SVIZZERA - ITALIA 2-0
Partiamo dall'ultima. La più recente delle disfatte azzurre è quella con la Svizzera agli Europei 2024.
La sconfitta contro gli elvetici non è dolorosa tanto per l’avversario affrontato o per il momento del torneo in cui è arrivata, gli ottavi di finale, quanto per quello che la nazionale guidata da Luciano Spalletti ha dimostrato (o meglio, quello che non ha dimostrato). L’Italia arrivava da campione in carica, ma anche sulla scia di due mancate qualificazioni ai mondiali e in seguito a un periodo di confusione, quello legato alle ultime partite e poi all’addio, no sense, di Roberto Mancini.
La qualificazione agli Europei è arrivata sul filo del rasoio, così come il passaggio del girone. Gli azzurri sono andati sotto in 4 partite su 4 in Germania, riuscendo a ribaltare la prima contro l’Albania, non potendo nulla contro la Spagna e poi pareggiando all’ultimo minuto con la Croazia.
Contro la Svizzera, però, ci si aspettava molto di più, perchè solitamente l’Italia stenta ai gironi per poi trasformarsi nella fase a eliminazione diretta. Il match contro gli elvetici, invece, non solo ha sottolineato tutte le difficoltà fisiche e tecniche della rosa azzurra, ma ha anche messo ulteriormente in dubbio la bontà di un movimento calcistico che, escluso il trionfo di Wembley nel 2021, è ormai in palese declino.
Il vantaggio svizzero con Remo Freuler, primo marcatore a sorpresa per le scommesse calcio, uno che, tra l’altro, gioca in Italia, è stato solo la logica conseguenza di una squadra sfaldata e senza spirito combattivo, con il centrocampista del Bologna che si è inserito nella difesa azzurra, inspiegabilmente schierata a 4, come fosse burro.
E se c’era qualche speranza di riacciuffare il match, sono bastati 30 secondi della ripresa (con il calcio d'inizio del secondo tempo che abbiamo battuto noi...) e il gol di Vargas, lasciato libero di tirare dal limite, per far capire che non era serata.
Insomma, anche se Italia-Svizzera non è stata esattamente una nuova Corea, le conseguenze di questa ennesima disfatta potrebbero essere assai più pesanti del previsto.
ITALIA - MACEDONIA DEL NORD 0-1
Andiamo a ritroso. La sconfitta contro la Macedonia del Nord nei playoff per le qualificazioni alla Coppa del Mondo 2022 è una di quelle batoste che rimarrà per sempre nell’immaginario collettivo dei tifosi azzurri.
L’Italia di Mancini, che neanche un anno prima si era laureata campione d’Europa, non solo salta il suo secondo mondiale consecutivo, ma lo fa perdendo una sfida che sembrava quasi una formalità. Se qualcuno poteva eliminarci, diceva il pensiero comune, quello era il Portogallo nella finale dei playoff.
E invece il gol di Trajkovski, un giustiziere che paradossalmente ha giocato anche in Italia, proprio nella Palermo, di nuovo tra le favorito per le quote Serie A, per la promozione nel campionato 2024/2025.
Quella della Favorita, seguita dal cappottone in Germania nella terza edizione della Nations, non sono le prime e, chiaramente, non saranno neanche le ultime. Ma sono decisamente destinate a restare a lungo in testa a tutti.
Italia - Svezia 0-0
Esattamente come quella precedente, l’altro incubo mondiale che l’Italia intera sperava di superare. Il playoff giocato a novembre 2017 ha regalato una doppia sfida con la Svezia che fa davvero male.
Quello che resta indelebile è lo 0-0 a San Siro. Ma conti alla mano, la partita decisiva è quella di andata, l’1-0 firmato da Johansson, che con un tiraccio deviato inganna Buffon.
Il resto, come si suol dire, è storia, tra i processi al Commissario Tecnico, l’intermezzo di Gigi Di Biagio e l’inizio dell’era Mancini. Oltre che, ovviamente, il mondiale di Russia visto dal divano.
Tra l'altro, dopo la meravigliosa serata di Berlino, abbiamo vinto, incredibilmente per i solo una partita ai Mondiali, contro l'Inghilterra a Manaus ben 8 anni più tardi ed abbiamo pareggiato nel 2010 contro la Nuova Zelanda e perso nel 2014 contro il Costarica.
Le due Coree
Questo trittico non potrebbe essere però completo senza un episodio che termina quasi nella notte dei tempi. Nelle qualificazioni per i Mondiali 1958, l’Italia si ritrova in un girone a tre con Portogallo e Irlanda del Nord. A dicembre 1957 gli azzurri volano a Belfast, ma la partita non si gioca, perché gli arbitri sono stati bloccati a Londra dalla nebbia.
