Si chiamano multiproprietà ma, secondo lo stesso procedimento sintattico per cui le molte amichevoli estive si sono trasformate in "allenamenti congiunti", sono state ribattezzate "sinergie calcistiche". La sostanza, però non cambia: c'è un presidente di Serie A il cui patrimonio viene utilizzato per far crescere altri progetti, altri club. Magari in Serie B o C. Oppure, ancora all'estero.
Vere e proprie seconde squadre, anche se di fatto non parliamo di Under 23 o "costole" varie: club con la loro storia, talvolta importante, pesante, che condividono gli stessi destini di una società "ammiraglia". A questo punto si gioca con l'organigramma, nominando "presidente" o "amministratore delegato" una persona fidata, magari il figlio.
Da Lotito ai De Laurentiis
Il preambolo per dire che in Italia - e non solo - non esiste solo il caso Claudio Lotito a controllare Lazio e Salernitana. Le "multiproprietà", o "sinergie", costituiscono un fenomeno in netta crescita. Il caso più famoso, dopo quello riguardante il plenipotenziario dei biancocelesti, è senz'altro quello della presidenza De Laurentiis, partita da Napoli con papà Aurelio e ora allargatasi a Bari col figlio Luigi, numero uno dei Galletti.
Il quale, al giornalista di Sky Sport Massimo Ugolini, durante la trasmissione "Calciomercato - L'originale - ha dichiarato, senza mezzi termini: "Come avrete notato, i club che ci piace guidare, in famiglia, sono quelli dal grandissimo bacino di utenza. Grandi città e territorio con un'unica squadra di riferimento, come appunto sono Napoli e Bari". Dopo la promozione dalla D, un girone di ferro, come quello meridionale della Serie C, ha impedito il percorso netto di promozioni verso la Serie A, come più volte dichiarato nei vari proclami.
Resta da aggiornarsi su come potranno coesistere sia azzurri che biancorossi nella massima serie con questi assetti societari. Impossibile da regolamento: occorrerà aggiornarsi in questo senso, per ulteriori sviluppi e modifiche allo spartito. Uno status quo che, ad esempio, i tifosi della Salernitana hanno più volte dimostrato di non gradire, chiedendo a Lotito di passare subito la mano.
Setti: Verona e Mantova
Poi c'è il caso Maurizio Setti, imprenditore carpigiano presidente dell'Hellas Verona in Serie A e, dal 27 giugno 2018, socio di maggioranza del Mantova in Serie C. Tuttavia, nei quadri societari non compare ufficialmente: nel frattempo, i virgiliani si sono riportati in Serie C ma c'è da scommettere che prima o poi, esattamente come per il Bari, sarà necessaria una svolta decisionale. Prima o poi, per un club di tale tradizione non è così peregrino immaginare infatti Hellas e Mantova nella medesima categoria.
Giulini e la "sinergia" Cagliari-Olbia
Il filo conduttore Serie A-Serie C porta anche al caso Cagliari-Olbia nel segno di Tommaso Giulini, ex azionista dell'Inter, oggi patron del Cagliari e "controllore" (diciamo così) dell'Olbia in terza serie. Sulle maglie dei galluresi, compare lo sponsor "Fluorsid", gruppo chimico, una delle attività imprenditoriali dello stesso Giulini, che allo stadio "Bruno Nespoli" manda i giovani del Cagliari a farsi le ossa.
Una corsia preferenziale che ha coinvolto, tra i vari esempi, Damir Céter Valencia (oggi attaccante del Pescara), Daniele Ragatzu e tanti altri.
La multiproprietà internazionale dei Pozzo
A proposito di giocatori in movimento, la multiproprietà della famiglia Pozzo, continua con gli interscambi tra Udinese e Watford, favorita nella Championship inglese per le scommesse calcio. Tra gli ultimissimi, Stipe Perica e Ken Sema girati agli Hornets e il difensore Sebastian Prödl a fare il percorso inverso. Si tratta di un progetto funzionante? Sì, ma non ad altissimi livelli. Tra Udinese e Watford, un tempo c'è stato anche il Granada, club di Liga che però, nel recente passato, è stato mollato dalla famiglia di imprenditori friulani ad un potente gruppo cinese.
Lo scopo dichiarato è quello di creare un modello calcistico di sostenibilità che si autoalimenti. Detto questo, da quando i Pozzo si concentrano su varie proprietà nel mondo del pallone, i risultati dei friulani bianconeri si sono fatti via via meno brillanti, rispetto ai piazzamenti Champions o in zona Europa League a cui avevano abitato, dalle parti della Dacia Arena, dalla fine degli anni Novanta alla prima decade dei Duemila. Quasi una dispersione delle forze, soprattutto a livello di scouting.
Red Bull e City nel mondo: tutt'altra storia
Sempre all'estero, si sa, esiste il modello Red Bull e quello del Manchester City, autentiche holding del calcio con squadre sparse il tutto il globo terrestre. Quella, si può dire, si tratta dell'esasperazione del concetto di "multiproprietà" del pallone. Molto più di semplici "sinergie"...
*Le immagini dell'articolo, entrambe distribuite da AP Photo, sono di Andrew Medichini e Daniela Santoni.