Stipendi Italia rugby

Dopo una serie di alti e, soprattutto bassi, nell’ultimo decennio, la storia del rugby italiano è pronta a cambiare e la nazionale è tornata a offrire buone prestazioni. 

Sotto la guida dell’argentino Gonzalo Quesada, diventato CT a inizio 2024, con un'attenzione esemplare in campo a tutti i ruoli rugby, gli Azzurri si sono tolti alcune soddisfazioni non da poco nell’ultimo anno.

Lo straordinario Sei Nazioni 2024 degli Azzurri

Nell’edizione 2024 del Sei Nazioni infatti sono arrivati risultati a dir poco inattesi. Nel match di apertura, a Roma contro l’Inghilterra, gli azzurri hanno perso di appena tre punti contro i Maestri, un 24-27 che ha fatto subito ben sperare.

E se nel match successivo, a Dublino contro l’Irlanda (che avrebbe vinto il torneo) l’Italia è rimasta a secco di punti subendo un netto 36-0, i restanti tre incontri hanno certificato a pieno la crescita della nazionale azzurra.

Prima è arrivato il pareggio con la Francia allo Stade Pierre Mauroy, un risultato che una volta sarebbe stato considerato un trionfo, ma che ha invece lasciato Quesada e i suoi con l’amaro in bocca, visto che è stato fallito un calcio sul fischio finale che ci avrebbe regalato una clamorosa vittoria oltralpe.

Ma le partite contro Scozia (a Roma) e Galles (al Millennium Stadium di Cardiff) hanno regalato all’Italia due trionfi, rispettivamente per 31-29 e 21-24, che non solo hanno permesso agli Azzurri di espugnare il celeberrimo stadio gallese, ma anche (se non soprattutto) di far registrare la miglior prestazione italiana di sempre nel torneo, concludendo con due vittorie, un pari e due sconfitte, ponendo nel frattempo fine a una serie di otto cucchiai di legno consecutivi, di cui sette portati a casa con tanto di “whitewash” ovvero senza vincere neanche una partita.

A coronare un’edizione memorabile, poi, c’è stata l’incoronazione a miglior giocatore della manifestazione di Tommaso Menoncello.

L'Italia batte il Galles nell'edizione 2025

Davanti a queste premesse, era ovvio attendersi una conferma nel Sei Nazioni 2025. E nelle prime due partite di questa edizione del torneo, pur con risultati altalenanti, l’Italia ha dimostrato di aver preso un ritmo che può se non spaventare perlomeno preoccupare qualsiasi avversario.

Nell’incontro di apertura, disputato a Edimburgo nel leggendario impianto di Murrayfield, gli Azzurri hanno ceduto alla Scozia, che si è imposta per 31-19, non senza che la squadra di Quesada abbia avuto la possibilità di portare a casa la contesa.

Meglio, molto meglio è andata all’Olimpico nella sfida contro il Galles, sempre tenuto a debita distanza da parte degli Azzurri, molto più di quanto il risultato finale di 22-15 (con l’Italia che ha chiuso in 13 per due espulsioni temporanee) lasci pensare. Le emozioni dell’edizione 2025 del Sei Nazioni però non sono certo finite.

La squadra di Quesada attende ora la Francia a Roma il 23 febbraio, prima di volare a Twickenham per affrontare l’Inghilterra il 9 marzo e chiudere il torneo di nuovo nella Capitale il 15 marzo, contro un’Irlanda che sembra di nuovo lanciata verso la vittoria, in un Olimpico che sarà strapieno sia di italiani che di irlandesi, anche vista la quasi concomitanza con la festa di San Patrizio.

Insomma, i risultati recenti degli Azzurri (ma anche le loro prestazioni in caso di sconfitta) sembrano aver messo una pietra tombale su certi discorsi di inadeguatezza italiana all’interno del celebre torneo europeo.
 

L'Italia nel Sei Nazioni 2023

I bonus per i rugbisti al 6 Nazioni

I premi del 6 Nazioni per le federazioni

Gli stipendi degli Azzurri del rugby

Quanto guadagna Ange Capuozzo in Francia

La vittoria al Millennium Stadium

L’edizione 2022 ha portato finalmente una vittoria, dopo sei anni consecutivi di whitewash.

