Non tutti i grandi allenatori del college basket sono riusciti ad imporsi anche in NBA. I casi più recenti di Brad Stevens e Quinn Snyder sono l’eccezione, non la regola per il basket americano; il primo, dopo aver portato la piccola Baylor in finale della NCAA contro Duke, è salito sulla panchina dei Celtics e dal 2013 è uno dei migliori coach della NBA..
Discorso simile per Snyder, capace di portare la piccola università di Missouri per la prima volta tra le prime otto nell’NCAA Tournament. Dopo oltre 200 gare allenate a Missouri, Snyder è passato prima in D-League, poi per quattro anni è stato assistente allenatore in NBA e al CSKA Mosca prima di salire sulla panchina degli Utah Jazz nel 2014. Nella storia del basket americano però alcune icone del college basket hanno deciso di provare il salto tra i grandi, fallendo però miseramente.
Esaminiamo due casi iconici, più l'ultimo, in ordine di tempo:
Rick Pitino
Rick Pitino e John Calipari, due vere leggende che sfiorano le mille panchine a testa in NCAA. Il primo ha iniziato ad allenare nel lontano 1978 in quel di Boston, dove ha allenato per ben cinque stagioni riportando la squadra all’NCAA Tournament 24 anni dopo l’ultima partecipazione. Dopo due annate come assistente allenatore ai New York Knicks, Pitino torna in NCAA a Providence, dove in due anni passa da un pessimo record di 11 vittorie e 20 sconfitte all’accesso alle Final Four nel 1987.
Dopo questo successo torna a New York, questa volta come capo allenatore dei Knicks e anche qui in due anni ribalta la squadra. Si passa dalle 24 vittorie del 1986/87 ai 52 successi in Regular Season del 1988/89 e la vittoria dell’Atlantic Division a oltre 20 anni di distanza dall’ultimo successo. I Playoff però non furono un successo, dopo il 3-0 inflitto ai Sixers nel primo turno i Knicks vengono eliminati 4-2 dai Bulls di Jordan e Pitino viene mandato via.
La consacrazione di Pitino a livello NCAA arriva però negli anni Novanta, quando riporta in vetta Kentucky dopo lo scandalo che aveva coinvolto l’ex coach Eddie Sutton. Nel ’93 i Wildcats tornano alle Final Four, e nel ’96 arriva il sesto titolo NCAA nella storia dell’Università grazie proprio a Pitino, che nel ’97 torna in NBA per guidare i Celtics.
In meno di quattro stagioni a Boston, Pitino colleziona un record negativo di 102 vittorie e 146 sconfitte tornando in NCAA nel 2001, alla guida di Louisville con cui vince da favorito per le scommesse basket, dopo aver dominato la Midwest Regional, il secondo titolo NCAA della sua carriera nel 2013.
John Calipari
Carriera simile per John Calipari, attualmente coach più pagato di tutto il college basket con un contratto da circa otto milioni all’anno. Inizia la sua carriera da capo allenatore a UMass, ovvero l’Università del Massachusetts che conduce a cinque titoli della "Atlantic 10" consecutivi e altrettante partecipazioni all’NCAA Tournament.
Dopo questa avventura, chiusa con un record di 193 vittorie e 71 sconfitte, prova il grande salto in NBA con gli allora New Jersey Nets. In due anni e mezzo colleziona un record di sole 72 vittorie e ben 112 sconfitte e prima di tornare in NCAA prova a rimanere in NBA come assistente dei Philadelphia 76ers. Nel 2000 arriva la chiamata dell’Università di Memphis, dove infila quattro stagioni consecutive da almeno 30 vittorie (record nella storia della NCAA) e porta Memphis alle Final Four nel 2008.
L’anno successivo dice sì a un contratto di otto anni da quasi 35 milioni di dollari complessivi offerto da Kentucky, dove allena tutt’ora e dove ha vinto il suo primo e unico titolo NCAA nel 2012.
John Beilein
L’ultimo coach a fallire il grande salto è stato John Beilein, arrivato la scorsa estate a Cleveland dopo una lunga carriera in NCAA. Dal 1975 inizia la sua carriera come capo allenatore di università minori, fino al grande salto che arriva nel 1992 con la prima panchina di una squadra della “Division I”. Cinque anni a Canisius College, altrettanti a Richmond e sempre cinque stagioni alla guida di West Virginia, fino al 2007 quando arriva la chiamata di Michigan.
Beilein rimane sulla panchina dei Wolverines fino al 2019, vincendo due titoli nazionali e chiudendo la sua carriera NCAA con oltre 800 vittorie a fronte di 500 sconfitte.
Per le scommesse NBA la sua avventura in quel di Cleveland dura meno di una stagione, dopo 54 partite e sole 14 vittorie viene licenziato dai Cavs che decidono di sostituirlo con l’ex Rockets JB Bickerstaff.
*L'immagine di apertura dell'articolo è di Sam Craft (AP Photo).