La nuova Formula 1, con il cambio delle regole che riguardano le monoposto, è diventata molto più piena di duelli, ma il momento dei pit stop resta sempre uno di quelli che può decidere una gara. La fermata della vettura affinché i meccanici possano cambiare le gomme o sostituire l’alettone dopo qualsiasi danno subito durante il Gran Premio è una vera e propria arte.
Normale, quando un pit stop velocissimo o uno troppo lento sono in grado di alterare gli equilibri di un intero campionato mondiale.
Il limite di velocità sulla pit lane
Il record di pit stop più veloce
Il pit stop resta obbligatorio
L'evoluzione del pit stop
Rispetto ai vecchi tempi (ovvero a prima del 2010), quando c’era anche il rifornimento, i pit stop sono cambiati poco.
Di base, non si inserisce più la benzina, anche e soprattutto per evitare incidenti in pit lane come quelli che negli anni hanno coinvolto meccanici trascinati da una vettura perché il bocchettone del rifornimento era rimasto incastrato o peggio ancora, spaventosi incendi causati da una fuoriuscita di carburante mentre il pilota era in pieno rifornimento.
Nonostante questo, il pit stop è comunque considerato un momento pericolo e quindi ai meccanici è fatto obbligo di utilizzare il casco, le tute ignifughe, i guanti e qualsiasi altra precauzione (identiche a quelle dei piloti) per evitare rischi per la propria salute.
Il limite di velocità sulla pit lane
Come ogni momento della gara, il pit stop è ben regolamentato da parte della FIA, che dedica una parte corposa delle norme proprio alla pit lane e a tutto ciò che accade al suo interno.
La differenza maggiore tra un passaggio in pit lane e uno in pista è che all’interno di quella che una volta veniva chiamata “corsia dei box” c’è una limitazione di velocità: le vetture non possono superare gli 80 km all’ora, anche se il commissario di gara ha la possibilità di stabilire una velocità massima anche inferiore a seconda delle condizioni della pit lane.
Chi viene pizzicato a superare i limiti rischia grosso, soprattutto se lo ha fatto durante la gara per cercare di ottenere vantaggi: la punizione per l’eccesso di velocità nella corsia dei box va dalla multa alla penalizzazione in gara.
Le regole del pit stop
È comunque sbagliato parlare di corsia dei box, perché da regolamento la pit lane è divisa in due parti. Quella più esterna, la fast lane, è quella che le vetture utilizzano per entrare e uscire dai box, nonché quella che ha la precedenza rispetto all’altra.
La corsia interna è quella in cui effettivamente avvengono i pit stop, nonché l’unico luogo in cui per regolamento i meccanici possono intervenire sulle vetture. Il passaggio dalla corsia interna alla fast lane è fonte di parecchie controversie, soprattutto quando la gara è serrata e si punta a superare attraverso il pit stop.
Le vetture devono essere rilasciate in maniera sicura, ovvero permettendo al pilota di non intralciare o far correre rischi agli avversari e segnalando a chi arriva o a chi è appena passato che qualcuno si sta immettendo nella corsia più esterna.
I casi (e le accuse) di “unsafe release” sono frequenti quando due avversari diretti entrano insieme ai box e anche in questo caso il commissario di gara ha la possibilità di sanzionare il pilota o la squadra per il mancato rispetto del regolamento, arrivando anche a comminare penalizzazioni in gara o in griglia per il Gran Premio successivo.
Tra le altre regole, c’è l’obbligo di non innestare mai la retromarcia all’interno della pit lane, men che meno per poter rientrare…dall’uscita. L’unico caso in cui è permessa una manovra che sposti la vettura all’indietro è quello più classico del rientro ai box o del ritiro, in cui il pilota infatti spegne la vettura, che viene spinta manualmente dai meccanici all’interno della zona designata.
Un’altra regola non troppo conosciuta è quella che impedisce ai membri dei team di…intervenire in qualsiasi maniera sulla corsia interna in corrispondenza di dove verranno effettuati i pit stop. Solo in caso di necessità di rimuovere detriti lasciati dalla vettura è possibile pulire, ma solo con delle scope. E quando le condizioni sono di bagnato, si può anche cercare di asciugare la zona deputata al pit stop. Qualsiasi altra azione che potrebbe inficiare sul grip della vettura deve essere valutata dai commissari.
La pit lane, inoltre, può essere chiusa, specie quando avviene un incidente al suo interno ed è necessario spostare vetture (che non possono essere spostate da altri veicoli a motore) o effettuare una pulizia della corsia. In quel caso, è permesso rientrare soltanto a piloti le cui vetture siano danneggiate in maniera grave ed evidente.
Altrimenti un ingresso ai box in regime di pit lane chiusa è passibile delle classiche penalità. Il caso opposto è quello in cui le vetture, per un incidente in pista, sono costrette a passare nella pit lane dietro alla safety car. In questa situazione non è ovviamente permesso ad alcun pilota di effettuare il pit stop, pena investigazione da parte dei commissari e relative penalizzazioni.
Il record di pit stop più veloce
La regola più nuova è quella che riguarda le tempistiche delle operazioni. Negli ultimi anni il pit stop rapidissimo è diventato una specialità della Red Bull, sempre favoriti per le scommesse F1 con i meccanici della squadra austriaca che hanno addirittura effettuato il cambio gomme in meno di due secondi.
Questo ha portato a un tentativo di velocizzazione delle attività, che a volte però ha creato rischi. Non sono stati pochi i casi di vetture partite con gomme montate male (memorabile il caso della Haas, che in un GP ha visto ritirarsi entrambi i suoi piloti per questo motivo in capo a pochi giri), che hanno convinto la FIA a un giro di vite.
I tempi di reazione minimi per l’abbassamento del cric dopo il fissaggio dell’ultimo dado sono stati fissati a 15 centesimi di secondo, mentre tra il cric abbassato all’accensione della luce verde per il release della vettura ne devono passare almeno 20.
Il pit stop resta obbligatorio
Una domanda però si pone tra chi perizia le quote motori: il pit stop è obbligatorio? Sì, perlomeno finché sarà in vigore la regola che obbliga ogni pilota a utilizzare in gara almeno due mescole diverse (soft, medium, hard), riconoscibili dalla colorazione esterna.
Perchè sarà anche vero che grazie ai cambiamenti radicali dell’edizione 2022 del mondiale di Formula 1 le gare sono tornate a essere entusiasmanti anche in pista. Ma alla spettacolarità dei pit stop e della necessità di vincere anche attraverso la strategia, il Circus non può davvero rinunciare!
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.