Vittime di una narrazione sportiva che troppe volte tende a scambiare la lente di ingrandimento dell’analisi con il megafono della narrazione enfatizzata, ci siamo ritrovati a credere che Tonali fosse “Il nuovo Pirlo”.
Un equivoco bello grosso, tra due giocatori che sono antitesi l’uno dell’altro ma che hanno vissuto (Pirlo) e vivono (Tonali) lo stesso compito e dimensione in campo: il mai banale ruolo del regista. È proprio qui che si è causato l’equivoco.
Sandro nei numeri
Sandro Tonali è corsa, ha gamba. È un calciatore bravo a ricoprire tutto il campo, mettere ordine e spendere il fallo, laddove è necessario. Nella stagione 2018 – 2019, in Serie B al Brescia, in 34 presenze ha accumulato 12 gialli, praticamente uno ogni 3 partite. Sandro Tonali è uno che corre abbiamo detto, uno che compatta la squadra seguendo e associandosi sempre ai compagni, tant’è che risulta essere l’italiano che ha corso più chilometri in Serie A nel 2020: una media di 11,284 chilometri in 2.181 minuti.
Numeri ai quali vanno aggiunti i 6.5 duelli vinti a partita, a testimonianza di un calciatore bravo nel cuore del gioco quando il pallone ce lo hanno gli avversari.
Tutto ciò non vi suggerisce un paragone più ragionato rispetto a quello con Pirlo?
Se la risposta è ancora negativa, continuiamo ad ammiccarvi, parafrasando le parole di un vecchio idolo del centrocampista ex Brescia.
La partita di Andrea Pirlo a Roma è inserita nel palinsesto del Toto8 settimanale!
Sandro Tonali nello spirito
“Prendila e spacca tutto ma cerca di essere antico perché la maglia del Milan è gloriosa e pesante. Presta ascolto a chi è lì da tanti anni”.
Le parole sono quelle di Gennaro Gattuso, estrapolate in una videochiamata proprio con Tonali che ha chiesto il permesso al suo idolo milanista, prima di scegliere la maglia numero 8 in rossonero.
Sì, perché Tonali è milanista vecchia data, aveva Gattuso come idolo da ragazzino e ora gli tocca prendere le redini del centrocampo di una delle squadre più gloriose della storia del calcio. Mica male per uno nato l’8 maggio del 2000.
Quindi, se proprio dobbiamo farlo questo paragone a onore di cronaca, facciamolo con Rino, anche lui iconico numero 8.
Sandro Tonali diventa il giocatore perfetto per condurre mano nella mano verso lidi felici, sia i nostalgici attaccati all’idea del calcio di una volta, sia gli avanguardisti adulatori di un calcio più dinamico, tecnologico e tattico.
Calciatore tecnicamente pulito nei fondamentali e predisposto ad azzardare la giocata in più anche quando la velocità di azione e pensiero aumenta all’improvviso. O perlomeno calciatore che restituisce l’impressione di poter perfezionare tutto grazie alla giovane età e ai margini di miglioramento che gli si prospettano.
Ragazzo equilibrato e umile (vedi episodio con Gattuso e dichiarazioni di Cellino su di lui a mercato in corso), con quella faccia pulita che resta tale anche quando si tuffa nel “fango” dei raddoppi di marcatura e nel traffico intasato del centrocampo.
Sandro Tonali è stato plasmato dal calcio del passato ed è proiettato verso quello del futuro.
Calcisticamente e umanamente mette d’accordo tutti, parola di chi di numeri 8 se ne intende.
*Il testo dell'articolo è di Luigi Di Maso, responsabile editoriale di Social Media Soccer.