Forse la sfortuna più grande di Wayne Rooney è stata una delle sue più grandi fortune, ovvero la possibilità di aver vinto e giocato con dei colleghi cannibali come Cristiano Ronaldo, Tevez, Ruud van Nistelrooy.
Gente che monopolizza la scena e ti fa quasi sembrare più scarso e meno rilevante nei trofei messi in bacheca dal club di appartenenza.
Eppure quando dibattiamo di Rooney stiamo parlando del secondo miglior marcatore della storia della Premier League e soprattutto il miglior marcatore della Nazionale inglese e dello United.
Il terzo miglior assistman del campionato inglese. Sì, stiamo parlando di Wayne Rooney aka il sottovalutato.
È il numero 8 che sceglie lui, non il contrario, a differenza dei protagonisti di altre nostre number 8 stories precedenti.
Sì perché se il numero 8 è in parte presente ma non protagonista nel momento in cui l'inglese muove i primi passi col suo Everton(vestirà la numero 18), allo United inizialmente indosserà il numero 8 perché il 10 è di Ruud van Nistelrooy che è praticamente un intoccabile (quando all'Old Trafford segna l'olandese l'atmosfera diventa celestiale, per i tifosi allo stadio è come recitare un amen corale durante una messa).
Nasce a Croxteth nella periferia di Liverpool ma l'unico sentimento che destinerà alla squadra Reds della città sarà l'odio, consuetudine per chi nasce nella periferia della città è quindi ama l'Everton.
Debutta contro il Tottenham quando deve ancora compiere 17 anni e anche questo è un record e ricordo che troppo spesso risulta troppo sbiadito da chi racconta il calcio.
WR e l’Everton
Per provare a spiegare il mondo interiore e contraddittorio dell'attaccante inglese, possiamo provare così: segna in una partita con l'Everton mostrando la maglia "Once a Blue, always a Blue".
In un gol proprio all'Everton con la maglia dello United a Goodison Park bacia lo stemma dei Red Devils ed è un eufemismo dire che i tifosi dei Toffees non l'abbiano presa bene. Poi però, a sorpresa per le scommesse sportive, torna verso il finale di carriera all'Everton. Anche questo è Rooney.
Affascinante, ruvido ed estetico allo stesso tempo, introverso ed eccentrico. Indecifrabile.
Uno dei giocatori più forti della storia del calcio inglese, nonché tra i più sottovalutati. Un personaggio e un numero 8 (anche se per poco) da studiare. Da approfondire.
Parola di chi di numeri 8 se ne intende...
*Il testo dell'articolo è di Luigi Di Maso, responsabile editoriale di Social Media Soccer