Se c’è qualcuno che nel calcio italiano può spiegare che la gavetta paga, quello è certamente Stefano Pioli. Il tecnico del Milan, che ha riportato i rossoneri tra le big tricolori dopo anni complicati, è arrivato in panchina dopo una lunga carriera da calciatore, che lo ha portato a vestire le maglie del Parma (la squadra della sua città), della Juventus, della Fiorentina (dove ha trascorso sei stagioni), del Padova, della Pistoiese, del Fiorenzuola e del Colorno.
L'esordio da tecnico di Stefano Pioli in A
I contratti di Pioli con Bologna e Lazio
Gli accordi di Pioli tra Inter e Fiorentina
Tutti i rinnovi contrattuali di Pioli con il Milan
Per lui, da comprimario nella Juventus del Trap, un campionato italiano, una Coppa dei Campioni, una Supercoppa UEFA e una Coppa Intercontinentale, oltre che un campionato di C1 con il Parma e uno di B con la Fiorentina. Il suo destino sul campo, però, non si è interrotto con il ritiro nel 1999, ma lo ha portato in panchina, per un lungo giro d’Italia.
L'inizio di carriera di Pioli
Le prime esperienze da allenatore Pioli le fa a Bologna, da tecnico degli allievi nazionali (con tanto di campionato vinto alla guida del fortissimo gruppo classe 1984) e poi della Primavera. Lo stesso ruolo glielo affida il Chievo, prima del passaggio con la squadra dei... grandi! L’occasione gliela offre nel 2003 la Salernitana, che dovrebbe guidare in C1, ma che torna in Serie B per il ripescaggio dopo il caso Catania.
La buona salvezza conquistata lo rende appetibile al Modena, che punta in alto. Nella stagione 2004/05 i gialloblù arrivano settimi in Serie B. L’inizio dell’annata successiva è deludente e arriva l’esonero, ma la dirigenza decide di richiamarlo, con Pioli che porta il Modena al quinto posto e alle semifinali playoff, poi perse con il Mantova.
L'esordio da tecnico di Stefano Pioli in A
È l’ora di passare alla Serie A e l’esordio nella massima categoria è nel 2006 con sul cuore lo stemma del “suo” Parma. Con i Crociati arriva anche l’esordio nelle coppe Europee, ma l’avventura dura poco: la crisi in campionato degli emiliani porta al suo esonero e all’arrivo di Claudio Ranieri.
A quel punto Pioli, piuttosto che cercare di rimanere in A, cerca il suo posto al sole tornando nel campionato cadetto. La stagione al Grosseto, dove prende il posto di Roselli, è positiva, così come lo è quella con il Piacenza, con cui si salva tranquillamente nella stagione 2008/09, salvo poi lasciarsi per divergenze tecniche. L’anno dell’esplosione è quello a Sassuolo, dove porta i neroverdi a uno storico (almeno per l’epoca!) quarto posto e ai playoff persi con il Torino.
Il 2010 segna il momento di tornare in A e la stagione a Verona, sponda Chievo, è ottima: i gialloblù si salvano tranquillamente anche grazie a una difesa bunker (la quarta migliore della Serie A), ma Pioli lascia anche il Bentegodi.
Lo chiama Maurizio Zamparini a Palermo e la storia…è un classico del compianto patron rosanero, assolutamente prevedibile per le quote calcio Serie A: il tecnico arriva a luglio 2011, perde il preliminare di Europa League contro il Thun e viene esonerato a fine agosto con il campionato che ancora deve cominciare. Perlomeno, Pioli potrà sempre pensare di essere il grande rimpianto di Zamparini, che più di una volta ha ammesso di aver agito con troppa fretta al momento di licenziarlo.
