Per la terza volta in una settimana il “panterone” della Lazio Felipe Caicedo è andato in gol per la sua squadra nel finale di partita o addirittura nei minuti di recupero, praticamente qualche istante prima del triplice fischio, risultando decisivo per la conquista di punti preziosi per i biancocelesti.
Una situazione alla quale Caicedo ci aveva già abituato, tanto da spingere in molti, in particolare i social media manager di Lazio e Lega Serie A a ribattezzare la celebre Zona Cesarini nella nuova Zona Caicedo. Ma a proposito, come nasce la leggenda della Zona Cesarini?
Cosa vuole dire “Zona Cesarini”
Chiariamo subito alcuni aspetti che gli appassionati di etimologia apprezzeranno.
La Zona Cesarini oggi definisce gli ultimi minuti di match di un evento sportivo, in particolare viene usata nel mondo del calcio proprio perché si rifà al giocatore della Juventus, Renato Cesarini.
Quella di sostituire un termine con un altro che ha una relazione di vicinanza (appunto zona recupero che diventa magicamente Zona Cesarini) è una metonimia.
Ma cosa ha fatto Renato Cesarini per permettere ai cronisti dell’epoca di coniare questa nuova figura retorica?
Ovviamente segnare a ridosso del fischio finale di diverse partite, ma scendiamo nel dettaglio della storia.
Cesarini era una mezzala della Juventus e della Nazionale. È proprio con la maglia azzurra che segnò al ’90 di una tesissima Italia – Ungheria valida per la Coppa Internazionale, il 13 dicembre del 1931. Cesarini segnò la rete del 3 a 2 finale. Una settimana dopo il giornalista Eugenio Danese parlò di “caso Cesarini” per raccontare il goal vittoria siglato all’89 di Ambrosiana Inter – Roma (finita 2 a 1).
Gli altri calciatori da “ultimi minuti” in Serie A
Di marcatori che hanno costruito gran parte della loro carriera o perlomeno narrazione grazie ai gol nei minuti di recupero, spesso e volentieri subentrando dalla panchina, la Serie A ne ha avuti diversi.
Si passa dallo spilungone argentino Julio Ricardo Cruz. El Jardinero, come è stato soprannominato da giovane calciatore, ha fatto le fortune italiane di Bologna, Inter e Lazio, ma ha anche vestito la maglia del River Plate in patria. Cruz ha rappresentato sempre un'ottima opzione come marcatore nelle scommesse calcio quando affrontava la Juventus nel Derby d'Italia...
È stato soprannominato “il giardiniere” a causa del suo lavoro quando era ragazzino, prima di diventare un professionista, anche se alcune fonti citano la sua passione con un macchinario che tagliava l’erba. Infatti, sembrerebbe che in Argentina a tagliare l’erba del campo fosse proprio Cruz prima delle partite.
Un altro giocatore che ci rievoca gol nello scadere si tratta di un altro sudamericano, questa volta brasiliano. Parliamo di Josè Altafini, in Italia con le maglie più blasonate: Milan, Juventus e Napoli.
Molto della sua fama da uomo dell’ultimo spezzone di partita è stato dettato dal tipo digestione che avevano gli allenatori nei suoi confronti. Nel finale di carriera Altafini si è rivelato molto strategico come giocatore da inserire a partita in corso.
In Brasile veniva chiamato anche “Mazzola”, per la sua spiccata somiglianza con Valentino.
Al di là delle origini tutte italiane della Zona Cesarini, sembra che quella del gol all’ultimo respiro sia tutta una questione di sangue e mentalità sudamericana.
*Il testo dell'articolo è di Luigi Di Maso, responsabile editoriale di Social Media Soccer; l'immagine è di David Vincent (AP Photo).