando prima l’undicesimo posto, poi il settimo, il quinto e infine il quarto che le è valso una storica qualificazione alla Champions League. Non male per il club che più di tutti è associato alla Ostalgie, ovvero la nostalgia per la Germania Est.
L'Union è la prima squadra di Berlino
Già, perchè quando il paese era diviso durante la guerra fredda, l’Union giocava il campionato della DDR. E non era neanche la prima squadra di Berlino Est, visto che aveva davanti la potentissima Dinamo, legata a doppio filo alla Stasi, i servizi segreti statali.
Il massimo del successo ottenuto negli anni dell’Est è stata una coppa nazionale, mentre i cugini vincevano campionati a ripetizione. Ora però la situazione è capovolta e l’Union ha anche scavalcato anche l’Hertha, che adesso si trova in Zweite Bundesliga e che è stata affrontata per la prima volta in Bundesliga e battuta in uno storico derby della capitale tedesca nel novembre 2019.
Da quella prima stagione l’Union ha anche frequentato le coppe europee, prima approdando in Conference League e poi in Europa League, raggiungendo gli ottavi di finale.
E il salto successivo non poteva essere più iconico, visto che la prima assoluta in Champions ha visto i berlinesi affrontare il Real Madrid, addirittura menzionato in uno dei cori più famosi della squadra.
Una scalata pazzesca, per un club che è nato nel 1906 e che ha avuto una lunga storia fatta di scissioni e nuove denominazioni, prima di diventare ufficialmente 1.FC Union Berlin nel 1966. Il soprannome della squadra è Die Eisernen, i ferrai, a causa del fatto che in passato molti dei calciatori erano figli di operai.
Il simbolo del club è l’orso, che è anche quello della città di Berlino, e l’inno, Eisern Union, è scritto e cantato dalla celebre cantautrice Nina Hagen, da sempre tifosa dell’Union.
La casa dell'Union
Come prassi in Germania, la squadra è per la maggioranza delle quote di proprietà dei tifosi e il club è uno di quelli con le regole più restrittive in quanto a peso delle quote nelle votazioni, applicando il concetto di “una testa, un voto”, impedendo anche a chi ha più partecipazioni di contare più degli altri al momento di prendere decisioni.
La casa dell’Union è lo Stadion An der Alten Försterei, situato nel quartiere di Kopenick. Costruito nel 1920, ha 22mila posti a sedere, che lo rendono lo stadio berlinese più capiente, almeno per quelli utilizzati solo ed esclusivamente per il calcio (escludendo dunque l’Olympiastadion).
Il nome dello stadio deriva da una vecchia casa a uso dei guardaboschi, visto che l’impianto è situato nei pressi della foresta di Sadowa. La casa in questione è stata poi annessa allo stadio e rappresenta parte integrante del folklore e della storia dell’Union. Non sorprende dunque che la decisione di giocare le partite di Champions League all’Olympiastadion sia stata abbastanza controversa.
Il club l’ha giustificata spiegando che, nonostante la UEFA avesse concesso di giocare all’Alten Försterei, la volontà di garantire a tutti i 56mila soci dell’Union di vivere le notti europee ha fatto propendere per l’impianto olimpico.
Nonostante ciò, nell’esordio casalingo, con sconfitta a sorpresa per le scommesse calcio, contro il Braga non sono mancati cori e striscioni per la mancata disputa del match nell’impianto tradizionale.
Il tecnico dell'Union è Urs Fischer
A guidare la squadra nella sua vertiginosa ascesa ai massimi livelli del calcio tedesco ed europeo è un tecnico svizzero, Urs Fischer, ex calciatore di Zurigo e San Gallo, che nel 2018 si è seduto sulla panchina dell’Alten Försterei dopo aver allenato lo Zurigo, il Thun e il Basilea.
Dunque, il suo arrivo è coinciso con la stagione della promozione e con quelle passate in Bundesliga. E l’ottimo lavoro svolto finora gli ha garantito un bell’aumento di stipendio, considerando che il suo primo contratto con l’Union gli garantiva 1 milione di euro a stagione, ma l’ultimo rinnovo lo ha portato a 3 milioni di euro all’anno.
Leonardo Bonucci è il più pagato all'Union
E i calciatori? Rispetto alle scorse stagioni, quando l’Union cercava giocatori emergenti, l’approdo in Champions League ha costretto ad aggiungere alla rosa degli elementi di provata esperienza, il che ha portato il monte ingaggi a raggiungere i 36 milioni.
Ed ecco perchè i due paperoni della squadra sono due ex Serie A, che hanno deciso di sposare la causa del club berlinese nella sua prima esperienza ad altissimi livelli. Il giocatore che guadagna di più è Leonardo Bonucci.
Il partner di sempre di Giorgio Chiellini, risolto il contratto con la Juventus, è volato in Germania e ha firmato con l’Union un contratto annuale che gli garantisce circa 4 milioni di euro a stagione. Una cifra simile è quella che guadagna invece un ex Atalanta e Inter come Robin Gosens.
L’esterno sinistro però ci arriva con un ingaggio fisso da poco meno di 3 milioni fino al 2028, a cui vanno aggiunti possibili bonus che arrivano fino a un milione di euro: gli appassionati di scommesse Italia ricordano Gosens come primo marcatore seriale ai tempi dell'Atalanta del Gasp!
A chiudere il podio dei più pagati all’Alten Försterei c’è un giocatore in prestito, Brenden Aaronson.
Gli stipendi dell'Union Berlino
L’attaccante statunitense è di proprietà del Leeds United, retrocesso in Championship, di cui è anche uno degli acquisti più pagati di sempre, visto che è costato oltre 33 milioni. Il suo ingaggio è di 2,8 milioni a stagione.
Poco più in basso c’è un altro nuovo arrivo, il francese Lucas Tousart, ex Olympique Lione e Hertha Berlino. Il suo accordo con il club berlinese parla di 2,6 milioni di euro all’anno.
Altro nome molto conosciuto, soprattutto in Germania, è quello di Kevin Volland. Il centravanti, che vanta 15 presenze nella Mannschaft, è tornato in patria dal Monaco e ha firmato con l’Union un contratto da tre stagioni a 2,4 milioni di euro. Si scende poi sotto i due milioni per due calciatori arrivati in prestito, David Fofana e Alex Kral.
L’attaccante della Costa d’Avorio è di proprietà del Chelsea e guadagna 1,8 milioni, così come il centrocampista ceco, proveniente dallo Spartak Mosca. E poi ci sono tutti gli altri, tra cui buoni prospetti pagati relativamente poco, come i difensori Danilho Doehki (600mila euro a stagione) e Diogo Leite (340mila euro).
A dimostrazione che, nonostante il salto di qualità, l’Union sa ancora pescare talenti e lanciarli nel calcio che conta.
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.