Sulla carta sembrano partite come altre, ma basta lasciarle "decantare" nel tempo e ci si accorge che, invece, sono state snodi fondamentali della carriera di questo o quell'allenatore, dell'apertura di un ciclo o, perché no, di una rovinosa caduta verso gli inferi del pallone...

 

Noi di 888 Sport ne abbiamo selezionate 5, salendo sulla solita macchina del tempo, che questa volta non è programmata secondo un ordine puramente cronologico, ma in base all'attualità del momento. Pronti, partenza, via...

 1) Crotone-Atalanta 1-3, 26 settembre 2016

Dirlo adesso equivale a un improperio, ma c'è stato un momento in cui la panchina di Gian Piero Gasperini all'Atalanta ha cominciato a scricchiolare. Siamo agli inizi della - poi straordinaria - avventura con la Dea dell'ex tecnico del Genoa e la stagione è la 2016-2017. Alla quinta giornata, allo stadio Adriatico di Pescara (inizialmente utilizzato dal Crotone, alla prima esperienza in Serie A, in attesa dei lavori di adeguamento dell'"Ezio Scida"), gli orobici sfidano la matricola assoluta di mister Davide NIcola (ma portata fin lì da Ivan Juric, "allievo" del Gasp) dopo aver racimolato solamente 3 punti sui 12 in palio.

La presidenza Percassi inizia a farsi delle domande sul sostituto di Edy Reja, aspramente criticato dai tifosi nerazzurri dopo le 4 sconfitte sui 5 impegni. La gara, un anonimo posticipo del lunedì, viene messa subito in cassaforte nel primo tempo grazie alla rasoiata di Andrea Petagna (schierato a sorpresa), da un gol fortunoso di Jasmin Kurtic e da un'autentica prodezza balistica del Papu Gomez.

Nel finale Simy, per i  crotonesi (poi autori del miracolo-salvezza targato Davide Nicola) fissa il punteggio sull'1-3 e Gasperini, in conferenza stampa, non le manda a dire: "Qualcuno ha confuso errori grossolani o individuali con malfunzionamenti del mio credo tattico, che peraltro non esistono. L'Atalanta per salvarsi ha bisogno di un ambiente forte, non di uno che salta per aria dopo 4 partite senza vittorie".

Così, i timori per la partita successiva contro il Napoli di Maurizio Sarri, vengono spazzati via da un'altra vittoria, sempre firmata da Petagna. L'ambiente, da quella vittoria contro il Crotone, è stato forte eccome: la Dea, dai bassifondi di inizio stagione, arrivò a sorpresa per le scommesse calcio quarta in classifica, che allora garantiva "solo" un posto in Europa League e non in Champions, iniziando l'entusiasmante percorso internazionale che tutti oggi conosciamo.


 

2) Lazio-Atalanta 3-3, 19 ottobre 2019

Torniamo a parlare di Atalanta, quando però la macchina di Gasperini era già diventata perfetta. O quasi. I biancocelesti arrivano dal pareggio di Bologna e dalla brutta sconfitta di Glasgow contro il Celtic. In Serie A, 11 punti conquistati in 7 partite: un bottino che non soddisfa patron Claudio Lotito. A fine primo tempo, l'Atalanta conduce 0-3 grazie alla doppietta di Luis Muriel e al gol del solito Papu Gomez. "Simone Inzaghi esonerato all'intervallo" s'inizia a mormorare tra gli spalti dell'Olimpico.

Poi, però, la Lazio ha un sussulto d'orgoglio e con Correa e due rigori (il primo, parecchio contestato) di Ciro Immobile, si porta sul 3-3. La panchina di Simone Inzaghi è salva e viene immediatamante rinsaldata dal successo per 1-2 al "Franchi" nel successivo impegno con la Fiorentina. Non solo, i biancocelesti sono arrivati perfino a insediare la Juventus nella corsa al titolo.

 

3) Cagliari-Milan 0-0, 5 ottobre 2008

Nonostante la buona salvezza conquistata la precedente stagione da Marco Ballardini, il presidente del Cagliari decide di cambiare e di affidarsi al giovane tecnico Massimiliano Allegri, ex centrocampista rossoblù e che tanto bene aveva fatto, nell'annata 2007-2008, sulla panchina del Sassuolo, portato in Serie B dopo aver vinto il campionato di Prima Divisione e la Supercoppa di Lega Pro.

