Si riparte. Con le solite attese, la stessa passione, i nuovi acquisti e le vecchie ambizioni. La prima giornata di campionato rinnova quel senso di sano entusiasmo che avvolge l’avvio del campionato di calcio. Da sempre, l’esordio del torneo è accompagnato da sorprese più o meno grandi che nel tempo hanno generato vincite miliardarie al Totocalcio o aspettative disattese; Platini battuto all’esordio, Berlusconi bastonato da Rozzi, Edy Bivi che beffa Rudy Kroll.
Storie da … clamoroso al Cibali, partite che si sono prese - di imperio - la prima pagina dei giornali, reti che hanno freddato gli entusiasmi dei tifosi disegnando scenari differenti rispetto a quelli ipotizzati sotto l’ombrellone. Di seguito gli esordi stagioni con risultati più a sorpresa:
1982-1983
L’estate del 1982 è una delle più esaltanti grazie agli Azzurri che hanno appena vinto il Mundial di Spagna. Sei undicesimi della squadra italiana giocano nella Juventus che si è anche assicurata il polacco Boniek e il francese Michael Platini. Quella di Trapattoni sembra una squadra imbattibile, ma quando si presenta a Marassi per la prima sfida del campionato 1982-83, si capisce subito che c’è qualcosa che non va. La giovane Sampdoria del presidente Paolo Mantovani si prende la scena, e batte i campioni d’Italia in carica grazie a un gol di Mauro Ferroni.
L’uomo della domenica è un terzino: ha sulle spalle la maglia numero 2, e ha appena segnato quello che resterà il suo unico gol in Serie A.
Ferroni gioca otto stagioni in Serie A, dopo aver rovinato la domenica a Platini & compagni, vivrà una gloriosa stagione a Verona, vincendo l’unico scudetto scaligero della storia.
1984-1985
Il campionato 1984 inizia il 16 settembre, al Bentegodi arriva il Napoli di Diego Armando Maradona che gioca la sua prima partita in Serie A: il fuoriclasse argentino - appena acquistato dal Barcellona - è oscurato dal tedesco Hans-Peter Briegel che - oltre a cancellare dal campo il diretto avversario - segna il vantaggio gialloblù. Il Verona vince per 3-1, segnano anche Galderisi e Di Gennaro: è la prima recita di un torneo trionfale.
1986-1987
Nell’estate del 1986 soffia il vento del rinnovamento italiano, mosso dalle pale degli elicotteri che atterrano all’Arena Civica di Milano: il nuovo Milan si mostra in tutto il suo splendore, campagna acquisti faraonica e ambizioni imperialiste. L’esordio dei rossoneri è in programma a San Siro contro l’Ascoli, il presidente Silvio Berlusconi è emozionato come al primo appuntamento.
Passerella, sorrisi, fotografie. Tutto sembra andare per il meglio, almeno fino al minuto diciannove: lancio di Brady, destro a incrociare di Barbuti e palla sotto la traversa. Massimo Barbuti di mestiere fa l’attaccante, ma non è un gran cannoniere: gioca soltanto una stagione in Serie A, segna all’esordio, e segna nella sua ultima apparizione della carriera contro il Napoli - quello di Maradona - che sette giorni prima ha vinto il suo primo scudetto.
1987-1988
Anche l’avvio del campionato successivo riserva delle sorprese all’esordio, la partita in schedina che fa saltare il banco si gioca sempre a San Siro; l’Inter di Trapattoni si presenta con rinnovate ambizioni, di fronte c’è la neo promossa Pescara allenata da Giovanni Galeone.
Un po’ alchimista, un po’ sognatore, un po’ filosofo: il tecnico sa di calcio, e si affida ai piedi educati di Leo Junior; lancio di esterno destro, taglio di Galvani che si inserisce, e supera Zenga con un pallonetto chirurgico.
La scheda tecnica di Romano Galvani racconta che successivamente indossò anche la maglia dell’Inter (3 presenze) nella stagione dello scudetto dei record. Ma a San Siro la partita non è ancora finita: nella ripresa il Pescara raddoppia, tra una sigaretta e un caffè trova il tempo di segnare anche Slišković, - fantasista gitano - vizioso frequentatore di stadi, di porti e di bische.
Il tecnico Galeone continua a fare il pirata, e qualche anno dopo si presenta all’Olimpico per la prima di campionato; la Roma ha salutato Rudy Voeller, ingaggiando l’argentino Caniggia e il giovane Sinisa Mihajlovic.
In panchina c’è Vujadin Boskov, nella rosa c’è anche un giovanissimo Francesco Totti, ma il suo nome ancora lo conoscono in pochi. Il Pescara affonda la Roma di Ciarrapico, basta un gol di Salvatore Antonio Nobile. Il terzino, quando arriva a Pescara, ha già visto passare il treno della vita: una stagione nell’Inter - da attore non protagonista - poi qualche campionato di A con le provinciali.
2000 e 2001
Il primo campionato del nuovo millennio si apre col botto; l’Inter di Marcello Lippi esce con le ossa rotte da Reggio Calabria: al Granillo la Reggina vince in rimonta, dopo il gol di Recoba arrivano quelli di Possanzini e Marazzina. Il campionato è iniziato da soli novanta minuti, e c’è il primo tecnico esonerato: Moratti congeda Lippi, futuro Campione del Mondo. Sembrava fosse amore, e invece era un calesse.
I colpi di scena non mancano neanche l’anno successivo. La squadra protagonista della domenica è il Chievo, fino ad allora un trivio piazzato nel cuore di un quartiere di Verona, tre strade che si incrociano e che profumano di pandoro.
Si gioca a Firenze, il club toscano vive una traballante situazione economica, ma la squadra che manda in campo è accettabile: ci sono Di Livio e Adani, Baronio e Morfeo, e c’è Enrico Chiesa che sa fare gol. Dall’altra parte Delneri ha quasi tutti esordienti; c’è Luciano che si chiama ancora Eriberto - ci sono D’Angelo e D’Anna - ci sono Corradi e Manfredini.
C’è anche Simone Perrotta, è figlio di emigrati, è nato ad Ashton, nel Nord Ovest dell’Inghilterra e ha già perso il suo primo treno per la gloria collezionando 5 presenze con la Juventus. Si farà trovare alla stazione quando il treno passerà ancora, e arriverà fino a Berlino. Perrotta ancora non sa cosa il destino gli riserva, intanto si porta avanti con il lavoro e segna. Il raddoppio è di Marazzina.
2015 e 2018
Con il passare degli anni, il divario tra big e squadre di provincia aumenta: i risultati a sorpresa sono ancor più rari. Ma ogni tanto accade ancora, anche per le scommesse. Nel 2015, è l’Udinese a fare uno scherzo indesiderato ai campioni d’Italia della Juventus; allo Stadium decide un gol di Thereau. Il regno di Allegri alla Juventus in questo avvio di campionato sembra finito: vincerà ancora, vincerà tanto.
Nel 2018 la sorpresa arriva da Reggio Emilia, dove l’ambiziosa Inter di Spalletti fa visita al Sassuolo di De Zerbi. Il tecnico ieratico piega la testa di fronte a un collega che ha ancora voglia di studiare, e aggiornarsi. Segna Berardi. E l’ingegner Squinzi può far festa. La sua squadra ha vinto, e lui è pure milanista.
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*L'immagine di apertura dell'articolo è di Massimo Pinca (AP Photo).