Da sempre, il calcio italiano ed in particolar modo la Serie A sono generalmente riconosciuti come una straordinaria fucina di grandissimi portieri e di numeri 10.

  1. Gaetano Scirea
  2. Franco Baresi
  3. Paolo Maldini

Si tende però a dimenticare che nel nostro calcio la difesa riveste da sempre un’importanza determinante ed oggi la nostra attenzione sarà pertanto rivolta a scoprire quali sono, a nostro avviso, i difensori più forti che nel corso degli anni hanno calcato i campi della Serie A.

Partendo da Scirea, passando da Baresi e Maldini, sino ad arrivare a Cannavaro, cercheremo di scoprire quali sono stati i punti di forza di questi campioni e perché hanno contribuito a cambiare per sempre il ruolo di difensore non solo nel calcio italiano ma anche a livello internazionale. Per gli amanti delle scommesse poi andremo a snocciolare qualche dato interessante.  

Gaetano Scirea: il primo difensore moderno

Scirea alza la Coppa del Mondo a Madrid!

Il nostro viaggio nei migliori difensori di sempre della Serie A non avrebbe potuto che partire da Gaetano Scirea. Nato il 25 maggio del 1953 a Cernusco sul Naviglio, in provincia di Milano, Scirea ha iniziato a calcare i campi di calcio nelle giovanili dell’Atalanta, squadra con cui ha esordito il 24 settembre del 1972 nella partita tra Cagliari e Atalanta, conclusasi con il risultato di 0-0.

La sua straordinaria tecnica individuale, unita ad una fisicità prorompente per l’epoca, fece sì che nel giro di pochissimo tempo Gaetano diventasse l’oggetto del desiderio di tutti i migliori club italiani dell’epoca.

Grazie ai rapporti privilegiati che ai tempi intercorrevano tra Atalanta e Juventus, alla fine ad aver la meglio furono proprio i piemontesi che nell’estate del 1974 riuscirono a portarlo a Torino per poco più di 700 milioni di lire. Sin dai suoi primi mesi in Piemonte, Scirea dimostrò di essere un calciatore speciale, capace di ricoprire il ruolo di libero come pochi prima di lui e diventò ben presto un pilastro della Nazionale italiana, allora guidata da Bearzot. 
 
Proprio nel 1982, nonostante secondo le scommesse e quote per il calcio l'Italia non fosse tra le favorite, Scirea guidò il reparto difensivo dell’Italia che riuscì a laurearsi Campione del mondo in terra spagnola, andando a comporre insieme a Zoff, Cabrini, Gentile, Bergomi e Collovati uno dei reparti difensivi azzurri più forti e impenetrabili di sempre. Durante la sua carriera, Scirea ha contribuito a rivoluzionare il ruolo del difensore centrale, sfatando per sempre il mito del difensore violento e dalla scarsa tecnica.

Dopo aver vinto sette scudetti con la maglia della Juventus, due Coppe Italia, una Coppa UEFA, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa UEFA, una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale ed il Mondiale 1982, Scirea si dedicò dapprima alla carriera da allenatore, per poi passare a quella di dirigente. Fu proprio durante un viaggio di lavoro che il 3 settembre del 1989 Gaetano Scirea morì prematuramente in un terribile incidente d’auto in Polonia.

La sua scomparsa non fece altro che accrescere ulteriormente il suo mito e ancora oggi è ricordato come uno dei difensori più forti di sempre del calcio italiano, oltre ad essere generalmente riconosciuto come uno dei personaggi più positivi che abbiano mai calcato un campo di calcio.
 

Franco Baresi: da libero a migliore difensore centrale

Franco Baresi, nato a Travagliato, piccolo paesino in provincia di Brescia, l’8 maggio del 1960, è considerato da molti il miglior difensore centrale italiano di sempre della nostra Serie A, nonché il più forte di tutti i tempi a livello mondiale. Cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Milan, Baresi è uno dei pochi calciatori della nostra Serie A che può vantare l’onore di aver vestito durante tutta la durata della sua carriera una sola maglia, quella appunto rossonera.