Ma la Serie C non è la A, e l'esordio da allenatore di "Acciughina" è da incubo: 5 partite, 5 sconfitte contro Lazio, Siena, Juventus, Atalanta e Lecce. Così, in Sardegna, nel posticipo della 6a giornata, arriva il temibilissimo Milan di Carlo Ancelotti, con la tecnica di Kakà, Ronaldinho e Shevchenko, fresco di vittoria nel derby contro l'Inter di Mourinho. Il Cagliari, a dispetto dei pronostici per le scommesse serie A che lo vedevano già condannato in partenza, sfodererà una prestazione tutta grinta, carattere e ricca di occasioni da gol.

Finirà 0-0, un risultato incoraggiante, che spingerà Cellino - insolitamente più calmo e riflessivo dei tifosi, in quella particolare circostanza - ad insistere con Allegri. Il tecnico livornese col tridente Acquafresca, Jeda e Matri, porterà il Cagliari a vincere le 4 gare successive (contro Torino, Chievo, Genoa e Bologna) ed a ipotecare la salvezza già al giro di boa del campionato; per i sardi anche  la soddisfazione di  vincere dopo 41 anni in casa della Juventus (3-2) a fine gennaio.

Quella Juventus su cui saltò in sella nell'estate 2014 e con cui conquistò 5 scudetti, 2 Supercoppe italiane e 4 Coppe Italie. Non prima di essere passato dal Milan: coi rossoneri, una Serie A vinta nel 2010-2011 e una Supercoppa nazionale. Chissà come sarebbe stata la sua carriera, se proprio quel Milan di Ronaldinho avesse ottenuto la pronosticata vittoria in Sardegna, quella sera del 5 ottobre 2008: quando si dice "sliding doors"...
 

 

4) Udinese-Cesena 1-0, 2 ottobre 2010

Un punto nelle prime 5 partite di campionato. Il "Francesco Guidolin-bis" sulla panchina dell'Udinese, dopo la prima esperienza del 1998-99, non è certo partito sotto una buona stella. In più, al "Friuli", il neopromosso Cesena, sta ingabbiando Handanovic e compagni sullo 0-0. Ci vorrà un tap in al 93' del centrale difensivo allora semisconosciuto Mehdi Benatia, appena arrivato per 500mila euro dal Clermont Foot (squadra di Ligue 2) a tenere Guidolin ancorato sulla panchina dei bianconeri, che iniziarono una scalata entusiasmante, sino alla qualificazione Champions.
 

5) Fiorentina-Atalanta 0-1, 3 gennaio 1993

Siamo al giro di boa del campionato 1992-93. La Fiorentina di Gabriel Omar Batistuta, Ciccio Baiano, Brian Laudrup e Stefan Effenberg, parte alla grande fino a lanciarsi nelle zone nobili della classifica con un Milan di Fabio Capello "fuori concorso". I viola di Gigi Radice sono proprio al secondo posto quando, appena dopo Capodanno, ospitano l'Atalanta. Una partita stregata: tante occasioni da gol e gli orobici di mister Marcello Lippi che, al primo affondo, vincono la partita con un tocco morbido di Carlo Perrone.

Vittorio Cecchi Gori, a fine partita, si presenta negli spogliatoi e fa la piazzata a Radice, esonerandolo senza appello e tra lo stupore di tifosi e giornalisti, contestando al tecnico di lungo corso "l'inadeguatezza del suo gioco a zona". Come finì: su quella panchina si sedettero, nell'ordine, Aldo Agroppi, Luciano Chiarugi e Giancarlo Antognoni. Improvvida fu invece quella strampalata decisione dell'imprenditore cinematografico, che si trovò a fare i conti con un vero e proprio finale thrilling e drammatico allo stesso tempo: la squadra - anzi, quello squadrone - andò in tilt sino a precipitare in Serie B.  
 

 

*L'immagine di apertura dell'articolo  è di Luca Bruno (AP Photo).

Stefano collabora da anni come giornalista freelance per il portale web di Eurosport Italia, per il quotidiano La Stampa e con la casa editrice NuiNui per la quale è stato coautore dei libri "I 100 momenti magici del calcio" e "I 100 momenti magici delle Olimpiadi".

E' amante delle storie, dei reportage e del giornalismo documentaristico, ma il suo "pallino" resta, su tutti, il calcio d'Oltremanica.