Il clamoroso 21-22 anche per le scommesse contro il Galles al Millennium Stadium ha interrotto una serie di sconfitte che sembrava infinita e, assieme alle ottime prestazioni autunnali, segnala un ritorno importante dell’Italia nei match che contano.

I bonus per i rugbisti al 6 Nazioni

Il Sei Nazioni, però, non è solamente un grandissimo evento sportivo, seguito in tutto il mondo e non solo nei paesi interessati. Si parla anche di un ottimo rientro economico, sia per le federazioni coinvolte che per i giocatori.

Giocare (e vincere partite e, perchè no, il trofeo) significa per le squadre incamerare ottimi bonus. Non ci sono cifre ufficiali al riguardo, ma le indiscrezioni che i sempre interessati tabloid inglesi danno al riguardo lasciano capire quali possano essere gli introiti per chi scende in campo nella manifestazione più importante del rugby europeo per nazionali.
 
Intanto bisogna dire che l’incasso dipende…da nazione a nazione. Ogni federazione infatti decide una cifra di base come gettone di presenza, a cui vanno poi aggiunti parte dei proventi dei diritti TV e un bonus vittoria conquistabile partita per partita.

Neanche a dirlo, a fare la parte del leone è l’Inghilterra, che offre circa 26mila euro a giocatore per ogni partita giocata, a cui si aggiungono circa 6mila euro in diritti di immagine e ben 35mila euro in caso di vittoria.

Segue la Francia, che tra gettone e diritti arriva a 21 mila dollari, più o meno quanto incassano i transalpini come bonus vittoria. Per quanto riguarda i gettoni, poi, arriva l’Italia.

Ogni azzurro incassa circa 7.500 euro per rappresentare il tricolore nel Sei Nazioni, più 2.000 euro per i c.d. diritti di immagine.

Il punto dolente per gli italiani sono però i bonus vittoria, non tanto perchè purtroppo arrivano di rado, ma perchè sono i più bassi del lotto: solo 7000 euro, contro i 9500 della Scozia, i circa 12mila dell’Irlanda e i quasi 18mila dei gallesi, per cui vincere una partita significa incassare il corrispettivo di quasi tre gettoni di presenza.

I premi del 6 Nazioni per le federazioni

Ma quanto vince la federazione in caso di trionfo nel Sei Nazioni? E quanto viene poi girato ai giocatori? La federazione vincente incassa più o meno 6 milioni di euro, che diventano 7 nel caso si riesca a portare a casa il trofeo facendo anche il Grande Slam (quando una squadra vince tutte e cinque le sue partite).

Ed è usanza comune prevedere un premio vittoria per i giocatori, che viene ripartito a seconda delle presenze nella rosa della propria nazionale nell’edizione.

Dunque, immaginando un’Italia clamorosamente campione, magari con tanto di Grande Slam, un giocatore sempre presente incasserebbe circa 80mila euro di base, più il premio per la vittoria finale stabilito dalla Federazione.
 
Queste cifre, ovviamente, oltre a essere non confermate sono comunque valide solamente per il Sei Nazioni. Per quanto riguarda i test match, i cui diritti televisivi sono certamente inferiori a quelli del celebre torneo, è logico immaginare accordi al ribasso, almeno per quanto riguarda l’Italia.

Discorso diverso invece per la Coppa del Mondo, visto che i giocatori, oltre ai gettoni, ricevono anche un compenso che va a coprire il periodo di preparazione in vista dell’evento. Insomma, in base a quanto frutta la trasmissione del match, cambiano i compensi per chi scende in campo.

Gli stipendi degli Azzurri del rugby

Più complicato ancora stabilire quanto guadagnano i giocatori della loro nazionale nei club. Una cosa è certa, quelli che giocano nelle due franchigie italiane nel Top 14, ovvero la Benetton e le Zebre, percepiscono parte dei loro stipendi grazie alla FIR, che versa a entrambe un contributo annuale che nelle ultime stagioni è arrivato a 5 milioni di euro.

