La decisione da parte dei Los Angeles Lakers di scegliere con la loro seconda pick del Draft LeBron James junior, per tutti semplicemente “Bronny”, ha fatto discutere.
Il classe 2004 di Cleveland, Ohio, entra a far parte di una delle franchigie più iconiche dell’NBA per merito o semplicemente per essere figlio di LeBron, il miglior marcatore di sempre della lega nordamericana?
Qualsiasi siano state le motivazioni del team californiano, in NBA ci si prepara a una prima assoluta: vedere padre e figlio giocare assieme.
Una situazione che poteva accadere solo con un campione anche di longevità come LeBron, favorito con l'edizione 2024 del Dream Team secondo le quote delle scommesse Olimpiadi per il torneo di basket, ma che si è già verificata in altri sport.
Gli altri casi di padre e figlio in campo
A partire da due delle altre leghe nordamericane, ovvero la MLB e la NHL. Nel baseball i casi di coppie padre-figlio in campo assieme sono addirittura due.
La prima è quella composta da Ken Griffey Sr. and Ken Griffey Jr. Il padre era verso il termine di una buona carriera quasi ventennale, quando suo figlio è stato scelto come prima pick assoluta nel Draft 1987 dai Seattle Mariners.
E proprio a Seattle i due si ritrovano nel 1990 per l’ultima stagione di Griffey senior. Assieme giocano 51 partite, con un memorabile doppio fuoricampo consecutivo contro i California Angels.
E se Griffey senior è stato sicuramente un buon giocatore, Griffey jr è nella Hall of Fame del baseball mondiale ed è al settimo posto nella classifica di sempre, anche per le relative quote baseball delle scommesse sportive, per home run fatti.
Altro Hall of Famer è Tim Raines Sr., che nel 2001, anche lui al termine di una carriera lunghissima, riesce a scendere in campo assieme a suo figlio Tim Raines Jr. con la maglia dei Baltimore Orioles.
Raines junior però non riuscirà a ripetere la carriera di suo padre, lasciando la MLB nel 2004. E poi c’è chi non ha giocato assieme a un solo figlio, ma addirittura a due.
La dinastia Howe nell'hockey
Si parla di hockey e di Gordie Howe. un vero mito del ghiaccio, con una carriera lunga 35 anni e quattro Stanley Cup negli anni Cinquanta con i Detroit Red Wings.
Il canadese, che era soprannominato “Mr Hockey” e che nel 1972 era già stato inserito nella Hall of Fame, a cinquant’anni giocava ancora con gli Hartford Whalers, franchigia della WHA, la lega concorrente della NHL.
Assieme a lui in squadra c’erano i suoi figli, Mark e Marty. Quando nel 1979 la WHA ha chiuso i battenti, i Whalers sono entrati a far parte della NHL e quindi la famiglia Howe è diventata la prima a vedere assieme un padre e (almeno) un figlio nello sport professionistico americano.
Nella stagione 1979/80 Gordie, a 52 anni, è stato il migliore della squadra, seguito da Mark, destinato anche lui a entrare a far parte della Hall of Fame dell'hockey. Meno fortunata la carriera di Mark, che ha abbandonato la lega nel 1984.
Romario pronto a giocare con Romarinho
E il calcio? Oltre ai casi dei figli d'arte, anche il pallone ha parecchie storie al riguardo, alcune avvenute in squadre non celeberrime, ma altre anche a livello internazionale. Meglio partire da quest’ultima, quella che riguarda la famiglia Gudjohnsen.
Papà Arnor e suo figlio Eidur non hanno mai condiviso lo spogliatoio in un club, ma il futuro attaccante di Chelsea e Barcellona ha esordito nella nazionale islandese nel 1996 sostituendo proprio suo padre, entrando nella storia del calcio perchè nessuna coppia padre-figlio aveva mai giocato nella stessa partita a livello internazionale.
E peccato che la carriera con la nazionale di Eidur sia terminata nel 2016 agli Europei contro la Francia, con l'Islanda che aveva appena eliminato, a sorpresa per le scommesse live l'Inghilterra agli ottavi, altrimenti avrebbe potuto passare a sua volta il testimone a suo figlio, Sveinn Aron, visto anche in Italia con le maglie di Spezia e Ravenna, che ha debuttato con la selezione nel 2021.
