Quando nell’agosto 2021 il Collegio di garanzia del Coni ha decretato la mancata iscrizione del Chievo Verona ai campionati professionistici per inadempienze tributarie, sembrava essere arrivata la parola “fine” a una storia che è quasi un unicum nella storia del calcio tricolore.
A partire dal loro esordio in Serie A nel 2001, i “Mussi Volanti” hanno partecipato a 17 edizioni del massimo campionato, 11 delle quali consecutive, ottenendo addirittura la qualificazione alla coppa UEFA e alla Champions League.
La Clivense di Sergio Pelissier
Ma la decisione di escludere il Chievo dai campionati non ha chiuso la questione, perchè in attesa del giudizio del Consiglio di Stato e nonostante il fallimento dichiarato dal Tribunale di Verona, il Chievo Verona è ancora vivo a livello giovanile. E anzi, a ben vedere di società che sostengono di essere eredi della storia e della gloria gialloblù ce ne sono ben tre.
Il Chievo-Sona
L’ultima è appena nata e si chiama…Chievo-Sona. Il progetto di Luca Campedelli, per anni presidente del Chievo Verona, e di Marco Pacione, storico team manager dei Mussi Volanti, ha portato alla creazione di un nuovo club attraverso la fusione con il Sona, società di Serie D che negli ultimi anni ha fatto parecchio parlare di sé con l’arrivo, tra gli altri, dell’ex interista Maicon o del cantante Enrico Ruggeri, che ha debuttato nel 2021 in Serie D all’età di 64 anni.
La fusione con la società veronese permetterà dunque al “nuovo Chievo” di ripartire direttamente dalla quarta categoria del pallone tricolore.
A guidare la squadra sarà Nicola Zanini, ex ragazzo prodigio del calcio italiano, acquistato nel 1990 dalla Juventus, ma che poi ha fatto una carriera al di sotto delle sue potenzialità. Dopo anni al Vicenza, Zanini ha allenato prima l’Este e poi la Luparense ed è appena stato nominato allenatore del Chievo-Sona.
Accanto a lui ci sarà un’altra bandiera del Chievo che fu, ovvero Fabio Moro. L’ex difensore classe 1975, cresciuto nelle giovanili del Milan, ha dedicato prima dieci anni di carriera in campo al Chievo, appendendo gli scarpini al chiodo nel 2010 come capitano gialloblù.
Poi anche da allenatore ha già dato il suo contributo alla squadra che lo ha reso celebre, prima come tecnico degli allievi regionali e poi come collaboratore tecnico della prima squadra.
Il Chievo-Sona, dunque, parte con buoni auspici e sta già preparando la stagione che verrà. Il quartier generale sarà al “Bottagiso Sport Center”, che già ospitava la scuola calcio del Chievo Verona e la volontà è dunque quella di prendere a pieno titolo l’eredità della società fallita.
L' A.C. Chievo Verona 1929
Il punto però è che il “vecchio” Chievo non si arrende e ha già fatto intendere, per bocca dei curatori fallimentari, che la società appena nata per scelta di Campedelli, che a sua volta non ha più alcun legame con il vecchio club, non ha nulla, se non parte del nome, del Chievo Verona che fu.
La volontà di accreditarsi come successore del vecchio club, spiegano i curatori in un comunicato molto chiaro, può portare a una battaglia legale per l’utilizzo del marchio, in attesa della sentenza del Consiglio di Stato, che negli auspici dell’A.C. Chievo Verona 1929 dovrebbe riportare il club originale almeno tra i dilettanti, se non in Lega Pro, e prevedere anche un corposo risarcimento per le decisioni precedenti che hanno escluso i gialloblù dai campionati professionistici.
Ricordiamo che sul campo, nella stagione 2020/2021 il Chievo, per le scommesse Serie B, era arrivato ad un tranquillo ottavo posto.
La Clivense di Sergio Pelissier
Nel frattempo, però, la confusione aumenta anche per i vecchi tifosi del Chievo, che ora rischiano di non sapere più a chi…affidare il loro cuore. Oltre al “vecchio” Chievo Verona, che combatte per il ripristino del suo titolo sportivo, e al Chievo-Sona, rappresentato da nomi “di casa” come Campedelli, Pacione e Moro, c’è infatti anche la terza incarnazione del Chievo, ovvero la Clivense di Sergio Pelissier.
Il vecchio capitano, assieme all’ex portiere e responsabile commerciale Enzo Zanin, ha fondato la FC Clivense nell’agosto 2021 proprio con l’obiettivo di offrire a tutti gli “orfani” del Chievo una nuova squadra da sostenere.
Dopo essere ripartiti dalla Terza Categoria, vincendo il campionato, Pellissier, da centravanti ottima opzione di marcatore soprattutto nella partite casalinghe per le scommesse calcio, e i suoi hanno fatto un bel balzo in avanti, anche loro grazie a una fusione. L’accordo con la San Martino Speme, club di San Martino Buon Albergo, comune del veronese, ha permesso alla Clivense l’iscrizione in Eccellenza, avvicinandosi così a quello che è l’obiettivo primario della società, l’approdo tra i professionisti.
Ora però, con l’arrivo del Chievo-Sona, il rischio concreto è che la tifoseria si spacchi, decidendo di seguire l’uno o l’altro club a seconda delle preferenze personali per quanto riguarda la percezione di Campedelli o di Pellissier
E il tutto, con la possibilità che dopo la sentenza ritorni l’antico “Chievo Verona” a confondere ancora di più le acque. Perchè va bene che una favola come quella del Chievo non meritava di terminare, ma il fatto che sarebbe diventata quasi una telenovela forse non se lo aspettava nessuno…
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