Da quando esistono le coppe europee, una domanda causa un dibattito senza fine nei tifosi tricolori: si tifano le italiane in Europa? C’è chi sostiene di no, spiegando che la rivalità travalica anche i confini nazionali e che quindi una sconfitta di una squadra avversaria nelle coppe è comunque una cosa positiva. E poi c’è l’altra campana, quelli che sostengono che il successo di un’italiana in Europa è fondamentale per lo sviluppo e per la reputazione del nostro calcio, al grido di “pensiamo al ranking”.
Ma che cos’è questo ranking? Anzi, cosa sono, visto che ce n’è più di uno? Il ranking è un sistema per classificare le squadre a seconda delle loro prestazioni. Quello più celebre è certamente il ranking UEFA, che si divide in ranking per club e per paese.
Il ranking UEFA per club
Quello per club è necessario per stabilire le teste di serie nei sorteggi delle coppe europee e valuta i risultati ottenuti dalla squadra in questione nelle ultime cinque stagioni in Europa. Si ottengono punti per vittorie e pareggi, oltre che per il raggiungimento della fase a gironi, di quella ad eliminazione diretta e dei turni conclusivi.
L’esempio migliore sarebbe il percorso netto del Bayern Monaco nella edizione di Champions 2020, se non fosse che la peculiarità della stagione, con i quarti ridotti a una sola partita causa, potrebbe creare confusione.
Dunque, meglio analizzare la Champions League del Liverpool campione nella stagione 2018/19. Per i Reds 17 punti dai risultati (8 vittorie, che valgono 2 punti, e un pareggio), 4 per aver raggiunto la fase a gironi, 5 per essere arrivati a quella a eliminazione diretta, più altri 3 per aver disputato quarti, semifinale e finale. Totale, 29 punti. E strano a dirsi, ma in quella stagione ha fatto meglio il Barcellona, che si è fermato in semifinale, ma avendo perso meno partite ne ha racimolati 30. Per l’Europa League il sistema di punteggio è simile, ma con valori leggermente inferiori.
Vietato saltare una stagione europea
Anno dopo anno, il coefficiente stagionale subentra al posto del più vecchio cronologicamente, il che spiega l’importanza di una partecipazione costante alle coppe. Bastano due o tre stagioni in cui non si ottengono punti per crollare inesorabilmente nel ranking, ritrovandosi fuori dalle teste di serie delle competizioni internazionali.
L’esempio migliore è quello dell’Inter, che nelle ultime tre stagioni ha raggiunto "solo" la finale di Europa League, senza mai passare il girone di Champions e paga ancora gli anni precedenti in cui ha ottenuto solo 4 punti in due stagioni.
Allo stesso modo squadre che riescono a fare abbastanza bene anno dopo anno come lo Shakhtar che si ritrova molto, molto vicino a società più blasonate come il Chelsea o il Borussia Dortmund. E non è un caso che per qualche anno in vetta ci sia sempre stato il Real Madrid, oggi quarto, capace di aggiudicarsi tre Champions League consecutive guadagnando 33, 33 e 32 punti. Ora però i Blancos sono inesorabilmente in calo, considerando che quei risultati sono destinati a sparire e che nelle due ultime edizioni di Champions sono arrivati “appena” 19 e 17 punti ed il Bayern, favorita per le quote Champions League è in testa per distacco sul Barcellona!
Il ranking per campionati
Dai singoli ranking di squadra si stilano i coefficienti per campionato nazionale. Ed è qui che è importante che le squadre tricolori facciano bene, perché il successo di una significa vantaggi per tutte. Anche in questo caso il calcolo è quinquennale e quello stagionale si effettua sommando i risultati di tutti i club di una determinata nazione nelle coppe e dividendo per il numero di squadre. Logico quindi che una eliminazione precoce di una rappresentante sia in grado di far crollare il coefficiente nazionale.
A cosa serve il ranking per campionati? A stabilire quante squadra ha una determinata federazione nelle coppe. Il sistema attuale prevede che le prime quattro federazioni in classifica abbiano quattro squadre in Champions League e tre in Europa League. Con l’arrivo dell’Europa Conference League però le attribuzioni dei posti nelle singole competizioni cambieranno, garantendo alle nazioni con un coefficiente più basso più posti nell’ultima arrivata tra le coppe.
L’Italia è attualmente terza, avendo superato la Germania nonostante la vittoria del Bayern in Champions, beneficiando del superamento del ranking 2015/16, stagione in cui le nostre squadre non avevano certo brillato in Europa.
Le coppe europee 2020
Per quello che riguarda la stagione europea 2020, l’Italia ha portato a casa 14,928 punti grazie a Juventus, attuale terza assoluta nel ranking, Napoli, Atalanta, Inter, Roma, Lazio e Torino. Pesa l’eliminazione dei granata agli spareggi di Europa League, ma le buone prestazioni della Dea e della squadra di Conte in EL hanno riequilibrato seppur parzialmente il coefficiente.
Nulla a che vedere però con i tedeschi, che tra Bayern campione d’Europa, Lipsia semifinalista in Champions e Bayer Leverkusen ai quarti di Europa League hanno ottenuto 18,928 punti. Bene anche l’Inghilterra, che anche senza avere una finalista in nessuna competizione porta a casa 18,571 punti grazie al fatto che tutte e sette le squadre di Sua Maestà si sono qualificate per le fasi ad eliminazione diretta dei tornei a cui hanno preso parte.
Ranking FIFA
C’è poi da aggiungere una necessaria parentesi legata alle nazionali. Il ranking FIFA serve a stabilire in maniera pressoché oggettiva i valori delle varie selezioni. Il calcolo è abbastanza cervellotico e ogni match ha un suo valore, determinato dalla competizione in cui si svolge, dal risultato ottenuto, da quello atteso secondo i punteggi precedenti al match e così via. Al primo posto c’è attualmente il Belgio, che con una serie di ottimi risultati ha superato la Francia, campione del mondo nonostante non abbia ancora vinto un trofeo internazionale.
Ma per quanto possa sembrare poco logico, anche il ranking FIFA ha la sua importanza: stabilisce le teste di serie nella composizione delle qualificazioni ai mondiali. Ecco perché le buone prestazioni dell’Italia di Mancini, decimi in graduatoria, sono state così importanti, avendo dato agli azzurri la possibilità di essere sorteggiati nel gruppo C, tutto sommato abbordabile in vista di Qatar 2022.
Il che spiega perché anche le amichevoli non sono da sottovalutare. Conteranno poco, ma fanno sempre brodo. E anche in quel caso…pensiamo al ranking!
*L'immagine di apertura dell'articolo è di Joan Monfort (AP Photo).