Dopo aver analizzato ogni aspetto della posizione del braccetto, passiamo ad un altro neologismo del dizionario del football: il sottopunta!
Il calcio è un argomento in continua evoluzione, così come i termini utilizzati per parlarne.
E persino i ruoli non fanno eccezione. Per quanto possa sembrare semplice, con posizioni molto definite come portiere, difensore, centrocampista e attaccante, la moltitudine moderna di compiti che vengono assegnati a ogni singolo calciatore fa sì che i ruoli (ammesso che di ruolo in senso stretto si possa parlare) siano tantissimi.
E anche loro…cambiano nome. Se prima c’era la mezzala, ora c’è il tuttocampista o centrocampista box-to-box, quelli che prima erano terzini fluidificanti ora sono esterni a tutta fascia e anche il trequartista e la seconda punta non esistono più, sostituiti dal più moderno (e parecchio più vago) “sottopunta”.
I compiti tattici del sottopunta
Cosa fa una sottopunta? Semplice, agisce di concerto con il centravanti, vuoi combinando con lui, trovando spazio grazie ai suoi movimenti o creandogliene inserendosi verso la porta.
In pratica, una combinazione di quello che una volta facevano il trequartista (giocare negli spazi tra centrocampo e difesa, anzi, come si dice oggi, negli half-spaces) e la seconda punta che accompagnava il movimento dell’attaccante centrale.
Julian Alvarez il sottopunta più forte
Il più forte sottopunta in circolazione è, per distacco, Julian Alvarez: la bravura dell'argentino Campione del Mondo e la sua incredibile intelligenza calcistica, hanno obbligato Pep Guardiola a cucirgli un ruolo diverso da quello di vice Haaland, primo marcatore seriale per le quote calcio!
Più in generale, rispetto al trequartista classico, il buon vecchio numero 10, la sottopunta perde quasi sempre a livello tecnico, mentre è di norma meno prolifica della classica seconda punta.
Allo stesso tempo però aggiunge imprevedibilità alla manovra, prendendosi sulle spalle i compiti di due tipologie diverse di calciatore, lasciando i difensori nella costante difficoltà di capire se agirà da 10 o da…11.
L'innovatore Spalletti ed il suo Perrotta
A lanciare questa mezza rivoluzione nel calcio italiano (ma non solo) è stato Luciano Spalletti. L’attuale CT della nazionale italiana ha sperimentato per la prima volta questa tipologia di ruolo quando ha varato il suo 4-2-3-1 ai tempi della prima esperienza alla Roma.
Il trequartista di quella squadra era un giocatore decisamente atipico come Simone Perrotta, che non aveva certo le qualità tecniche di un numero 10, ma sopperiva con un innato senso dell’inserimento e soprattutto con la capacità di capire e di sfruttare alla perfezione le giocate di Totti.
La sottopunta attuale infatti è una versione rivista e corretta della trasformazione del centrocampista di inserimento, a cui si aggiunge una propensione maggiore all’attacco.
A giocare sottopunta sono quasi sempre calciatori che già a diverso titolo fanno parte dell’attacco della squadra, sia che siano esterni offensivi o trequartisti oppure, caso non raro, che siano attaccanti centrali che però, vista la presenza di un altro centravanti, agiscono in maniera diversa, come faceva una volta la seconda punta.
La prima versione di Lautaro all'Inter
Oltre al meraviglioso Alvarez, come esempi di questo modo di giocare ci sono compagni di reparto di centravanti, in grado di far salire la squadra e di creare spazi al resto dell’attacco. Quello che è a lungo stato il caso del coreano Heung-Min Son, che al Tottenham in teoria fungeva da esterno d’attacco, ma in realtà sfruttava i movimenti di Harry Kane.
E non sorprende che in una stagione l’attaccante degli Spurs sia stato addirittura più efficace sotto porta persino del suo stesso centravanti, andando a vincere il titolo di capocannoniere della Premier League assieme a Momo Salah (uno che invece, non avendo un centravanti boa al Liverpool è rimasto davvero un esterno, salvo poi convergere al centro con frequenza, con il suo piede mancino fatato).
Anche chi ora è diventato un centravanti travolgente, come Lautaro Martinez, ha avuto un periodo di apprendistato accanto a delle prime punte dell’Inter, come ai tempi di Mauro Icardi o, di nuovo, della LuLa assieme a Lukaku.
Il ruolo di Raspadori è il sottopunta?
Poco sorprendentemente, anche nella squadra che con Spalletti ha vinto lo scudetto 2022/23, il Napoli, la sottopunta è stata utilizzata con frequenza. Rudi Garcia, che ha sostituito proprio il tecnico di Certaldo alla guida dei partenopei, sembra orientato a schierare in quel ruolo Giacomo Raspadori, che dovrebbe girare attorno a Victor Osimhen e sfruttare gli spazi aperti dallo strapotere fisico del nigeriano.
Spalletti invece ha deciso di cambiare modulo nella sua esperienza al Diego Armando Maradona, optando per un 4-3-3. Quando però ha schierato Piotr Zielinski, il polacco a volte ha fatto il trequartista di inserimento. La stella della squadra campione d’Italia, il georgiano Kvicha Kvaratskhelia, è invece rimasta nella sua zona a sinistra, pur segnando parecchio nella stagione del tricolore.
Ma persino in tempi non sospetti, quando sulla panchina azzurra c’era Carlo Ancelotti, il 4-3-3 di stampo sarriano è stato declinato in un simil 4-4-2, con Lorenzo Insigne che da ala sinistra era diventato la prima sottopunta del Napoli.
E a proposito di Re Carlo V, volendo scomodare uno dei migliori di sempre, a ben vedere si potrebbe considerare una sottopunta persino Cristiano Ronaldo, perlomeno nei tempi di Ancelotti e di Zidane al Real Madrid, quando non lo si poteva certo considerare solo un esterno offensivo, ma al contempo aveva come compagno di reparto uno come Karim Benzema, specializzato nello scardinare le difese avversarie con giocate e movimenti.
Insomma, si nota come il ruolo della sottopunta sia declinabile in parecchie maniere. Il che non aiuta chi deve dare una definizione precisa, ma neanche i difensori, che spesso con giocatori del genere non sanno davvero che pesci prendere!
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