Tanta corsa, spirito di sacrificio, grandissima continuità di prestazioni ed un sinistro piuttosto educato. Queste le caratteristiche che hanno portato Massimo Gobbi nella classifica dei primi cento giocatori per numero di presenze in Serie A, ad appena sei gettoni di distanza da Nesta. Entrato nel settore giovanile del Milan all’età di undici anni, dopo sette anni con i rossoneri va a giocare in Serie C con la maglia del Pro Sesto.
A vent’anni arriva l’esordio in Serie B con la maglia del Treviso, ma dopo sole sette presenze i veneti decidono di cederlo in prestito in Serie C. Due stagioni da titolare, la prima con la maglia del Giugliano, la seconda da assoluto protagonista con l’Albinoleffe, raggiungendo la storica promozione in Serie B. In quel di Bergamo, Gobbi riesce ad affermarsi, giocando in una squadra che ha fatto crescere diversi calciatori arrivati poi in Serie A.
Da Biava a Carobbio, da Raimondi allo stesso Gobbi, l’Albinoleffe conquista la promozione in Serie B, battendo ai tempi supplementari il Pisa nella finale dei Playoff.
Gobbi chiude la stagione con sette reti e cinque assist, risultando essere il miglior terzino sinistro della Serie C. A 23 anni arriva la consacrazione nella serie cadetta nuovamente a Treviso, dove rimarrà solamente una stagione. In Veneto, Gobbi colleziona 44 presenze, realizzando anche cinque reti in Serie B con il Treviso che riesce a raggiungere la salvezza con 4 punti rispetto alla zona playout. Al termine della stagione arriva la chiamata del Cagliari, che decide di portare Massimo Gobbi in Serie A.
L'esordio in Serie A
I sardi lo acquistano in prestito con diritto di riscatto nell’estate del 2004. In rossoblu Gobbi mette in mostra la sua duttilità, giocando sia da mezzala che da terzino sinistro dimostrando di essere subito utile. L’esordio in Serie A arriva il 12 settembre del 2004, quando viene schierato dal primo minuto dal tecnico Daniele Arrigoni nel match vinto 1-0 contro il Bologna.
Il primo gol arriva nel giorno della Befana del 2005 nella vittoria per 2-1 del Cagliari contro il Messina al Sant’Elia. Dopo due stagioni in Sardegna, viene acquistato a titolo definitivo dalla Fiorentina per poco meno di 4 milioni di euro. Nel 2006 si guadagna anche la convocazione in Nazionale subito dopo il successo al Mondiale tedesco.
Il 16 agosto del 2006 il neo ct azzurro Roberto Donadoni lo fa esordire nella prima amichevole post Mondiale. All’Armando Picchi di Livorno gli Azzurri perdono 2-0 contro la Croazia e Gobbi entra a 15 minuti dalla fine prendendo il posto di Massimo Ambrosini. In maglia viola l’esterno mancino gioca oltre cento gare di cui 81 in campionato, facendo anche l’esordio in Champions League sempre con la Fiorentina di Prandelli.
Dieci presenze tra preliminari e fase a gironi nella massima competizione europea tra il 2008 e il 2010. Dopo quattro anni in quel di Firenze, i viola decidono di non rinnovare il contratto a Gobbi che lascia la Fiorentina.
Una vita al Parma
Il Parma decide di offrirgli un contratto e con i Ducali Gobbi si rivela uno dei terzini più solidi e affidabili del campionato. La miglior stagione con il Parma è sicuramente quella del 2011/12, quando Gobbi, oltre a realizzare due gol, è uno dei titolari inamovibili nel 3-5-2 di Roberto Donadoni. Il Parma chiude a soli due punti dalla zona europea, concludendo la stagione con un'incredibile, per le scommesse Serie A sequenza di sette vittorie consecutive.
Cinque stagioni in Emilia e 155 presenze in Serie A, segnando anche quattro gol e servendo dieci assist. A 35 anni l’esterno sinistro firma un contratto di tre anni con il Chievo Verona: con i clivensi colleziona altre 88 presenze in Serie A. Nell’estate del 2018 per inseguire le 400 presenze nella massima serie, decide di tornare a Parma per finire la carriera lì dove ha giocato ad alti livelli per cinque stagioni ed aggiunge 16 presenze nella stagione 2018/19.
A 39 anni Massimo Gobbi chiude la sua carriera con 411 presenze in Serie A e attualmente occupa la 50esima posizione nella classifica dei giocatori con più presenze nella massima serie.
*L'immagine di apertura dell'articolo è di Marco Vasini (AP Photo).