La prima storica stagione del Monza in Serie A ha preso una piega assai particolare nel momento in cui la proprietà ha deciso di cambiare allenatore. Via Giovanni Stroppa, artefice della promozione nella massima serie, che però aveva raccolto appena un punto in sei giornate, e dentro Raffaele Palladino.
L’ex attaccante, lanciato dalla Juventus e che ha vestito anche le maglie (tra le altre) di Genoa e Parma, aveva chiuso la sua carriera proprio a Monza, anche se gli infortuni non gli hanno mai permesso di scendere in campo con il club lombardo. Ma proprio al Brianteo ha iniziato la sua seconda vita, quella da allenatore.
Il passaggio fondamentale nel settore giovanile
Le due clamorose vittorie del Monza sulla Juve
Il contratto di Raffaele Palladino con il Monza
Il precedente di Galliani con Capello al Milan
Il Barcellona gli allenatori li cresce in casa
Zidane subito Campione anche in panchina
Il passaggio fondamentale nel settore giovanile
Palladino ha cominciato da collaboratore tecnico del settore giovanile, prima di prendere la guida della squadra Under-15 nell’estate 2020. Il salto successivo è stato quello alla Primavera e nella sua prima stagione il tecnico ha fatto benissimo, portando il Monza ai playoff del Campionato Primavera 2, con la possibilità di ottenere la promozione.
I biancorossi sono poi stati eliminati nelle semifinali dal Parma, ma questo non ha per nulla offuscato l’ottimo lavoro di Palladino. Che infatti, quando Stroppa è stato esonerato, è stato scelto da Berlusconi e Galliani per sostituirlo nonostante il campano non avesse alcuna esperienza alla guida di una prima squadra.
Non che questo abbia impedito all’allenatore classe 1984 di prendersi immediatamente i riflettori. Sotto la guida di Palladino, che ricorda molto Roberto De Zerbi, il Monza è immediatamente uscito dalla zona retrocessione ed è diventato una vera e propria mina vagante della Serie A.
Le due clamorose vittorie del Monza sulla Juve
Basterebbe pensare che la prima vittoria della storia dei brianzoli nel massimo campionato è arrivata proprio all’esordio in panchina del tecnico, con un clamoroso 1-0 contro la Juventus.
Tanto per non farsi mancare nulla, il Monza ha anche fatto il bis nella partita di ritorno, espugnando lo Stadium, e già che c’era ha fermato sul 2-2 l’Inter e ha raccolto vittorie esterne importanti su campi ostici come quelli di Bologna e Sampdoria.
Insomma, per un allenatore che è alla sua prima esperienza e che ha un contratto non certo da big, numeri importantissimi. Già, perchè Palladino, almeno per le cifre che girano in Serie A, guadagna davvero poco.
Il contratto di Raffaele Palladino con il Monza
Per lui il contratto parla di 200mila euro a stagione, una cifra che però la società dovrà aumentare a breve, se spera di trattenerlo al Brianteo.
Su di lui hanno infatti messo già gli occhi alcune big italiane, di quelle ai primi posti nelle quote scudetto, per intenderci che vedono nell’allenatore di Mugnano di Napoli uno dei migliori della nuova generazione.
Del resto, il duo composto da Berlusconi e Galliani non è mica nuovo a exploit del genere. A dimostrarlo c’è la storia di uno dei tecnici più vincenti della storia del calcio italiano, Fabio Capello.
Il precedente di Galliani con Capello al Milan
Don Fabio comincia la sua carriera da allenatore nelle giovanili del Milan, vincendo il titolo con la Beretti e portando la Primavera a una finale scudetto e a una Coppa Italia. L’arrivo del Cavaliere porta alla promozione in prima squadra da vice, per poi prendere brevemente il posto di Nils Liedholm al termine della stagione 1986/87.
Poi per Capello ci sono quattro anni da dirigente nella polisportiva Mediolanum, ma quando c’è da sostituire Sacchi nel 1991, Berlusconi non ha dubbi: ci vuole il friulano. Palmarès alla mano, difficile dargli torto: con il Milan Capello vince quattro scudetti e una Champions League, per poi portare il tricolore anche alla Roma e alla Juventus (titoli però revocati) e andare persino al Bernabeu in due esperienze diverse, conquistando due volte la Liga.
Per Don Fabio poi ci sono anche esperienze da CT, con la nazionale inglese e quella russa. Non male per chi prima di prendersi il Milan aveva allenato solo le giovanili. Forse anche per questo, il Cavaliere e Galliani hanno tentato lo stesso colpo negli ultimi anni alla guida del Milan.
Nel 2014 a prendere le redini del Diavolo è Filippo Inzaghi, che nelle stagioni precedenti aveva fatto bene prima con gli allievi nazionali e poi con la Primavera rossonera. In questo caso, però, le cose non sono andate troppo bene…
Il Barcellona gli allenatori li cresce in casa
Se poi si vuole guardare all’estero, impossibile non pensare a Pep Guardiola. Il catalano comincia ad allenare…già quando è in campo, ma si mette in mostra nella sua prima stagione in panchina, quella al Barcellona B. Il suo stile è così convincente che nel 2008 il club decide di dare il benservito a Frank Rijkaard (che pure aveva vinto la Champions League nel 2006) e affidargli la prima squadra.
È l’inizio di una storia piena di successi, compreso un Triplete con i blaugrana nel 2009, che ha portato Guardiola a vincere anche in Germania (Bayern Monaco) e Inghilterra (Manchester City).
E a proposito di Barcellona e giovanili, un percorso simile a quello di Pep lo fa Luis Enrique.
L’asturiano è il tecnico del Barça B mentre Guardiola guida la prima squadra e nel 2011 viene messo sotto contratto dalla Roma.
L’unica stagione in giallorosso non è troppo positiva, ma serve per lanciare la carriera di Luis, che dopo un anno al Celta Vigo torna a Barcellona a guidare Messi e compagni. Anche per lui arriva un Triplete (2015) con una bella finale di Champions equilibrata fino al settimo minuto di recupero per le scommesse live, seguito da quattro anni alla guida della nazionale spagnola.
Zidane subito Campione anche in panchina
E che dire di un altro che ha vinto parecchio in quello che è il club più titolato al mondo? Quando nella stagione 2015/16 il Real Madrid ha esonerato Rafa Benitez, la panchina dei Blancos è stata affidata, con sorpresa di tutti, a Zinedine Zidane.
Certo, il Pallone d’Oro 1998 aveva già fatto da vice a Carlo Ancelotti nella stagione della Decima, ma in quel momento Zizou era “semplicemente” il tecnico del Real Madrid Castilla, la seconda squadra della Casa Blanca, peraltro con risultati anche relativamente normali.
Eppure Florentino Perez, che ha sempre apprezzato il francese già dai tempi in cui era il cuore del centrocampo del Real, ha deciso che Zidane era l’uomo giusto per guidare la sua squadra piena di stelle. Neanche tre anni dopo, i Blancos avevano conquistato tre Champions League consecutive e anche vinto una Liga.
E quando c’è stato bisogno di ripartire dopo un momento complicato, Zidane è tornato, portando di nuovo a casa il campionato. A dimostrazione che anche arrivando dalle giovanili si possono davvero fare cose incredibili…
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.