Donnarumma, Calabria, Gabbia e, neanche a dirlo, Daniel Maldini. Scorrendo l’elenco della rosa del Milan 2020 salta immediatamente all’occhio chi dei rossoneri è cresciuto nel vivaio. E, a conti fatti, non sono moltissimi. C’è Gigio, straordinario portiere del presente e, sperano a Milanello, del futuro, inteso come permanenza al Milan. C'erano, tra gli altri:
Tra gli esterni bassi è ancora in rosa un calciatore utile nel turnover come Calabria, che però non sta facendo la carriera fulminante che molti predicevano, dopo il gol alla Roma in un'insolita notte di neve nella Capitale. E ci sono due ragazzi di ottime speranze, uno dei quali con un cognome che definire pesante è poco. Visti i tempi, quattro calciatori del vivaio sono abbastanza (e proprio quelli richiesti per l’inserimento in lista)..
Ma nulla a che vedere rispetto ai tempi in cui il Grande Milan era costruito su un’ossatura fatta in casa, o quasi. A disposizione di Sacchi prima e di Capello poi c’erano ragazzi nati e cresciuti a Milanello. Franco Baresi, Paolo Maldini, Billy Costacurta, Filippo Galli e Demetrio Albertini. Nomi che hanno scritto la storia del club rossonero iniziando dai giovanissimi.
Poi è successo qualcosa. La questione è che il Milan difficilmente si affida più ai suoi ragazzi. Ma non si tratta poi di un problema di vivaio e della straordinaria qualità del gruppo di lavoro coordinato proprio da Filippo Galli, perché analizzando le squadre di Serie A ci sono molti prodotti delle giovanili rossonere in giro per il massimo campionato. E molti di loro sono anche nell’orbita della nazionale. Il seetore giovanile, salvo rari casi, è stato semplicemente utilizzare per finanziare il mercato in entrata!
Basta dare una rapida occhiata alle rose del massimo campionato. La Juventus ha tra le sue fila Mattia De Sciglio, a lungo considerato un potenziale erede di Maldini o di Zambrotta. La carriera del terzino bianconero non è stata brillante come ci si aspettava, ma il fatto che Allegri (che lo ha lanciato) lo abbia voluto alla Continassa qualcosa vorrà anche dire. Così come ci sono ottimi motivi per cui molte big europee, quando si tratta di intavolare trattative con i bianconeri, chiedono informazioni sull’azzurro…
Rimanendo in difesa, un altro che poteva fare comodo al Milan è assolutamente Matteo Darmian. Il difensore del Parma ha fatto tutta la trafila a Milanello, ma in rossonero ha accumulato soltanto sei presenze in tre stagioni, prima di essere ceduto in via definitiva al Palermo, che poi lo ha girato al Torino, dove ha trovato la prima delle sue 36 presenza in nazionale.
La carriera del classe 1989 lo ha portato poi per quattro anni in un club blasonato come il Manchester United, prima del ritorno in Italia al Tardini. Senza dimenticare Raoul Bellanova, che dopo non aver mai neanche esordito con il Milan ha preferito andare in Francia al Bordeaux e che ora è stato riportato in Serie A dall’Atalanta.
Manuel Locatelli
A centrocampo, poi, c’è davvero di che mangiarsi le mani. Il capitano dell’Under-21 è Manuel Locatelli, che ha passato quasi dieci anni al Milan tra giovanili e prima squadra, con tanto di prima stagione tra i grandi dal rendimento clamoroso e da un gol prestigioso alla Juve! Poi però il classe 1998 ha progressivamente trovato meno spazio, fino ad essere ceduto al Sassuolo. In neroverde si è ritrovato, per le scommesse Serie A è nei Top XI e adesso molti grandi club sono sulle sue tracce. Quanto basta per diventare un rimpianto.
Bryan Cristante
Così come certamente lo è Bryan Cristante. Il friulano sembrava avere le stigmate del predestinato e in rossonero ha esordito prima in Champions League che in Serie A. Anche con lui non c’è stata pazienza e ad appena 19 anni il centrocampista è stato ceduto in Portogallo, al Benfica. Al Da Luz non ha fatto benissimo ed è tornato in Italia, prima in prestito a Palermo e Pescara e poi all’Atalanta.
Con la cura Gasp si è trasformato in un calciatore completo, segnando a raffica e ora è una delle colonne della Roma di Fonseca che lo ha impiegato, addirittura, centrale difensivo.
Spostandosi sulla trequarti, c’è un altro nome che spunta fuori dalle rose di Serie A: quello di Simone Verdi. Anche per lui quasi dieci anni in rossonero, con cessione prematura dopo una serie di buoni prestiti. A Bologna si è consacrato, al Napoli ha deluso, ora cerca di tornare ai suoi livelli al Torino.
Patrick Cutrone
L’ultimo addio pesante di un ragazzo del vivaio è certamente quello di Patrick Cutrone. Il centravanti sembrava poter diventare il nuovo simbolo dei rossoneri, la squadra del suo cuore fin da quando era bambino. Le sue prestazioni però non hanno mai convinto del tutto la società, che alla fine ha preferito cederlo di fronte all’insistenza del Wolverhampton. Le sirene inglesi sono state ingannevoli, se è vero che neanche sei mesi dopo l’attaccante dell’Under-21 ha già fatto ritorno in Serie A, con la maglia della Fiorentina.
Ma l'utilità tattica del comasco, anche a partita in corso, non si discute e probabilmente il Milan dovrà pentirsi di aver lasciato andar via anche lui.
Andrea Petagna
Discorso che vale anche per Andrea Petagna, rinforzo del Napoli, che fino a fine stagione è stato il centravanti della SPAL. Per lui qualche sporadica presenza in rossonero dopo le giovanili, prima della cessione definitiva, anche stavolta all’Atalanta. Con la Dea l’attaccante si è messo in luce come centravanti di manovra, mentre con la SPAL, fungendo anche da finalizzatore, ha dimostrato anche buone doti sotto porta.
Pierre-Emerick Aubameyang
E poi, per concludere in bellezza, un rimpianto mai troppo sottolineato. In fondo, dalle giovanili del Milan ci è passato… un grande cannoniere della Premier League e MVP con una doppietta dell'ultima finale di FA Cup! Pierre-Emerick Aubameyang è stato un calciatore rossonero dal 2007 al 2011, anno in cui è stato ceduto in prestito con diritto di riscatto al Saint-Etienne dopo altre esperienze a titolo temporaneo. I francesi non se lo sono fatti ripetere due volte e lo hanno comprato, per poi rivenderlo al Borussia Dortmund.
I tedeschi, dopo oltre 100 gol in giallonero, lo hanno poi spedito a malincuore (ma con 64 milioni di buoni motivi) all’Arsenal. E il gabonese si è preso i riflettori anche in Inghilterra, con una domanda che non può non agitare i sogni dei milanisti. E se il Milan lo avesse provato anche in Serie A?
*Le immagini dell'articolo, entrambe distribuite da AP Photo, sono di Luca Bruno e Matthias Schrader.