I contratti di Pioli con Bologna e Lazio
Ma si sa, quando si chiude una porta si apre un portone, con su scritto… Bologna. È il capoluogo emiliano il luogo in cui Pioli comincia il suo assalto al calcio che conta. Nell’ottobre 2011, visto l’esonero lampo, il tecnico per regolamento può tornare subito in corsa e arriva al Dall’Ara al posto di Bisoli, che fino a quel momento aveva conquistato solo un punto.
Quelli finali saranno 51, che permettono al Bologna una salvezza tranquilla e fanno ottenere a Pioli un ottimo contratto: 900mila euro netti a stagione fino al 2014. L’annata 2012/13 è di transizione, con il Bologna che rimane costantemente a metà classifica. Poi però l’avvio della stagione 2013/14 è pessimo e Pioli paga con l’esonero, arrivato a gennaio 2014.
A dargli fiducia arriva la Lazio di Claudio Lotito. Per prendere al volo l’occasione, Pioli accetta un ingaggio abbastanza ridotto, da 500mila euro all’anno. Ma la prima stagione in biancoceleste è fulminante. La Lazio arriva terza nella Serie A 2014/15, tornando in Champions League dopo otto anni, raggiungendo anche la finale di Coppa Italia.
Abbastanza per ottenere un rinnovo di contratto che lo porta a guadagnare 1 milione di euro netti. La stagione successiva, però è piena di delusioni: la squadra perde la Supercoppa Italiana contro la Juventus, ma soprattutto non riesce ad accedere al tabellone principale della Champions, dopo la netta sconfitta nei preliminari per mano del Bayer Leverkusen. Nell’aprile 2016, dopo un derby della Capitale perso nettamente, arriva l’esonero.
Gli accordi di Pioli tra Inter e Fiorentina
Poco male, perché a ottobre dello stesso anno chiama l’Inter, che ha bisogno di sostituire il fallimentare Frank de Boer. Il contratto offerto dai nerazzurri è da due stagioni, con un milione fino al termine del campionato 2016/17 e poi un aumento a 1,5 per la seconda parte dell’accordo.
Peccato che Pioli venga esonerato (con buonuscita) nel maggio 2017, con la squadra in caduta libera. Dopo la rescissione con i nerazzurri arriva la Fiorentina, dove Pioli firma un biennale da 1,1 milioni di euro netti a stagione. La prima annata è positiva, con i viola che arrivano ottavi, ma l’esperienza al Franchi termina dopo meno di due anni, con le dimissioni presentate nell’aprile 2019, lasciando comunque la squadra in semifinale di Coppa Italia.
Tutti i rinnovi contrattuali di Pioli con il Milan
E infine…si arriva alla cronaca. Nella stagione 2019/20 Pioli viene scelto dal Milan come sostituto dell’esonerato Marco Giampaolo. Il suo ruolo sembra quello del traghettatore, nonostante un buon contratto da 1,5 milioni di euro. I rossoneri sembrano convinti di portare a Milanello il tedesco Rangnick come nuovo Direttore Sportivo, il che lascia presupporre una mancata conferma dell’allenatore parmigiano, che comunque porta la squadra al sesto posto, con la qualificazione in Europa League.
In estate, però, la società fa dietro-front: confermata la fiducia a Pioli, che firma un biennale da 2 milioni netti fino al 2022. La stagione 2020/21 è quella del grande ritorno rossonero. Il Milan comincia a giocare a luglio con i preliminari di Europa League e in campionato parte di scatto laureandosi campione d’inverno. Alla fine lo Scudetto lo vince l’Inter, ma il secondo posto finale e il ritorno in Champions League rendono stramerito al lavoro del tecnico.
Così come la stagione 2021/22, in cui il Milan continua per le quote calcio oggi a lottare per il tricolore, permettendo al suo condottiero di ottenere un altro rinnovo con adeguamento, contratto fino al 2023 (con opzione per altra stagione) a 3 milioni netti. E chissà che con una vittoria dello scudetto le cifre non si alzino ulteriormente per il leader silenzioso del nuovo Diavolo…
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