I nordirlandesi propongono di far arbitrare una terna locale, ma gli Azzurri dicono no. Alla fine il match diventa un’amichevole, pareggiata 2-2. Un risultato che, unito alla vittoria successiva con il Portogallo, avrebbe qualificato l’Italia. Ma siccome la partita non era ufficiale, il 15 gennaio si torna a Belfast per giocare e avviene quello che allora era assolutamente considerato imponderabile: finisce 2-1 per l’Irlanda del Nord, che vola in Svezia e lascia a casa gli Azzurri per la prima volta dopo la mancata iscrizione all’edizione 1930.
Ma non di sole qualificazioni è fatta la storia delle grandi disfatte azzurre. Anche quando la nazionale al mondiale ci è arrivata, non sono mancate alcune partite decisamente indimenticabili in negativo.
Due delle quali, strano ma vero, hanno come protagoniste entrambe le Coree. Quella del Nord diventa famosa nel 1966, quando a Middlesbrough batte l’Italia di Edmondo Fabbri, che schiera calciatori che due anni dopo avrebbero vinto l’Europeo casalingo.
A segnare il gol partita, che estromette gli Azzurri dalla fase a eliminazione diretta, è Pak Doo-ik, che le leggende metropolitane trasformano addirittura in un dentista, ma che in realtà era un caporale dell’esercito. La partita esercita un impatto così forte sull’opinione pubblica che “Corea” diventerà sinonimo di “disfatta”, affiancandosi a “Caporetto”.
Quello che l’Italia del 1966 non può certo sapere è che 36 anni dopo le Coree diventeranno due.
Ai mondiali 2002 agli ottavi di finale gli Azzurri di Giovanni Trapattoni incontrano una delle due nazionali padrone di casa, la Corea del Sud. Il match è da fiera degli orrori, grazie soprattutto all’arbitraggio del signor Byron Moreno, che ne combina di cotte e di crude favorendo la squadra asiatica.
Si finisce ai tempi supplementari quando, dopo l’espulsione di Francesco Totti per simulazione e un gol regolare annullato a Damiano Tommasi, arriva il Golden Gol di Ahn Jung-hwan, che all’epoca giocava a Perugia, a chiudere ogni discorso e a rimandare a casa la nazionale tra le polemiche.
La battaglia di Santiago
Ma del resto, la partita con la Corea del Sud richiama alla mente un’altra sconfitta cocente, la Battaglia di Santiago, giocata in Cile nei mondiali 1962, sempre contro i padroni di casa. Gli Azzurri probabilmente non avrebbero potuto impensierire il Brasile, ma escono nel girone, anche complice la seconda violentissima partita.
L’Italia termina in nove uomini, con le espulsioni di Ferrini e David prima della fine del primo tempo, ma anche con Maschio infortunato e senza possibilità di sostituirlo, visto che i cambi in partita non erano ancora previsti. E proprio a causa del 2-0 subito contro il Cile, la nazionale guidata da Paolo Mazza non riesce a qualificarsi alla fase a eliminazione diretta.
Le delusione europee
Per quanto riguarda gli Europei, invece, non ci sono troppe sconfitte degne di nota. Vero, l’eliminazione ai gironi del 1996, da vicecampioni del mondo in carica, è pesante, ma considerando che la finale se la sono giocata le due squadre che hanno passato il turno nel gruppo dell’Italia (Repubblica Ceca e Germania) ci può anche stare.
Così come il caso del 2004, secondo noi la Nazionale più forte di sempre in epoca moderna, perché con un potenziale offensivo unico, quando a stabilire il destino dell’Italia del Trap è il pareggio abbastanza prevedibile, senza quota per le scommesse sportive, tra Danimarca e Svezia e non una partita della nazionale italiana.
Per il resto, al massimo si può menzionare la sconfitta contro la Norvegia nel 1991 che porta alla mancata qualificazione a Euro 1992 e al conseguente esonero di Arrigo Sacchi a eliminazione matematica.
Italia - Zambia
Ma nessuna carrellata di sconfitte azzurre potrebbe essere completa senza quella che è una vera e propria bonus track, in quanto riguarda la Nazionale Olimpica. Nel 1988 l’Italia si qualifica per i Giochi di Seul e manda una nazionale, guidata da Francesco Rocca, infarcita di calciatori che giocano titolari in Serie A.
L’incontro con lo Zambia, però, è una disfatta di proporzioni epiche. Nel caldo coreano, gli Azzurri non riescono ad esprimersi mentre gli africani si trovano benissimo.
Il risultato è un clamoroso 4-0. Alla fine entrambe le squadre passano comunque il girone, ma il bagno di umiltà per il calcio italiano è clamoroso. E due anni dopo, la nazionale arriva terza ai mondiali casalinghi. Perchè una cosa è certa: dalle sconfitte più pesanti, l’Italia sa sempre come rialzarsi…
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da ALAMY. Prima pubblicazione 15 maggio 2022.