Situazione ancora particolare per le Zebre, considerando che la squadra bianconera è direttamente di proprietà federale.

Anche perchè bisogna ricordare la storia del rugby che in Italia è ancora qualificato come uno sport dilettantistico.

E nonostante gli atleti italiani che giocano nelle due franchigie dell’URC (ma non solo) siano professionisti nei fatti e negli stipendi, la legislazione tricolore non ha fatto il passo avanti che è stato fatto altrove (Francia, Inghilterra, ma anche in Giappone). E quindi andare all’estero, oltre che essere più remunerativo, è anche una scelta per il futuro…

Un'immagine della sfida con l'Australia

La Benetton invece, che offre parecchi dei suoi giocatori a Quesada, difficilmente fa trapelare quanto spende per i suoi contratti e restano solamente alcuni spifferi, che parlano di cifre che oscillano tra i 50mila e i 100mila euro a stagione a seconda dell’importanza del giocatore per la squadra.
 
Discorso diverso per i tanti azzurri che negli ultimi anni sono andati a giocare all’estero. Altrove i salari sono più alti, complici i maggiori introiti dei diritti televisivi dei tornei. Giocare in Francia, per esempio, garantisce a un giocatore di una squadra del campionato francese una media di oltre 200mila euro a stagione.

Stipendi Italia rugby

 

Quanto guadagna Ange Capuozzo in Francia

Una buona notizia per gli italiani…frontalieri come Ange Capuozzo, stella dello scorso Sei Nazioni azzurro, che è passato allo Stade Toulousain dopo anni trascorsi al Grenoble.

Con un budget annuale di quasi 50 milioni per la stagione 2025, nella squadra occitana, un po' un PSG, sempre favorito per le scommesse calcio, della palla ovale, la media degli stipendi è in linea con quella dell’intero campionato, 240mila euro, con i giocatori più importanti che guadagnano anche 500mila euro.

E considerando che Capuozzo è stato eletto rivelazione dell’anno, probabile che anche il suo nuovo contratto rifletta questo status.

Gli stipendi degli Azzurri nella Top 14 francese

Assieme a Capuozzo e Lucchesi giocano nel campionato francese anche Martin Page-Relo, Monty Ioane (entrambi a Lione), Paolo Garbisi (Toulon), Tommaso Allan (Perpignan), Stephen Varney (Vannes) e Giacomo Nicotera (Stade Français).

Poco sorprendentemente, si parla delle altre tre squadre del Top 14 francese con il budget per gli stipendi più alto (più il Vannes e il Perpignan, che invece sono tra quelle che spendono di meno). Dunque le stelle dell’ItalRugby che hanno deciso di andare oltralpe possono aspettarsi contratti importanti, che superano i 300mila euro a stagione.

Gli ingaggi di chi gioca in Inghilterra

Alti i contratti anche in Inghilterra, dove giocano altri azzurri. Il pilone Marco Riccioni e la seconda linea Dino Lamb vestono la maglia degli Harlequins, squadra londinese che fornisce anche giocatori all’Inghilterra, mentre la terza linea Ross Vintcent è invece in forza all’Exeter.

La media stipendi da quelle parti è di circa 120mila euro, ma con la possibilità per le stelle di guadagnarne fino a 400mila. Dunque, anche per chi gioca oltremanica gli ingaggi sono più alti. E per loro fortuna molti azzurri si stanno facendo un nome anche al di fuori dei confini nazionali. 

La media stipendi da quelle parti è di circa 120mila euro, ma con la possibilità per le stelle di guadagnarne fino a 400mila. Dunque, anche per chi gioca oltremanica gli ingaggi sono più alti. E per loro fortuna molti azzurri si stanno facendo un nome anche al di fuori dei confini nazionali!

Il che, come dimostrano le cifre qui riportate, non è solo un vanto a livello sportivo (nonchè l’opportunità di mettersi alla prova nei campionati più prestigiosi d’Europa), ma anche una bella svolta dal punto di vista economico! 

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.