Quando nel 1996 è nata Three Lions, la canzone dedicata alla nazionale inglese che disputava in casa gli Europei, il testo raccontava che “thirty years of hurt never stopped me dreaming”, ovvero “trent’anni di dolore non hanno fermato i miei sogni”. E ogni riferimento al periodo passato dalla vittoria della Coppa del Mondo casalinga del 1966 non era per nulla casuale.
Peccato che ormai sia arrivato il 2024 e che gli anni di dolore per gli inglesi siano ormai ben 58. E nel caso la squadra di Southgate non riesca a vincere il suo primo Europeo in Germania, arriverà ai Mondiali del 2026 con il peso di ben sei decenni alla ricerca di un’altra vittoria.
Davvero una situazione particolare, se si pensa che nel corso degli anni sono state parecchie le selezioni di Sua Maestà con un potenziale eccezionale. Basterebbe ricordare la Golden Generation dei vari Steven Gerrard, Frank Lampard, Rio Ferdinand, Wayne Rooney, che però non ha ottenuto nessun alloro.
O le ottime prestazioni dell’Inghilterra degli ultimi anni, che però si è sempre fermata a pochi metri dal traguardo sia ai Mondiali che agli Europei.
L'Inghilterra è la favorita di Euro 2024
Eppure i Tre Leoni partiranno per la Germania nel novero delle grandi favorite, visto che Kane e soci di minoranza hanno vinto il loro gruppo di qualificazione, con avversarie come Italia, Ucraina e Macedonia del Nord, con sei vittorie e due pareggi, segnando 22 gol e subendone solo 4.
E poi il ranking parla chiaro, con la squadra di Southgate che attualmente è al terzo posto, di poco davanti al Belgio e dietro solamente alle due nazionali che si sono giocate la Coppa del Mondo in Qatar, ovvero Argentina (prima) e Francia (seconda). Italia nona...
Inglesi terzi nel ranking FIFA
Si tratta della posizione più alta nella storia dell’Inghilterra, che non è mai andata oltre il terzo posto negli oltre trent’anni in cui esiste la classifica FIFA.
E se è vero che negli ultimi quattro anni gli inglesi non sono mai scesi sotto il quinto posto, dimostrando una costanza invidiabile, bisogna anche ricordare che dal 1992, anno di creazione del ranking, non sono stati pochi gli alti e bassi da parte della selezione di Sua Maestà, tra periodi molto positivi e momenti assai negativi…
Che delusione l'Europeo del 1996 in casa
Dunque, meglio andare per ordine e partire dal dicembre 1992, dalla prima classifica FIFA (anche se il ranking non sarà ufficiale fino all’agosto 1993). L’Inghilterra, che all’epoca è guidata da Graham Taylor, parte al quinto posto a fine 1992, grazie alla qualificazione agli Europei dell’estate precedente, terminati però con l’eliminazione nei gironi.
Non va per niente meglio per quanto riguarda USA ’94, considerando che gli inglesi a novembre 1993 perdono addirittura il biglietto per gli States, il che porta anche all’esonero del CT, sostituito da Terry Venables. El Tel prende una nazionale alla posizione numero 11 del ranking e per sua fortuna non deve preoccuparsi della qualificazione agli Europei successivi, visto che l’Inghilterra ci accede da paese ospitante.
I tanti pareggi ottenuti nella preparazione a Euro 96 però fanno scendere di parecchio i Tre Leoni di Gazza e Shearer nel ranking (che all’epoca non teneva conto della difficoltà dei match), motivo per cui gli inglesi arrivano alla manifestazione casalinga con la peggior classifica della loro storia, il ventisettesimo posto.
L’ottima prestazione al Campionato Europeo, il quarto posto con l’eliminazione in semifinale ai rigori contro la Germania, fa riavvicinare gli inglesi alla top 10.
A riportarceli è il nuovo commissario tecnico Glenn Hoddle, che grazie al girone di qualificazione ai Mondiali 1998 vinto fa raggiungere all’Inghilterra il suo (fino a quel momento) best ranking, il quarto posto a fine 1997, salvo poi uscire di nuovo dalle prime 10 in seguito all’eliminazione in Francia per mano dell’Argentina agli ottavi di finale.