A proposito di ex calciatori del Barcellona, ce ne sono un altro paio che hanno storie simili. Il primo è Rivaldo, Pallone d’Oro 1999 e campione del mondo con il Brasile nel 2002.
Il fantasista verdeoro ha avuto una carriera durata oltre 25 anni terminata al Mogi Mirim Esporte Clube, club con cui aveva giocato da giovanissimo e di cui era diventato proprietario nel 2008.
E proprio in maglia biancorossa nel 2015 Rivaldo ha avuto la possibilità di giocare assieme a suo figlio Rivaldinho, finendo addirittura entrambi nel tabellino di un match nel giugno dello stesso anno.
Alla data di prima pubblicazione di questo contenuto, si aspetta "il primo gol" di Romario nel suo America che vede in rosa anche suo figlio Romarinho, nato nel 1993, naturalmente in... Catalogna!
Altro ex blaugrana, davvero clamorosa questa coincidenza, è Henrik Larsson, lo svedese che ha terminato la sua carriera dove l’ha iniziata, all’Högaborgs BK.
L’ex attaccante, che era inserito nella squadra senior, è entrato in campo in un match del 2013 a causa di una serie di infortuni nella rosa, giocando così assieme a suo figlio Jordan, all’epoca quindicenne, che poi avrebbe ritrovato come allenatore qualche anno dopo all’Helsingborg.
Un’altra coppia padre-figlio è quella degli Eastham, con George junior che non solo ha vinto i mondiali nel 1966 con l’Inghilterra, ma che un decennio prima aveva condiviso il campo con George senior nel club nordirlandese dell’Ards.
Rimanendo nelle isole britanniche, si devono menzionare gli Herd, con papà Alex che ha vinto titoli con il Manchester City e David, che ha invece vinto con lo United, ma che hanno condiviso l’esperienza allo Stockport.
Per non parlare di Ian Bowyer, due volte vincitore della Coppa dei Campioni del Nottingham Forest, che a inizio anni 90 era allenatore-giocatore dell’Hereford ed è sceso in campo con suo figlio Gary, futuro allenatore in Premier League.
In Finlandia, infine, ci sono gli Eremenko, con Aleksej senior che fa in tempo prima a giocare con Alexei junior all’HJK Helsinki e poi con il più famoso Roman all’FF Jaro. E tutti e due i figli, paradossalmente, giocavano nello stesso ruolo del padre!
Quando papà è l'allenatore
Di coppie padre-figlio nel calcio ce ne sono molte, soprattutto quando uno è in panchina e uno in campo. In Italia abbiamo avuto ovviamente i Maldini, con papà Cesare che ha guidato suo figlio Paolo sia in nazionale che per un breve periodo anche al Milan, in entrambi i casi con il difensore con la fascia da capitano al braccio.
Negli Stati Uniti ci sono stati i Bradley, con Bob allenatore e l’ex romanista Michael in campo sia con la nazionale che con il Toronto, mentre in Premier League per anni Nigel Clough è stato calciatore del Nottingham Forest con in panchina suo padre, il leggendario Brian.
Più difficile che padre e figlio siano in panchina assieme, ma anche qui l’Italia regala l’esempio supremo: gli Ancelotti, Carlo V e Davide, che lavorano (e vincono) assieme dal 2016.
Mamma e figlia insieme: il sogno di Aurora e Denise Bisogno
Per quanto riguarda le donne, il calcio femminile italiano regala un caso nelle serie minori. Aurora e Denise Bisogno sono madre e figlia, ma giocano nella stessa squadra, la Sant’Antonio Abate Woman, nell'Eccellenza campana, con cui hanno segnato anche nello stesso match a inizio 2024.
Un qualcosa di naturale, visto che come ha raccontato mamma Aurora, calciatrice da sempre, la piccola Denise veniva allattata negli spogliatoi ed è stata portata in panchina sin da quando era bambina!
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da Almay.