Dall’esordio a soli 17 anni avvenuto nella stagione 1977-1978, sino ad arrivare al giorno del suo ritiro avvenuto nel 1998, Baresi ha rappresentato al meglio il prototipo del difensore “moderno” che, dotato di una fisicità importante, non disdegnava “zingarate” palla al piede grazie alle sue buone doti di palleggio in fase di impostazione di gioco.

Il talento di Travagliato è stato il pilastro del Milan di Sacchi prima e di Capello poi, che sotto la presidenza di Silvio Berlusconi, e grazie al supporto del trio “olandese”, rivoluzionò per sempre il gioco a suon di calcio “totale” e di trofei. Baresi era inoltre un esperto rigorista e la quota "Marcatore SÌ" relativamente al difensore bresciano sarebbe stata decisamente bassa, anche in considerazione del fatto che in carriera è riuscito a mettere a segno ben 21 reti.


Nella sua ventennale carriera, Franco Baresi può infatti vantare ben sei Scudetti, tre Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, tre Supercoppe Europee, quattro Supercoppe Italiane e due campionati di Serie B. Ai successi e ai trofei ottenuti con la maglia del Milan, non sono però seguiti altrettanti trionfi con la maglia della Nazionale italiana e la mancata vittoria di un trofeo con gli azzurri resta l’unico piccolo neo della sua straordinaria carriera. Con la maglia azzurra, ad ogni modo, si rese protagonista di una delle prestazioni individuali più impressionanti di sempre (nel video di sopra le incredibili giocate difensive di Baresi nella finale contro il Brasile ai Mondiali del ’94 con commento di Bruno Pizzul).

Dopo aver subito un’operazione al ginocchio per la rottura del menisco ed aver saltato le prime partite del Mondiale, Baresi riuscì a tornare a disposizione in tempo per la finale tra Italia e Brasile. Dopo aver recuperato in tempi record in soli 24 giorni, primato tuttora imbattuto, Baresi guidò magistralmente la difesa italiana, annullando per tutto l’arco dei 120 minuti due fenomeni del calibro di Romario e Bebeto.

Quella prestazione memorabile fu tuttavia macchiata dall’errore dal dischetto che, unito a quelli di Daniele Massaro e Roberto Baggio, condannò l’Italia alla sconfitta e consegnò la Coppa del Mondo nelle mani del Brasile.
 

Paolo Maldini: tra i migliori difensori di sempre della Serie A

Paolo Maldini, nato il 26 giugno del 1968 a Milano, è considerato uno dei maggiori interpreti sia del ruolo di difensore centrale che di quello di terzino sinistro della storia. Cresciuto calcisticamente nel Milan, club in cui ha disputato tutte le sue partite da professionista in una squadra di club, assieme a Baresi, Costacurta e Tassotti ha dato vita a quello che è considerato il reparto difensivo più forte di sempre.

Nel corso della sua ventennale carriera, Paolo Maldini ha saputo impressionare sia nel ruolo di difensore centrale, proprio al fianco di Baresi, sia in quello di terzino sinistro ed ha vissuto entrambi i cicli vincenti del Milan di Berlusconi, entrando di diritto sul podio dei difensori più forti di sempre.  

Assieme a Gaetano Scirea, Paolo Maldini ha incarnato alla perfezione l'emblema del difensore "pulito", con il bianconero che in 16 anni di carriera ha ricevuto solo tre cartellini gialli e nessun rosso! La quota di una scommessa sull’ammonizione di uno dei due sarebbe stata decisamente alta (nel video, una compilation di magie difensive di Paolo Maldini).

Maldini in scivolata sul Fenomeno


Oltre ad essere stato una delle colonne portanti del Milan degli anni '90 a guida Sacchi-Capello, Maldini è stato il capitano anche del grande Milan di Carlo Ancelotti che negli anni 2000 è riuscito a vincere tutto sia in Italia che, soprattutto, in Europa.

Con la maglia dei rossoneri, oltre ad aver raggiunto il record assoluto di 902 presenze, nell’arco di un ventennio Paolo è riuscito ad aggiudicarsi ben sette Campionati italiani, cinque Supercoppe Italiane, una Coppa Italia, cinque Champions League, cinque Supercoppe Europee, due Coppe Intercontinentali ed un Mondiale per Club. 

