Il magico mondo del basket USA vive di visibilità. Tutto è esploso con l’espansione a livello mondiale del marchio NBA, riconducibile agli anni Novanta e all’incredibile epopea dei Bulls di Michael Jordan. Da quel momento la NBA è diventata la Lega più seguita al mondo, attraendo sponsor da ogni parte del pianeta, con i relativi ricavi schizzati alle stelle!
Qualsiasi impresa commerciale che vuole avere una sponsorizzazione nel mondo della pallacanestro americana può decidere di accordarsi o con la singola franchigia, o direttamente con la NBA. L’azienda più attiva da questo punto di vista è la compagnia assicurativa State Farm, che oltre a un contratto quadro con la NBA, esports incluso, vanta sponsorizzazioni con circa l’ottanta per cento delle franchigie.
La NBA gestisce direttamente gli accordi per la fornitura del materiale da gioco, affidato dalla stagione 2017 al colosso americano Nike. Il precedente accordo, stipulato con Adidas, aveva portato nelle casse della NBA 400 milioni di dollari in dieci anni. Il contratto con l'azienda dell'Oregon vale un miliardo di dollari in otto anni!
L'incremento sempre più esponenziale del valore di queste entrate ha portato il Salary Cap ad una crescita enorme negli ultimi anni. In quindici anni si è passati dai 43 milioni di dollari della stagione 2004/05 ai quasi 120 milioni della stagione in corso. Numeri astronomici che, tra l'altro, non comprendono gli accordi commerciali delle singole franchigie con le varie aziende.
I naming rights
Una delle fonti di guadagno a livello di sponsorizzazione per le franchigie NBA arriva dai diritti delle arene. O meglio, dalla denominazione delle arene stesse. Ogni squadra infatti “cede” a uno sponsor il nome della propria arena, e non mancano addirittura dei “conflitti”. È il caso dei Dallas Mavericks e dei Miami Heat, entrambi sponsorizzati dalla American Airlines. Per questo motivo in Florida si trova l’American Airlines Arena, mentre in Texas l’American Airlines Center.
L’accordo più ricco è quello firmato nel 2018 dai Toronto Raptors, che al termine del contratto con Air Canada, hanno ceduto i diritti dell’arena alla Scotiabank. La franchigia canadese, vittoriosa nel 2019 per le Scommesse e quote per il basket ha firmato un accordo della durata di venti anni da 30 milioni di dollari a stagione.
Cifre astronomiche se si considera che il secondo accordo per valore raggiunge appena la metà. Stiamo parlando dell’ultimo contratto firmato per la nuova arena dei Golden State Warriors. I vice-campioni NBA hanno lasciato la Oracle Arena di Oakland per trasferirsi al Chase Center di San Francisco, a seguito di un accordo ventennale da 15 milioni di dollari all’anno.
Lo sponsor sulla maglie
Fino alla stagione 2017 le maglie della NBA erano “pulite”, ovvero prive di sponsor. Per aumentare ulteriormente i ricavi e offrire maggior visibilità alle tantissime aziende che volevano investire nel mondo NBA, il Commissioner Adam Silver ha dato il via libera all’introduzione di una piccola sponsorizzazione sulla maglia.
Come per quanto riguarda la gestione delle arene, gli accordi vengono gestiti direttamente dalle singole franchigie. Vista la novità, la maggior parte delle società ha deciso di firmare accordo molto più brevi rispetto a quelli firmati per le arene. Si parla di sponsorizzazioni di 2-3 anni, che comunque fruttano dai cinque ai dieci milioni di dollari per ogni franchigia.
Gli accordi più ricchi sono stati firmati, ovviamente, dalle squadre che, al momento dell'introduzione, lottavano per il titolo. A cominciare dai Cleveland Cavaliers, che hanno ottenuto un accordo triennale con Goodyear da dieci milioni a stagione. Addirittura raddoppiato il valore dell’accordo tra i Warriors e il servizio di streaming giapponese Rakuten, che sponsorizza Golden State per venti milioni a stagione.
Anche le franchigie storiche hanno ottenuto contratti molto ricchi. È il caso dei New York Knicks, che nonostante un’assenza pluriennale dai playoff, hanno sottoscritto un'intesa triennale con l’azienda americana Squarespace da circa 13 milioni a stagione.
Discorso simile anche per i Lakers, che nel 2018 prima dell’arrivo di LeBron e del ritorno, anche per le Quote e Scommesse NBA ad alti livello avevano firmato un accordo biennale con Wish, azienda attiva nell'e-commerce da 12 milioni a stagione.
L’esperimento sponsor sulla maglia verrà testato definitivamente nel 2021. Quasi tutti i contratti di sponsorizzazione, infatti, scadranno al termine dei prossimi NBA playoffs previsto per ottobre 2020 e la NBA punta a massimizzare gli introiti con i nuovi accordi che entreranno in vigore dalla prossima stagione.
*La foto di apertura dell'articolo è di June Frantz Hunt (AP Photo).