Quando in Sardegna si parla di basket, la parola che viene in mente è una sola: Dinamo. Non serve neanche aggiungere “Sassari”, perché la società biancazzurra finisce per rappresentare tutta la regione, che negli ultimi anni si è anche presa più di qualche soddisfazione.
Da quando nel 2010 la Dinamo ha ottenuto la prima storica promozione in Serie A1 (riportando nella massima serie la Sardegna 31 anni dopo la Brill Cagliari), la squadra ha costantemente ottenuto piazzamenti importanti nella regular season, per poi aggiudicarsi un incredibile triplete domestico a metà degli anni Dieci, aggiungendo poi un trofeo continentale alla fine del decennio.
Meo Sacchetti ed il basket sardo
L’era d’oro della Dinamo, quella cominciata con la promozione in A1, è legata a stretto filo con la figura di Romeo “Meo” Sacchetti.
L’ex giocatore di Torino, Varese e nazionale italiana, argento ai Giochi Olimpici di Mosca nel 1983, oro europeo nel 1983 e bronzo nell’edizione successiva, si prende la panchina della squadra sarda nell’estate 2009 e la porta subito nel massimo campionato.
La Dinamo si dimostra immediatamente molto competitiva, raggiungendo i playoff alla prima stagione in A1 anche grazie all’ingaggio di alcuni dei protagonisti del ciclo che si sta per aprire come l’ex NBA Travis Diener e a suo cugino Drake, arrivato l’anno successivo, quando Sassari arriva alle semifinali dei playoff battendo la Virtus Bologna, per poi perdere contro la Mens Sana Siena.
Lo scudetto della Dinamo Sassari
Il processo di consolidamento continua e porta i primi risultati nella stagione 2013/14, quella terminata con il primo storico titolo per la Dinamo, la Coppa Italia vinta battendo nella final eight l’Olimpia Milano, la Reggiana e poi Siena in finale.
La squadra sarda sembra aver raggiunto l’apice delle sue possibilità e nella stagione successiva, complici addii importanti come quelli dei cugini Diener, pare destinata a un ridimensionamento. Ma non andrà così, perché il mercato porta a Sassari David Logan, che sarà il miglior realizzatore stagionale, un centro solido come Shane Lawal, il playmaker Jerome Dyson e l’ala piccola Jeff Brooks.
Questi nuovi arrivi, a cui va aggiunto l’apporto dei senatori italiani come Brian Sacchetti (figlio di Meo). Giacomo Devecchi o capitan Manuel Vannuzzo, portano la banda Sacchetti a una stagione che definire storica è poco.
Il triplete di Sassari
A ottobre 2014 la Dinamo vince la Supercoppa Italiana, battendo prima Roma e poi Milano, mentre a febbraio fa il bis in Coppa Italia, sconfiggendo Cremona, Reggiana e di nuovo l’Olimpia nella finalissima.
Per completare il capolavoro manca qualcosa: lo scudetto. E nonostante il quinto posto in Regular Season, Sassari elimina prima Trento e poi, a sorpresa per le scommesse sportive, Milano (prima nella fase precedente) per approdare alla finalissima contro la Reggiana. Ci vogliono sette sfide, con gli emiliani che a un certo punto sono sul 3-2, per regalare alla Sardegna il tricolore.
Terminata nel 2017 l’era Sacchetti, la Dinamo non ha comunque subito nessun ridimensionamento, rimanendo una delle società più importanti d’Italia.
Il Poz parte dalla Dinamo
Negli ultimi anni sono arrivati altri risultati importanti, come la seconda finale scudetto (persa a gara 7 contro Venezia) e la vittoria nella FIBA Europe Cup, arrivate entrambe nella stagione 2018/19, cominciata con in panchina l’ex NBA Vincenzo Esposito e terminata con alla guida Gianmarco Pozzecco, che proprio alla Dinamo comincia la parabola che lo ha portato a diventare CT della nazionale.
Con il “Poz” al comando, la Dinamo vince anche la Supercoppa nella stagione successiva, confermandosi poi grande protagonista della Serie A anche nelle edizioni più recenti.
Il main sponsor Banco di Sardegna
Il grande salto di Sassari è stato possibile anche grazie a una serie di fattori importanti dal punto di vista economico. In primis la proprietà, che fa capo a Stefano Sardara, nome grosso delle assicurazioni che ha acquistato la squadra nel 2012.
E poi il lunghissimo connubio con il Banco di Sardegna, che è main sponsor della Dinamo ormai da oltre trent’anni, con la squadra che in un certo periodo negli anni Novanta ha anche adottato i colori biancoverdi, quelli dell’istituto bancario.
Rappresentando dunque l’intera regione, la Dinamo ha o ha avuto tra i suoi sponsor alcuni dei grandi marchi più legati al territorio isolano, come Ichnusa, Sella e Mosca, Tiscali, Sardaleasing e Sardares.
La squadra di Sassari gioca le sue partite casalinghe al PalaSerradimigni, struttura da quasi cinquemila posti a sedere, che è stata ristrutturata negli anni Novanta e che ospita sia la sezione maschile che quella femminile della Dinamo. L’impianto è stato intitolato alla cestista sassarese Roberta Serradimigni, scomparsa in un incidente nel 1996.
Il roster 2023/2024 della Dinamo Sassari
La Dinamo affronta la stagione 2023/24 con un roster abbastanza rinnovato rispetto a quello che ha terminato l’annata 2022/23 con l’eliminazione in semifinale ai playoff per mano dell’Olimpia Milano. Sono infatti arrivati in Sardegna Alessandro Cappelletti, Stanley Whittaker, Brein Tyree, Vasilis Charalampopoulos e Stephane Gombauld, rispettivamente da Verona, Wurzburg, Ostenda, Pesaro e Nancy.
Hanno invece lasciato la squadra Massimo Chessa e soprattutto la bandiera Giacomo Devecchi, che ha lasciato il basket dopo 17 anni di militanza in biancoazzurro. Tra gli altri che hanno terminato il loro contratto ci sono Gerald Robinson, Chris Dowe, Jamal Jones e DeShawn Stephens.
Il monte ingaggi della Dinamo
E per quanto riguarda gli stipendi? Nella scorsa stagione la Dinamo si è attestata sul milione e mezzo di spesa per gli ingaggi dei giocatori, una cifra molto simile a quella che veniva spesa nella prima stagione in A1, quando solo i tre americani (Diener, White e Hunter) costavano complessivamente un milione alla società.
Si tratta del sesto budget della Lega, che va a fare il paio con la quinta posizione in regular season raggiunta nell’annata passata.
Tra i contratti più importanti ci sono quelli di Stefano Gentile, legato al club fino al 2025, ma anche di un classe 2000 come il centro senegalese Ousmane Diop e di un 1999, l’estone Kaspar Traier, che hanno accettato un prolungamento fino al 2024 e che sono entrambi schierabili come “italiani” avendo fatto i canonici quattro anni di formazione nel nostro paese.
Tra i nuovi arrivi c’è Tyree, che nel 2021 è stato tagliato dai Toronto Raptors, che gli avevano fatto firmare un contratto da quasi 900mila dollari a stagione, cifre che certamente non potrà guadagnare in Sardegna.
Arriva invece da Pesaro Charalampopoulos, che ai tempi del Panathinaikos guadagnava 350mila euro a stagione. Lui sì che rientra nei parametri di Sassari, ovvero spendere oculatamente per ottimi risultati…
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.