C’erano una volta Loik e Mazzola. Questa storia parla dei giocatori che sono stati trasferiti in coppia da un club a un altro, ottenendo - talvolta - risultati alterni. Non è il caso della coppia dei giocatori del Venezia che, una volta arrivati sulla sponda granata del Po scrissero pagine di calcio leggendarie.
Durante il calcio mercato era uso comune cedere l’accoppiata al grande club della Serie A, e l’operazione conveniva unicamente alla società pronta a cedere i propri gioielli. Spesso, qualche pezzo di bigiotteria entrava nella cassaforte dei presidenti, avvezzi a collezionare diamanti da 24 carati. Il presidente della Lazio Umberto Lenzini fece un affare con l’Internapoli, acquistando Pino Wilson insieme a Giorgio Chinaglia.
Spesso i trasferimenti hanno anche sovvertito le “gerarchie” della coppia, con il calciatore meno promettente che spesso si è rivelato più affidabile del proprio compagno. E’ il caso di Daniele Massaro, che il presidente della Fiorentina Pontello acquista per arrivare al centravanti del Monza Paolo Monelli. L’attaccante non trova molto spazio in maglia viola, chiuso dall’argentino Daniel Bertoni e Ciccio Graziani, mentre il jolly è la rivelazione del campionato di Serie A, si afferma, viene convocato per il Mondiale di Spagna e diventa campione del mondo senza mettere piede in campo.
Dodici anni dopo sarà ancora lì, questa volta al centro del campo, per ascoltare l’inno nazionale prima di Italia-Brasile a Pasadena, terminata incredibilmente senza reti al 120' per le scommesse calcio. E Monelli? Ha fatto la sua onesta carriera, ha continuato per qualche anno alla Fiorentina, ha vissuto il suo momento di gloria da centravanti della Lazio (1988) prima di iniziare un lento declino.
La Juventus è un club avvezzo a chiudere accordi multipli, nell’estate del 1983 acquista dall’Avellino il portiere Tacconi e il fantasista Beniamino Vignola; l’estremo difensore è chiamato a raccogliere la pesante eredità di Dino Zoff, e avrà modo di farlo in maniera adeguata. Il centrocampista è la riserva designata di Michael Platini, e non risponde alle attese fino in fondo, perché sostituire Le Roi è impresa irrealizzabile per i comuni mortali; il centrocampista avrà il suo minuto di gloria nella finale di Coppa delle Coppe, segnando il gol decisivo contro il Porto. L’anno dopo quattro presenze in Coppa dei Campioni, e sessanta secondi nella maledetta finale dell’Heysel.
Le coppie di stranieri
Ma nella decade ’80, la riapertura delle frontiere spinge alcuni presidenti a tentare l’accoppiata straniera; il primo a essere soggiogato da tale opportunità è Vincenzo Matarrese, padre padrone del Bari appena promosso in Serie A: nell’estate del 1985 acquista dall’Aston Villa il centrocampista Gordon Cowans e il centravanti Paul Rideout. Il mediano è uno degli idoli del Villa Park, ha vinto un campionato inglese e la storica Coppa dei Campioni del 1982.
Quando approda a Bari è nel pieno della maturità calcistica, ma non riesce a incidere. Resta in Puglia tre stagioni, dopo la retrocessione immediata, cerca invano di riportare la squadra in Serie A senza riuscirci. Il suo compagno d’avventura ha soltanto 21 anni, è una promessa e tale rimarrà; il primo anno segna solo sei gol, non fa meglio nelle due successive stagioni in Serie B.
Nello stesso periodo storico, il Conte Pontello cerca un’altra accoppiata per la Fiorentina; dal Pescara viene acquistato il capocannoniere della Serie B Stefano Rebonato, valutato a peso d’oro. Il club abruzzese dà il via libera alla cessione del centravanti inserendo nell’affare anche il centrocampista Bosco: è un disastro su tutto il fronte.
La Roma del presidente Dino Viola tenta l’accoppiata esotica alla fine degli anni ’80, acquistando dal Flamengo Renato Portaluppi e Jorge Andrade. La stravaganza dell’attaccante Renato si nota già nei primi giorni di ritiro, quando si presenta al campo di allenamento con il beauty case: tra un esercizio e l’altro si specchia e si alliscia i capelli con la spazzola. E’ un bomber, soprattutto con le donne: si trova a suo agio in discoteca più che nell’area di rigore avversaria, in campionato non segna neanche un gol.
La Roma lo rimette sul primo volo per il Brasile e lo saluta. Sullo stesso volo c’è anche Jorge Andrade, che gioca appena nove partite; dopo pochi mesi inizia a essere inseguito da leggende metropolitane; alcuni dubitano sulla veridicità anagrafica del giocatore (31 anni dichiarati), altri su un presunto biscotto fatto al presidente Viola, con tanto di amichevole organizzata dalla nazionale brasiliana contro l’Austria e un gol da cineteca realizzato ovviamente dall’oggetto dei desideri giallorossi. In pratica, un “pacco”. Anzi, un doppio pacco.
L’attrazione esotica colpisce anche il presidente del Genoa Aldo Spinelli che si spinge fino in Uruguay per rafforzare la propria squadra: il doppio affare con il Peñarol comprende gli acquisti del centravanti Carlos Alberto Aguilera e del mediano Josè Perdomo. Sul centravanti, nulla da dire, sarà l’eroe della leggendaria notte di Anfield, sulle doti del centrocampista nessuno riuscirà a fotografarle meglio del tecnico della Sampdoria Vujadin Boškov. “Se slego il mio cane, gioca meglio di Perdomo”.
Anche Juventus e Inter si giocano il punto della coppia straniera; l’acquisto di Jürgen Kohler e Stefan Reuter dal Bayern Monaco è un affare solo a metà per i bianconeri; lo stopper è giocatore di livello, il centrocampista delude le attese. Va ancor peggio all’Inter che preleva dall’Ajax Dennis Bergkamp e Wim Jonk: il primo è un talento che avrà modo di esprimersi al meglio in Premier League, con l'Arsenal vincerà tre titoli di Premier per le scommesse sportive 888, il secondo viene spedito a Milano per svincolare l’acquisto del fantasista.
Anche la Lazio di Sergio Cragnotti non è esente da affari simili; per arrivare allo spagnolo Ivan De la Peña del Barcellona deve acquistare anche il difensore portoghese Fernando Couto; il centrocampista non risponderà alle attese, mentre lo stopper si rivelerà il vero affare dell’operazione e sarà decisivo nella vittoria del 2000, 0-1 a Torino, a sopresa per le scommesse Serie A. La Roma zemaniana nel 2012 va a caccia di talenti in Brasile; arrivano Dodò e Castan, con loro il promettente Marquinos: sembra il classico pacco regalo: si rivelerà più forte degli altri due sudamericani.
*Le immagini dell'articolo, entrambe distribuite da AP Photo, sono di Andrew Medichini e Manu Fernandez.