C'era una volta... un Mago, un mago alto come nessuno mai e che giocava da Dio.
Questo poteva essere l'inizio di una incredibile ed epica storia. O meglio una fiaba, perché quando si parla di Andrea Bargnani si ha sempre il rimpianto di quello che sarebbe potuto essere e che purtroppo non è stato mai... e cioè la più grande storia del basket italiano!
A Roma lo svezza il mitico Roberto Castellano, vecchia gloria del Banco di Roma. Lui vede il futuro del basket e lo allena a giocare da esterno. Bargnani diventa Mago a Treviso dove lo porta Maurizio Gherardini, e lì è Riccardo Pittis a battezzarlo Il Mago, perché prima di Bargnani in Italia non si era mai visto un ragazzone giocare a quel modo. A soli 20 anni in appena 24 minuti distrugge una delle più forti squadre del campionato, la “sua” Virtus Roma e si conferma una delle più grandi promesse del basket azzurro.
Mette a referto 25 punti segnando in ogni modo, lasciando tutti a bocca aperta e mani spellate. Sale in cattedra e spiega al mondo che da quel momento sarà normale anche per uno alto duecentrotredici centimetri allargare il campo e fare molto male alle difese. Lui palleggia, tira, finta e va di fioretto come una guardia qualsiasi. Su di lui si accendono i riflettori.
Il Mago conquista il West
E' normale per uno cosi ricevere le attenzioni della NBA. Nel 2006 i Raptors hanno la prima scelta assoluta al draft e scelgono proprio il Mago. Mai un europeo era stato chiamato così in alto.
Il Mago arriva e con Chris Bosh, la stella della squadra, forma una della coppie più talentuose ma anomale del basket di quell'epoca. I Raptors per la prima volta nella loro storia arrivano ai Playoff e il gm Colangelo ottiene il premio di executive of the year. Non male come primo anno no?
Il problema è che da lì in poi non si cresce e non si vince... si lotta nel fango e Bargnani inizia a diventare uno dei più grandi misteri del basket. La sua è stata una carriera costellata di infortuni piccoli e grandi, praticamente per 4 anni in NBA non riesce mai a fare una stagione intera, ma nessuno gli concede il beneficio del dubbio.
La redenzione?
Bargnani si porta addosso il fardello di essere uno dei più grandi flop del basket NBA. Ma... perché esiste sempre un ma, nell'autunno 2020 il due volte campione per le scommesse NBA David West, se ne esce con una sorta di bomba mediatica che spacca le convenzioni. Analizzando le nuove regole NBA che stanno privilegiando le spaziature larghe e gli attacchi per avere un maggiore spettacolo in campo West la tocca piano: “la ragione per la quale la coppia Bosh-Bargnani non funzionò è perché noi potevamo mettergli le mani addosso e menarli di brutto”.
Quando si dice la fortuna di stare al posto nel "momento (non) giusto" ? https://t.co/RtqBnSImQc
— 888Sport.it (@888sport_it) October 19, 2020
Nel gioco odierno, sostiene ancora West, avrebbero spaccato!! “They would have blow this NBA out of the water”...lui dice...una cosa pazzesca rispetto alla considerazione del Mago finora.
Andando a rivedere le cifre di Bargnani a Toronto vediamo che Andrea ha una media di 15,2 punti a partita, tirando col 36 % da 3, per 4.1 tiri di media a partita. Queste cifre se paragonate al gioco di appena qualche anno fa, erano più che sufficienti per rendere il Mago uno dei migliori tiratori di tutta la Lega. West cita poi la sua finta di tiro da 3 come una delle più efficaci mai viste.
La domanda adesso è: con questa nuova chiave di lettura potremmo considerare in maniera diversa l'intera carriera di Bargnani e magari pensare che il suo basket era troppo avanti rispetto ai suoi tempi? Complicato da sostenere ma bellissimo da argomentare.
Figlio del tempo sbagliato
Cambiamo prospettiva ed analizziamo gli stipendi NBA di oggi.
La NBA sta attraversando il periodo più florido della sua storia e, di conseguenza, i giocatori hanno contratti che, se paragonati con quelli degli anni passati, sono addirittura pazzeschi.
Alla luce però di quello che West ha profetizzato, ci siamo divertiti a paragonare il contratto di Andrea Bargnani con quello del giocatore più simile a lui oggi in tutto il panorama NBA: Kristaps Porzingis “The Unicorn”, l'unico 2.21 in grado di dominare dal perimetro.
Bargnani da prima scelta guadagnava 4,5 milioni. In tutta la carriera ha portato a casa circa 73 milioni. Una cifra che in Europa nemmeno una intera squadra di top player guadagnerebbe in tutta la loro carriera.
Oggi la prima scelta al draft NBA parte da oltre 8 milioni. Porzingis, che viaggia leggermente sopra alle medie del miglior Bargnani in NBA, circa 20 punti di media con una percentuale molto simile da 3 del 35%, ha guadagnato 27 milioni di dollari e arriverà a guadagnarne col suo attuale contratto 36 milioni nel 2023.
Porzingis guadagnerà in 3 stagioni quello che il “povero” Bargnani ha guadagnato in 10 stagioni.
Dobbiamo forse chiedere tutti scusa al Mago?
*Il testo dell'articolo è di Jacopo Manni; l'immagine di Phelan M. Ebenhack (AP Photo). Prima pubblicazione 25 ottobre 2020.