Una volta che in un Gran Premio di Formula 1 la bandiera a scacchi è stata sventolata e l’ordine d’arrivo è definitivo, la prima cosa che ogni tifoso che si rispetti fa è vedere la classifica del Mondiale.
Del resto ogni gara assegna ai piloti dei punti validi per la classifica che al termine della stagione incoronerà il campione del mondo. Ma come si assegnano i punti nella F1 attuale? Come funzionava invece in passato? E quali sono i record di punti ottenuti con i vari sistemi di punteggio?
Con il mercato dei motori pronto a riscrivere le pagine relative al trasferimento di scuderia più sensazionale di sempre, facciamo un tuffo nel passato...
La storia del sistema punti in F1
Meglio partire dagli esordi, ovvero dalla stagione 1950. Il primo mondiale della storia si disputa su appena sette GP, con il sistema dei punti che premia solo i primi cinque arrivati al traguardo. Il primo ottiene 8 punti, il secondo 6, il terzo 4, il quarto 3 e il quinto 2, più un punto aggiuntivo per il pilota che fa registrare il giro più veloce.
In più, come avvenuto in diverse maniere fino al 1990, non tutti i piazzamenti contano per stabilire la classifica mondiale. Questo sistema dura fino al 1959 e, complice l’aumento delle gare in calendario e di quelle considerate per la graduatoria, il record è condiviso tra Juan Manuel Fangio (1954) e Mike Hawthorn (1958), entrambi con 42 punti, anche se l’argentino, potendo contare tutti i risultati, sarebbe arrivato a quota 57.
Nel 1960 arriva il primo cambiamento della struttura dei punti, che però dura una sola stagione: viene abolito il punto del giro più veloce, con un singolo punto che invece viene assegnato al sesto classificato.
Già nel 1961 si passa al sistema di punteggio che durerà fino al 1990, in cui al primo vanno 9 punti (e non più 8), con le altre posizioni fino alla sesta che restano invariate (6, 4, 3, 2, 1). A fare spesso la differenza a livello di classifica mondiale in questo periodo è il numero delle gare considerate nella graduatoria.
Fino al 1966 i GP contati sono cinque o sei sulla decina solitamente in calendario, mentre dal 1967 si passa a un sistema per cui non vengono considerati i due peggiori risultati della stagione per ogni pilota, con alcune stagioni in cui il campionato viene diviso a metà e le gare da scartare devono essere per forza in due parti diverse del calendario.
Solamente nella stagione 1980 si arriva a un numero ben definito di gare da considerare, ovvero 11 in un’annata con in programma 16 (o di tanto in tanto 15) Gran Premi.
Il testa a testa tra Senna e Prost
Date situazioni così diverse, la stagione 1977, con 17 GP in calendario e due risultati da scartare, risulta quella con il totale possibile di punti più alto per i piloti, 135. Ma nonostante questo, il record di punti con il sistema di punteggio “9, 6, 4, 3, 2, 1” viene stabilito nel 1988 da Ayrton Senna.
Il brasiliano, alla guida di una McLaren stratosferica, vince 8 gare, a cui aggiunge tre secondi posti per un totale di 90 punti nelle 11 corse considerate.
La vittoria del verdeoro è però abbastanza contestata, perché al secondo posto del Mondiale arriva il suo compagno di scuderia Alain Prost a 87 punti.
Peccato che il transalpino, celebre per la sua regolarità, aveva in realtà fatto 104 punti nelle 16 gare in calendario, contro i 94 del brasiliano, ma la necessità di contare solo gli 11 migliori risultati consegna il mondiale al campionissimo di San Paolo. Non è la prima situazione del genere nel corso dei decenni, ma è certamente quella che fa scattare la necessità di un cambiamento.
Dal 1991 contano tutti i GP
Che arriva nel 1991, quando viene modificato il sistema di assegnazione dei punti e viene abolita la scelta dei risultati, con tutti i GP che ora contribuiscono alla classifica. Per quanto riguarda i punteggi, viene dato ancora più valore alla vittoria, che passa a 10 punti, mentre le posizioni fino alla sesta rimangono di nuovo invariate (6, 4, 3, 2, 1).
Questa nuova modalità dura fino al 2002, anno in cui viene stabilito il primato di punti. A portarlo a casa è Michael Schumacher, che ottiene 11 vittorie in 17 gare, arriva secondo in altre cinque e terzo solo in un caso, completando una stagione intera a podio. Il risultato è un totale stratosferico di 144 punti su 170 possibili. L’anno successivo si allarga il numero dei piloti a punti, che diventano 8.
Il vincitore ottiene ancora 10 punti, ma il secondo passa a 8, il terzo a 6 e poi a scendere fino al singolo punto conquistato dall’ottavo. Nel breve periodo (2003-2009) in cui viene implementata questa struttura dei punteggi il record se lo prende di nuovo Schumi, che con la Ferrari 2004 porta a casa 148 punti su 180.
Dal 2010 chi vince un GP conquista 25 punti
La grande rivoluzione è però quella del 2010, con un sistema di punteggio tutto nuovo. A partire da quella stagione vanno a punti i primi 10 della classifica di ogni GP, con il primo che prende 25 punti, il secondo 18, il terzo 15, il quarto 12, il quinto 10, il sesto 8, il settimo 6, l’ottavo 4, il nono 2 e il decimo 1.
Si tratta del sistema ancora in vigore, almeno per quanto riguarda il GP vero e proprio, tranne una piccola aggiunta, arrivata nel 2019, che riguarda il giro più veloce. Il pilota che si prende il miglior crono in gara ottiene un punto bonus, a patto di essere entrato nei primi 10 al termine della corsa.
Nel 2014 c’è anche un cambiamento di breve durata, ovvero l’assegnazione di punti doppi all’ultima gara in calendario, che però viene bocciato per le stagioni successive.
I punteggi delle gare Sprint
Dal 2022 sono inoltre state introdotte le cosiddette gare Sprint, interessanti per le scommesse sportive, in particolare quelle live, che si svolgono su una distanza di 100km, e che assegnano a loro volta dei punti, dagli 8 al vincitore all’1 a chi arriva ottavo.
Dunque, per stabilire il primato di punti bisogna dare un’occhiata alle diverse regole. Tra 2010 e 2018 il record ce l’ha Lewis Hamilton, che nella stagione 2018 conquista 408 punti sulla sua Mercedes.
I record di punti F1 di Verstappen e Schumi
Tra 2019 e 2021 (con punto bonus per il giro veloce ma senza sprint) il migliore è di nuovo il britannico, con 413 punti nel 2019, mentre con il sistema attuale (2022-) il primato va ovviamente a Max Verstappen, che nel 2023 ha conquistato il titolo con lo straordinario punteggio, anche per le relative scommesse F1, di 575 punti.
Vista la diversità di sistemi di punteggio, di GP in calendario e validi per la classifica, chi è che ha conquistato più punti in una stagione considerando tutte le gare disputate
Proprio l’olandese, che nel 2023 ha portato a casa il 92,7% dei punti disponibili, cancellando il primato di Schumacher nel 2002 (84,7%).
Il pilota che ha vinto il mondiale con la minor percentuale di punti è invece Keke Rosberg, che con una sola vittoria si laurea campione nel 1982 con il 30,5% dei punti in tutte le gare (e il 44,4% in quelle considerate, anche questo un record negativo).
Tanto per far capire come il sistema di punteggio sia stato decisamente fondamentale nel corso di quasi 75 anni di Formula 1!
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