Un titolo di campioni di Germania, cinque coppe nazionali, una coppa UEFA e l’Europa League 2021/22. A declamare il palmares dell’Eintracht Francoforte non ci vuole poi molto, soprattutto considerando che il momento migliore delle Aquile è lontano ormai almeno quarant’anni (sempre se non si vuole tornare al campionato vinto nel 1959).
Eppure il fatto che il club abbia partecipato a sole sei stagioni di Zweite Bundesliga nella sua storia ultracentenaria dimostra che la “Diva del Meno” è una delle società storiche del calcio tedesco, che nel corso degli anni ha saputo raggiungere vette importanti.
Il collaudato 3-4-2-1 dell'Eintracht
La rosa dell'Eintracht Francoforte
Il Campione del Mondo Mario Gotze
Il colpo Muani a parametro zero
Gli stipendi dell'Eintracht Francoforte
Negli ultimi cinque campionati i rossoneri, oltre a vincere la Coppa di Germania nel 2018 e la scorsa Europa League a sorpresa per le scommesse calcio, sono andati in crescendo: non sono mai scesi al di sotto dell’undicesimo posto e spesso alcuni calciatori dell’Eintracht (Jovic, Rebic, Haller, Andre Silva, Kostic) hanno fatto benissimo, trovando poi collocazione nelle big del Vecchio Continente.
E nonostante questo, la squadra ha continuato a fare bene, come dimostra la qualificazione agli ottavi di finale della Champions League 2022/23, con il secondo posto in un gruppo molto equilibrato e composto da Tottenham, Sporting Lisbona e Olympique Marsiglia.
Il collaudato 3-4-2-1 dell'Eintracht
Nell’annata attuale, nonostante la rosa abbastanza ampia a disposizione, il tecnico Oliver Glasner ha trovato un assetto che sembra abbastanza definitivo sia per quanto riguarda il modulo (un 3-4-2-1 con molta densità a centrocampo) che per gli interpreti.
Il sistema di gioco è cambiato pochissime volte, con un passaggio alla difesa a 4 in alcuni match, mentre sono molti i calciatori solitamente titolari che hanno giocato la maggior parte dei minuti a disposizione, lasciando ai compagni di squadra meno utilizzati soltanto le briciole.
L’esempio lampante è dato dal portiere, che è Kevin Trapp, èx Paris Saint-Germain e nel giro della nazionale tedesca, che ha praticamente giocato sempre, permettendo al suo dodicesimo, il giovane Diant Ramaj, di scendere in campo solo per novanta minuti a causa di un problema fisico del titolare.
La rosa dell'Eintracht Francoforte
Il trio dei difensori centrali è composto dal francese Evan Ndicka, dal brasiliano Tuta e da…un terzo da scegliersi all’occorrenza. Il transalpino è stato prelevato dall’Auxerre ormai quasi anni fa ed è cresciuto esponenzialmente, arrivando a prendersi il posto da titolare fisso e a raggiungere una valutazione che si aggira sui trenta milioni di euro, aiutata dalla poliedricità che gli permette di poter giocare anche a sinistra.
Ora però il centrale è un po’ un problema per il club, visto che ha il contratto in scadenza e non sembrano esserci margini per un rinnovo…
Percorso abbastanza simile per il verdeoro, portato in Germania poco dopo la maggiore età e prestato in Belgio per fare esperienza. Da quando è tornato, però, il classe 1999 ha dato abbastanza garanzie da prendersi una maglia.
Il terzo posto nella difesa se lo contendono alcuni calciatori. In teoria la riserva dei centrali è una vera e propria leggenda del club, il giapponese Makoto Hasebe. Il nipponico, classe 1984, nasce come centrocampista ma negli ultimi anni ha abbassato particolarmente la sua zona di azione e adesso è un vero regista arretrato.
Lo stesso spartito tattico che suona anche un nuovo arrivato, Kristijan Jakic. Il croato è stato acquistato dalla Dinamo Zagabria e grazie alla sua capacità di giocare ovunque (nasce mediano, ma fa il centrale di difesa e all’occorrenza anche il terzino) si è subito trovato un posto con costanza nell’undici titolare.
È arrivato da poco anche un altro croato, Hrvoje Smolcic, che si è ritagliato qualche spazio in assenza degli altri centrali.