Così come il suo amico e compagno di reparto Franco Baresi, Maldini non è tuttavia riuscito a vincere nessun trofeo con la Nazionale Italiana e la sua esperienza in azzurro è stata condita da cocenti delusioni. Dopo aver concluso la sua carriera da calciatore in polemica con la Curva Sud del Milan al termine della sua gara d’addio, Maldini ha trascorso diversi anni lontano dal calcio, salvo tornare in un ruolo dirigenziale all’inizio della stagione 2019/2020.

Staremo a vedere se da dirigente Paolo riuscirà a replicare i successi che ha vissuto da giocatore e la speranza dei tifosi è che nel prossimo futuro il Milan possa tornare ad essere tra le favorite per la vittoria finale della competizione secondo le scommesse e quote per la Serie A, o anche per la semplice qualificazione alla prossima edizione della Champions League.
 

Fabio Cannavaro: un difensore centrale atipico
Fabio Cannavaro con il Pallone d'Oro in compagnia dell'attrice Monica Bellucci!

Dopo aver ripercorso brevemente le straordinarie carriere di alcuni tra i migliori difensori di sempre della nostra Serie A e del calcio mondiale, non ci resta che parlare di Fabio Cannavaro, ultimo calciatore italiano in grado di vincere il Pallone d’Oro.

Fabio Cannavaro nasce a Napoli il 13 settembre del 1973, e sin dai suoi primi anni nella Primavera dei partenopei lascia intendere di essere uno dei futuri prospetti del calcio azzurro, nonostante a differenza dei suoi colleghi di reparto non sia dotato di un fisico prorompente o di grandissime doti tecniche. L’esplosione della sua carriera, arriverà, tuttavia, lontano da Napoli e più precisamente con la maglia del Parma che in quegli anni sotto la presidenza Tanzi dominava sia in Italia che in Europa. 

Dopo una breve e poco positiva esperienza a Milano sponda Inter, Cannavaro raggiunse la sua definitiva consacrazione a Torino con la maglia della Juventus, prima di disputare tre stagioni da protagonista anche in Spagna con la maglia del Real Madrid. Amante delle giocate in anticipo e di tutti i rischi che ne conseguono, un difensore come cannavaro sarebbe stati il principale indiziato delle scommesse "Prima Ammonizione", con quote basse.

Se è vero che a differenza di Maldini e Baresi, Cannavaro ha vinto relativamente poco con le proprie squadre di club, è altrettanto vero che lo "scugnizzo" napoletano verrà ricordato per sempre per aver condotto la Nazionale Italiana alla vittoria del Campionato del Mondo del 2006 andato in scena in Germania e proprio la prestazione contro i padroni di casa della quale pubblichiamo il relativo video, gli valse con molta probabilità il Pallone d’Oro!

Quella vittoria gli valse contro ogni previsione delle agenzie di scommesse e quote la nomination per il Pallone d’Oro, premio che si aggiudicò proprio al termine della stagione e che fa di lui l’ultimo giocatore italiano in grado di vincere un trofeo di tale importanza. A seguito del ritiro dal calcio giocato, Cannavaro ha deciso di studiare da allenatore e dopo essere stato in giro per il mondo ha confermato che l’obiettivo è di tornare in Italia, o quantomeno in Europa a tempo debito.
 
Parafrasando un detto molto famoso, potremmo affermare che da sempre l’Italia è considerata un paese di “portieri e numeri dieci”.

La verità, tuttavia, è che il nostro campionato di Serie A, competizione su cui sono disponibili anche le scommesse sportive online sia in live che in pre match con i classici ESITO 1X2, OVER 2.5, GOAL e con i più intriganti MULTIGOAL e Risultato Esatto, nel corso degli anni è riuscito a sfornare campioni e fenomeni in ogni reparto e che possiamo vantare alcuni dei difensori più forti: non a caso, il calcio italiano è famoso per la cura dell'aspetto difensivo e la Serie A è considerata uno dei campionati più difficili in cui andare a rete.

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 20 maggio 2020.

 

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