Un vecchio adagio suggerisce che non è tanto difficile ottenere un grande risultato, quanto ripetersi. Anzi, per dirla con le parole di tanti cantanti, “il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista”.
Un luogo comune? Non esattamente e vale anche per il calcio, sia in campo che in panchina. Quanti giocatori nel corso della loro carriera hanno avuto una stagione folgorante ma poi non sono riusciti a ripetersi in quella successiva?
E quanti tecnici hanno fatto faville, magari anche vincendo trofei insperati, per poi naufragare a neanche 12 mesi dal trionfo?
Beh, tra i tecnici c’è anche chi, come Maurizio Sarri, invece segue l’andazzo contrario, ovvero tende a fare molto meglio nel suo secondo anno in una squadra, anche perché a quel punto le sue idee di calcio sono state “digerite” a dovere dai calciatori: incredibile come la Lazio dopo i 58 gol subiti nella stagione 2021/2022 sia diventata la squadra da no Gol per definizione per le scommesse serie A!
I campionati vinti in Promozione ed Eccellenza
La carriera dell’allenatore toscano infatti è costellata di esempi che dimostrano che le sue squadre migliorano con il passato del tempo.
E se è vero che difficilmente Sarri è rimasto in un club molto a lungo (il massimo sono tre stagioni), si nota una certa tendenza nell’ottenere risultati migliori, spesso nonostante il passaggio in categorie superiori.
A partire da una delle prime esperienze in panchina, quella con il Cavriglia negli anni Novanta, dove il tecnico rimane due anni e mezzo. La seconda stagione è quella in cui arriva la promozione dalla Promozione all’Eccellenza, anche se poi Sarri viene esonerato a metà del campionato successivo.
All’Antella invece i risultati dal punto di vista della classifica arrivano subito, perchè a Sarri basta una sola stagione per ripetere l’impresa già fatta con il Cavriglia, ovvero portare la sua squadra dalla Promozione all’Eccellenza. In questo caso però la seconda stagione è positiva, perchè termina con un tranquillo dodicesimo posto.
Sarri tra Sansovino e Sangiovannese
Uno dei piccoli passi di Sarri verso il grande calcio è poi rappresentato dall’esperienza al Sansovino, dove rimane per tre stagioni. Anche stavolta la promozione (dall’Eccellenza alla Serie D) è immediata, visto che arriva al primo anno, ma il tecnico dimostra di non subire più il salto di categoria.
Il suo Sansovino nella seconda stagione si comporta molto bene in Serie D, arrivando sesto, ma fa ancora meglio nella terza, quando si piazza secondo e ottiene la promozione in C2 vincendo i playoff, oltre a portare a casa la Coppa Italia di categoria.
In C2 però Sarri ci va con un’altra squadra, la Sangiovannese. In un trend ormai consolidato, il tecnico porta immediatamente la promozione in Serie C1 e nella sua seconda stagione fa benissimo anche nella categoria superiore, con la la squadra toscana che vive un ottimo campionato e arriva ottava, sfiorando il massimo risultato della sua storia (un quarto posto, risalente agli anni Settanta).
L'Empoli di Maurizio Sarri
La carriera di Sarri poi prende una piega abbastanza diversa, con parecchie esperienze durate al massimo un anno, pochi mesi o addirittura giorni, facendo la spola tra la Serie B e la Serie C.
La grande occasione arriva nel 2012, quando a dargli fiducia è l’Empoli. Con il club toscano è amore a prima vista e già nella prima stagione in panchina Sarri rischia il colpo grosso.
Gli azzurri, che hanno in rosa vecchie volpi come Tavano e Maccarone ma anche giocatori destinati a un buon futuro come Spinazzola, Saponara, Valdifiori e Hysaj, arrivano quarti in Serie B, arrendendosi solo al Livorno nella finale dei playoff.
Ma c’è tempo per rifarsi e la seconda stagione, come da copione, vede un miglioramento netto.
L’Empoli, con Rugani e Mario Rui tra i volti nuovi, arriva secondo in campionato e ottiene la promozione diretta in Serie A, grazie ai gol della coppia Tavano-Maccarone che assieme mettono a segno ben 37 reti.
Il Sarri-Ball regge e anche molto bene all’impatto con la massima categoria: nella sua terza e ultima stagione al Castellani, Sarri e i suoi partono non benissimo, ma una volta presa l’abitudine alla A ottengono una tranquilla salvezza con quattro giornate di anticipo: tra allenatori di livello importante lanciati in Toscana, Sarri è, per distacco, il tecnico migliore della storia dell'Empoli!
I 91 punti del Napoli di Maurizio Sarri
A quel punto, il tecnico è pronto per il grande salto, che è rappresentato dal Napoli. Come sempre, già la prima stagione è abbastanza importante: trascinati dai 36 gol in campionato di Higuain, i campani guidano a lungo la classifica, prima di vedersi risucchiati dal grande ritorno della Juventus, che alla fine si aggiudica lo scudetto.
La seconda stagione al Napoli è particolare, in quanto è finora l’unico caso in carriera in cui Sarri ottiene un risultato peggiore rispetto alla prima.
Complice l’avventura in Champions League ma soprattutto la partenza di Higuain e l’immediato infortunio del suo sostituto Milik, la squadra partenopea perde un po’ di colpi in campionato.
Le alchimie di Sarri però permettono al Napoli di scoprire in Mertens un nuovo, letale tipo di centravanti, anche se la classifica finale dice terzo posto. Poco male, perchè nell’ultima annata al San Paolo c’è uno scudetto sfiorato, con tanto di record di punti per il club.
I successi di Sarri con Chelsea e Juve
Poi arrivano due anni particolari, quello al Chelsea con la vittoria dell’Europa League in un derby londinese e quello alla Juventus con il primo, agognato scudetto (che lo incorona tecnico più “anziano” della storia della Serie A a fregiarsi per la prima volta del tricolore).
Ma se a Londra è Sarri a decidere di voler tornare in Italia, a Torino vincere non basta per tenersi la panchina.
E dopo una stagione di inattività, a chiamare è la Lazio. La prima stagione con la squadra biancoceleste è discreta, con un buon quinto posto che vale la conferma della qualificazione all’Europa League, ma è solamente di rodaggio.
Il secondo anno alla Lazio e la svolta Romagnoli
Nonostante la presenza di qualche calciatore già ben conosciuto dal tecnico (Pedro, Reina e Hysaj), ci vuole un po’ affinché una Lazio reduce dalla lunga era Inzaghi si abitui sia agli schemi che alle idee del tecnico toscano.
E infatti i risultati si stanno vedendo eccome nella seconda stagione, perché Romagnoli, fondamentale ingaggio per la fase difensiva, e compagni diventano sempre più a immagine e somiglianza del loro allenatore, con quel gioco offensivo e affascinante che è sempre stato il marchio di fabbrica di Sarri, unito ad un'organizzazione difensiva chirurgica.
La serie infinita di clean sheet parte dalla perfetta sincronia dei movimenti al centro della difesa dell'ex capitano del Milan e di Casale, il difensore, per distacco, più sottovalutato del campionato!
Adesso l'ambiente biancoceleste, giustamente, sta prendendo consapevolezza perché la storia del tecnico toscano ha dimostrato che, se gli viene dato tempo, non ci sono limiti ai miglioramenti di squadra e giocatori: sensazionali, in tal senso, i progressi di calciatori come Zaccagni, Felipe Anderson, sempre impiegato tra campionato e coppa, e calciatori prima ai margini come Cataldi e Patric.
E se quest’anno la Lazio dovesse arrivare seconda, la possibilità di fare di più è solo una…
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