Visto lo scherma di partenza, c’è assai poco spazio per i terzini veri e propri, a cui vengono preferiti esterni a tutta fascia. Sulla sinistra, dopo l’addio di Kostic in direzione Juventus, c’è stato un bel viavai. Dai bianconeri è arrivato Luca Pellegrini, che ha trovato spazio a inizio stagione, ma che spesso ha visto il suo posto preso da Christopher Lenz.
Ora che non c’è più l’azzurro, in teoria Lenz è il titolare, ma le sue frequenti assenze per infortunio hanno portato a vedere schierati da quella parte anche Philipp Max e Ansgar Knauff, che in teoria però è il titolatissimo sulla fascia destra. Quando il calciatore in prestito dal Borussia viene spostato sull’altra fascia, il suo posto lo prendono Junior Dina Ebimbe o Aurelio Buta.
Il Campione del Mondo Mario Gotze
Anche al centro della mediana le gerarchie sono abbastanza definite. I due calciatori più utilizzati sono lo svizzero Djibril Sow e Sebastian Rode. L’elvetico è arrivato qualche anno fa e non solo si è preso la sua centralità all’Eintracht, ma è anche riuscito ad accumulare parecchie presenze in una nazionale come quella svizzera in cui la concorrenza a centrocampo è parecchio agguerrita.
L’ex Bayern Monaco e Borussia Dortmund invece gioca con meno frequenza, perchè spesso nel 3-4-2-1 di Glasner accanto a Sow ci finisce uno dei tre trequartisti di spicco del club. I nomi da tenere d’occhio sono quelli di Daichi Kamada, Jesper Lindstrom e Mario Gotze.
Il giapponese è quello che finisce in mediana con più frequenza, è a Francoforte ormai da cinque anni ed è uno dei punti forti della squadra, con una buona valutazione di mercato (30 milioni) nonostante un contratto in scadenza nel 2023. Il suo compagno di scorribande è il danese classe 2000, arrivato nel 2021 per appena sette milioni dal Brondby, che ha già esordito nella sua nazionale e ha vinto il titolo di miglior debuttante stagionale della scorsa Bundesliga.
E poi c’è Gotze, campione del mondo nel 2014, che è arrivato dal PSV E che finalmente sembra aver risolto i problemi fisici che gli hanno impedito di diventare un campionissimo. Il classe 1992 ha una classe innata e può giocare ovunque in avanti, anche come falso nueve.
Il colpo Muani a parametro zero
Quello vero, di numero nove, è però il francese Randal Kolo Muani, arrivato a parametro zero dal Nantes. Un grandissimo colpo, perchè il transalpino ha dimostrato una forma invidiabile, che gli ha permesso anche di essere convocato da Deschamps per i Mondiali in Qatar, dove ha anche rischiato di segnare il gol che poteva dare, per le scommesse live, la seconda coppa consecutiva ai Bleus.
La sua riserva è il colombiano Rafael Borrè, tornato in Europa dopo qualche anno di assenza in cui ha fatto in tempo a vincere la Libertadores con il River Plate. Per lui c’è anche il gol nei tempi regolamentari della finale di Europa League vinta, oltre al calcio di rigore decisivo tirato nella notte di Siviglia. Più in ombra Lucas Alario, che ormai vede il campo con molta meno frequenza che in passato
Gli stipendi dell'Eintracht Francoforte
Chi si aspetta che l’Eintracht, non essendo una big (attuale!) del calcio tedesco paghi stipendi bassi ha però capito male. Ci sono parecchi calciatori (Trapp, Gotze, Borrè Kamada, Rode, Sow e Alario) che superano il tetto dei due milioni di ingaggio a stagione, con Max, Lindstrom e Kolo Muani che non si allontanano molto da quelle cifre.
Tra i titolari che guadagnano meno di un milione di euro ci sono Ndicka, Kamada, Tuta e Jakic, che non per nulla hanno tutti quanti un contratto in scadenza più o meno prossima.
Se il club vorrà trattenerli, dovrà offrire stipendi che si avvicinano a quelli dei compagni più pagati, oppure per la gioia di molte possibili pretendenti l’Eintracht sarà costretto a cederli o, peggio ancora, a vederli andare via a zero. E una squadra la troveranno, perchè gli ultimi anni hanno dimostrato una cosa: pochi club sanno valorizzare i propri calciatori come quello di Francoforte.
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 4 aprile 2022.