Tra fine 1998 e 2001 i Tre Leoni vivono un nuovo periodo complicato, in cui si succedono ben quattro CT: Hoddle, Kevin Keegan, Howard Wilkinson e Peter John Taylor, con la squadra che viene eliminata al primo turno a Euro 2000 nella classifica FIFA oscilla costantemente tra decimo e ventesimo posto.
La Nazionale di Eriksson
Ci vuole l’arrivo in panchina dello svedese Sven-Goran Eriksson per ripartire di slancio. Grazie agli ottimi risultati nelle qualificazioni ai Mondiali 2002 (con tanto di clamoroso 1-5 alla Germania) l’Inghilterra torna in top 10 e negli anni successivi riesce quasi sempre a rimanerci.
Sia nella Coppa del Mondo che nei successivi Europei gli inglesi arrivano agli ottavi di finale sotto la guida dell’ex allenatore della Lazio, che approccia ai Mondiali 2006 con una rosa infarcita di campioni e partendo dal quinto posto del ranking, arrivando poi anche al quarto. Ma in Germania c’è l’ennesima delusione, con l’eliminazione ai quarti di finale ai calci di rigore contro il Portogallo.
Don Fabio fermato da una svista arbitrale
Dopo Eriksson, la panchina tocca a Steve McLaren, che però fallisce la qualificazione a Euro 2008 e fa di nuovo precipitare i Tre Leoni fuori dalla top 10. Dunque, la FA sceglie un altro mostro sacro della Serie A, Fabio Capello, che guida l’Inghilterra fino al 2012, con l’eliminazione agli ottavi di finale in Sudafrica.
Il tecnico di Pieris lascia la panchina a pochi mesi dagli Europei in Polonia e Ucraina e viene sostituito ad interim da Stuart Pearce e poi da Roy Hodgson, che porta la squadra ai quarti di finale nella manifestazione continentale. Un risultato che però non impedisce alla selezione inglese di raggiungere per la prima volta la posizione numero 3 del ranking, proprio in seguito agli Europei 2012.
Il pessimo Mondiale brasiliano
La gioia però dura poco, perché si apre un altro periodo duro.
La qualificazione ai Mondiali 2014 non è semplice e in Brasile gli inglesi escono al primo turno, peraltro con l’ultimo posto nel loro girone e la prestazione iridata è così pessimo che nel ranking l’Inghilterra crolla dal decimo posto a inizio manifestazione al ventesimo al termine del torneo. Hodgson e i suoi si rifanno con un girone di qualificazione perfetto a Euro 2016, rientrando in top 10, ma in Francia escono per mano della sorprendente, anche per le scommesse calcio, Islanda, con tanto di dimissioni di Hodgson.
Southgate inizia una nuova era piena di speranze
Dopo il breve periodo in carica di Sam Allardyce, a fine 2016 diventa CT Gareth Southgate, artefice del nuovo rinascimento della nazionale di Sua Maestà. Con alla guida l’ex difensore l’Inghilterra si qualifica ai Mondiali del 2018, dove la squadra raggiunge il quarto posto, riprendendosi la top 10 per non lasciarla più.
A partire dal 2019, grazie alle buone prestazioni nelle qualificazioni a Euro 2020 e nella neonata Nations League, gli inglesi mantengono il quarto posto per oltre due anni, fino ad arrivare al terzo a settembre 2021, dopo la sconfitta in finale, sicuramente da favoriti per le scommesse, agli Europei contro l’Italia.
Nel 2022 Southgate e i suoi sono fissi in quinta posizione (con l’eliminazione ai quarti di finale in Qatar), ma con la qualificazione agevole a Euro 2024 si sono riportati al terzo posto nel 2023.
E ora? Se gli uomini di Sua Maestà riusciranno a fare il grande salto ce lo dirà il torneo in Germania, dove proveranno a interrompere gli anni di dolore prima che…diventino 60!
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