Sono davvero poche al mondo le discipline sportive che possono vantare una crescita esponenziale come quella avuta dal padel negli ultimi tempi.
Nato ad Acapulco nel 1962 dalla mente del messicano Enrique Corcuera come modifica al pop tennis (a sua volta variante del tennis, che si gioca con racchette piatte senza corde e con un campo più piccolo), il padel è ora come ora uno sport che viene praticato da milioni di persone in giro per il mondo.
I paesi che hanno apprezzato subito la disciplina sono quelli dell’America Latina (in particolare l’Argentina) e quelli della penisola iberica. E non sorprende dunque che l’albo d’oro dei mondiali di doppio maschile sia composto solo da due nazionali, ovvero Argentina e Spagna.
E allo stesso modo è quasi logico che il miglior giocatore al mondo per tempo trascorso in cima al ranking del World Padel Tour sia un argentino, Fernando Belasteguín, sempre favorito per le scommesse sportive!
Quando nasce il padel in Europa
Ma anche in Italia il padel ha sempre avuto una buona tradizione, prima di essere protagonista di un vero e proprio boom negli ultimi anni, in cui, di fatto, ha sostituito il calcetto come passatempo sportivo degli italiani.
La storia tricolore della disciplina parte dall’Emilia Romagna, da Bologna e dintorni, quando nel 1991 alcune associazioni sportive hanno dato vita alla FIGP, ovvero la Federazione Italiana Gioco Padel, inserita nell’alveo delle attività del CONI.
Nello stesso anno è nato anche il primo centro per il padel, costruito a Costabissara, in provincia di Vicenza. Negli anni Novanta, vista la diffusione in zona, ne sono venuti fuori altri in Emilia Romagna, mentre è successivo l’esordio a Roma.
Il padel è diventato uno degli sport più in della Capitale a partire dal 2015, anche grazie alla “pubblicità” veicolata da diversi sportivi (in particolare Francesco Totti, ma anche Vincent Candela, Andrea Pirlo, oltre a giocatori tuttora in attività come Ciro Immobile o Francesco Acerbi), che spesso e volentieri si ritraggono sui social network durante le loro partite.
In quanti giocano a padel in Italia
Attualmente i praticanti in Italia sono stimati sui 500mila e dal 2020 in poi c’è stato un vero e proprio fiorire di centri per giocare a padel, con il numero di campi che ora supera ampiamente i 5000.
Un quarto di questi si trova nel Lazio, ma anche le altre grandi città tricolori stanno pian piano cedendo al fascino di questa disciplina. E tanto per dimostrare quanto spazio si sia preso il padel dalle nostre parti, basti pensare che la Federazione Italiana Tennis, la FIT, è diventata nel 2022 FITP, proprio a causa dell’esponenziale aumento di popolarità di questo sport e delle relative entusiasmanti scommesse live!
Le dimensioni di un campo di padel
Ma quanto costa costruire un campo da padel? Per dare una risposta a questa domanda, bisogna intanto partire dalle particolarità del terreno di gioco. Che sono rigidamente stabilite dalla FIP, la Federazione Internazionale Padel. Il campo è lungo 20 metri e largo 10, con le pareti (che, giova ricordarlo, sono parte integrante del campo e servono per effettuare colpi) che sono alte 3 metri e la recinzione che arriva a 4 metri.
La rete è lunga 10 metri e deve essere alta 92 centimetri ai lati e 88 al centro. A proposito delle pareti, all’inizio si giocava con pareti in muratura, ma al momento attuale possono essere costruite con qualsiasi materiale, sia trasparente che opaco, a patto che garantisca un rimbalzo regolare e uniforme alla palla.
Le superfici del padel
Per quanto riguarda le superfici, le possibilità sono parecchie: si parte dal conglomerato poroso o dal cemento, per passare attraverso il materiale sintetico e arrivare all’erba artificiale. La questione fondamentale è che il materiale che viene scelto deve anch’esso consentire il rimbalzo regolare della palla ed evitare che si accumuli acqua.
Già, perchè i campi da padel possono essere sia indoor che outdoor.
I campi indoor sono la maggioranza, sia perchè permettono di giocare con qualsiasi condizione climatica che di essere costruiti anche in posti particolari (alzi la mano chi ne ha visto almeno uno in un centro commerciale), ma per gli appassionati di sport all’aria aperta ci sono anche quelli scoperti, da cui la necessità che l’acqua piovana non si accumuli, creando disagi in partita.
Quanto costa costruire un campo di padel
Dunque, stabilite le sue caratteristiche, si arriva al costo del campo. Che al momento attuale varia tra i 25 e i 35mila euro di media, a seconda dei materiali utilizzati e della decisione di costruirlo indoor all’aperto. Può sembrare una cifra particolarmente alta, ma ci sono da considerare un paio di elementi.
Il primo è che i campi da padel non necessitano di una particolare manutenzione, anzi, ne serve davvero poca. E poi va sottolineata la durabilità dei campi, che se ben trattati possono arrivare a durare anche parecchi anni. Molto dipende dalla tipologia di superficie, ma in media un campo può funzionare senza problemi tra i 5 e i 7 anni e, con adeguata manutenzione, può anche sforare il decennio di vita.
Dunque, ponendo un ciclo di 5000 ore di gioco e moltiplicandolo per le tariffe (medie) che vengono applicate nei circoli tricolori, a fronte dei 30mila euro di media spesi per costruirlo, un campo da padel può rendere il triplo, oltre 100mila euro. Ed ecco che quella che all’inizio sembrava una cifra molto alta diventa quasi…economica.
Quanto tempo ci vuole per realizzare un padel
E infine, c’è l’ultima domanda: in quanto si costruisce un campo da padel? Partendo dal presupposto che il terreno dove costruire sia già pronto (ovvero nessuna necessità di livellarlo o di pulirlo) e che si abbiano già a disposizione i materiali necessari, si può arrivare a costruire un campo in un paio di settimane.
La parte più lunga è quella che prevede la creazione della fondazione, con tanto di predisposizione per l’impianto elettrico (perchè a padel, indoor e outdoor, si gioca sia di giorno che di sera!), mentre la posa della superficie è molto più rapida.
Un’ultima nota: ovviamente nella maggior parte dei casi la costruzione non si limita a un solo campo, ma si creano del club con più campi a disposizione. Ma in fase di progettazione, va ricordata una cosa fondamentale: a differenza dei campi di calcetto, non si possono creare due campi uniti, ovvero che condividano le stesse pareti.
E se poi servono le aree tecniche (che sono previste ma non obbligatorie) si arriva a utilizzare un minimo di 21 metri per 14. Uno spazio non eccessivo, ma che può essere molto redditizio…
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