Italiani popolo di santi, poeti e navigatori. Ma anche…di ottimi portieri. La scuola tricolore, per quanto riguarda gli estremi difensori, è da sempre una sicurezza.
Negli anni Trenta la grande rivalità dell’epoca mette di fronte lo spagnolo Zamora e l’azzurro Combi, mentre la carriera di “DinoMito” Zoff, con un mondiale vinto a quarant’anni e un secondo posto al Pallone d’Oro, parla da sola. Per non voler scomodare Gianluigi Buffon, unanimemente considerato tra i migliori di sempre nel ruolo o il suo erede designato, Gigio Donnarumma, che gioca titolare in una big da quando ha 16 anni e, tra i portieri più pagati al mondo a 22 compiuti da qualche mese ha già trionfato da protagonista gli Europei, come ha fatto nel 1968 anche Albertosi.
Ma anche chi non ha vinto a livello di Nazionale, come i vari Zenga, Peruzzi, Toldo, Pagliuca o Cudicini, è comunque degno di menzione. Insomma, di portieri di altissimo livello l’Italia ne ha sempre avuti. E a guardare chi c’è dopo il comunque giovanissimo Donnarumma, la speranza è che continui a essere così.
Marco Carnesecchi
Il tutto nonostante negli ultimi anni ci si sia spesso chiesto che fine abbiano fatto i giovani portieri italiani. La risposta è che, tranne rare eccezioni, vanno a fare gavetta nelle serie minori. Quello dell’estremo difensore è un ruolo particolare e il fatto che rimanendo in grandi squadre non si giochi quasi mai non aiuta nella crescita. Quindi, chi ha un portiere promettente, lo spedisce in un club dove vedrà il campo con continuità.
È il caso di Marco Carnesecchi, uno degli ultimi gioielli del vivaio dell’Atalanta, attualmente in prestito alla Cremonese. Il classe 2000 si è formato al Cesena, ma è stato individuato dalla Dea, che negli ultimi anni lo ha girato prima al Trapani e poi ai grigiorosa, nonostante in prima squadra si sia liberato il posto da dodicesimo con l’addio di Gollini. Il riminese non sta tradendo le attese e a Cremona sta dimostrando tutte le sue qualità, che gli hanno permesso di prendersi in pianta stabile, con tante, tante partite terminato imbattuto per le scommesse Italia, anche la porta dell’Under-21.
Certo, con Musso appena acquistato le possibilità di diventare il numero uno dell’Atalanta in tempi brevi sono poche, ma con un contratto che scade nel 2023 Carnesecchi può rappresentare l’obiettivo di molti club alla ricerca del portiere del futuro che però sia già affidabile…nel presente.
Michele Di Gregorio
Rimanendo in Serie B, c’è un altro caso simile, quello di Michele Di Gregorio, portiere del Monza. Il milanese è un classe 1997, ma 24 anni rappresentano un’età ancora molto verde per un estremo difensore.
Di Gregorio è cresciuto nell’Inter, che in lui crede molto, come testimonia l’ultimo rinnovo, firmato in estate e che lo terrà nell’orbita nerazzurra fino al 2024. Dopo i prestiti a Novara e Pordenone per lui è arrivato il trasferimento biennale al Monza, società ambiziosa tra le favorite per la promozione nel 2022 per le quote scommesse Serie A, che vuole mettere in prima fila giovani italiani.
E il portiere prima si è preso il ruolo da titolare dopo una manciata di giornate dello scorso campionato e adesso continua a essere una delle certezze della squadra guidata da Stroppa, facendo registrare una media di clean sheet che si avvicina a uno ogni due partite.
Anche per lui difficile immaginare un futuro da titolare a breve termine all’Inter, ma considerando che Handanovic è ormai avanti con l’età e che il promesso sposo nerazzurro Onana dovrebbe comunque adattarsi a un campionato e a un paese diverso, non è poi così improbabile che Di Gregorio, al ritorno dal prestito, possa avere qualche occasione da sfruttare e prendersi la porta dei campioni d’Italia in carica…
Alex Meret
Tra i giovani portieri che giocano in Serie A ma che hanno difficoltà non si può non parlare di Alex Meret. Il friulano, anche lui classe 1997, sembrava destinato a diventare una stella già ai tempi dell’Udinese, ma si è visto superare dal più giovane Donnarumma e adesso che è arrivato al Napoli è bloccato in un limbo.
Si deve confermare stabilmente nelle prime posizioni della griglia portieri italiani!
Il club partenopeo non gli ha mai dato totale fiducia considerando che nelle quattro stagioni disputate finora non è mai stato il titolare indiscusso. Anzi, la presenza di un collega importante come Ospina sta fungendo più da freno che da sprone, considerando che tutti i tecnici passati a Dimaro da quando Meret è del Napoli hanno per periodi più o meno prolungati preferito il colombiano all’azzurro.
Questo non gli ha impedito di trovare spazio nelle convocazioni di Mancini per Euro 2020 e di diventare quindi campione d’Europa, ma di certo ci si aspettava parecchio di più dal portierone nato a Udine. Con un contratto in scadenza nel 2023, per Meret è il momento della verità e le opzioni sono due: prendersi il Napoli con la forza delle prestazioni o cercare fortuna altrove, magari ripartendo da una squadra con meno ambizioni di quella di De Laurentiis.
Silvestri e Cragno
La fortuna dei portieri, però, è quella di giocare in un ruolo in cui l’età conta, ma fino a un certo punto. Se un calciatore di movimento alla soglia dei trent’anni può temere di iniziare la fase discendente della carriera, non è invece raro che per un estremo difensore gli anni della maturità siano i migliori.
Un esempio su tutti è quello di Marco Silvestri (classe 1991), che dopo le prime sporadiche presenze in A nel 2014 si è ripreso la massima serie solo a 28 anni prima con il Verona e poi con l’Udinese.
Dunque non è ancora tardi per spiccare definitivamente il volo neanche per Alessio Cragno, altra grande speranza un po’ frustrata della scuola tricolore. Il toscano è ormai a Cagliari da un bel po’, ma non riesce a sfondare.
Quando i grandi club hanno dovuto scegliere un nuovo portiere titolare, nessuno ha guardato verso la Sardegna, nonostante un rendimento sempre positivo del classe 1994. Da un punto di vista del mercato, se il Cagliari dovesse continuare il suo pessimo campionato, quello di Cragno sarebbe certamente uno dei cartellini più appetibili, ma nessuno vorrebbe mai inserire nel proprio curriculum l’esperienza da portiere titolare di una squadra retrocessa.
Sognare il grande salto passa dalla perseveranza del portiere. Che qualcosa di lottare ne sa, considerando che un paio di anni fa è stato fermo per sei mesi per un grave infortunio alla spalla. Dunque, nessun traguardo è precluso al nativo di Fiesole. Del resto, per un estremo difensore, la vita non comincerà a trent’anni…ma quasi!
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 19 novembre 2021.