Perché avere una sola squadra di calcio quando se ne possono…avere molte? Una domanda che nel corso degli anni qualcuno si è fatto, perché se un modello di business funziona in una nazione, con lo stesso know-how lo si può esportare altrove.
Del resto, la proprietà di più squadre all’interno della stessa nazione è un problema, ma quando si parla di nazioni diverse l’importante è che le squadre in questione non si affrontino in competizioni internazionali. E anche quando accade…c’è modo di evitare problemi. Dunque, nel calcio moderno sta diventando sempre più frequente da parte di grandi gruppi l’acquisto di società in paesi e persino continenti diversi. E i risultati spesso dimostrano che l’idea di club che condividono proprietà, idea di calcio e modus operandi non è poi così astrusa, anzi…
Il gruppo Red Bull
L’esempio migliore, per risultati complessivi, è certamente il gruppo Red Bull. Da quando l’azienda austriaca di bevande energetiche ha deciso di investire nello sport, ha portato con sé il concetto di multiproprietà. Lo ha fatto in Formula 1, dove però essendoci un solo campionato ha dovuto decidere di avere un top team (la Red Bull) e un team satellite (l’Alpha Tauri, ex Toro Rosso).
Nel calcio non va così, perché diversi club in diverse nazioni non hanno problemi di concorrenza. Dunque gli inizi sono stati in patria, con il Red Bull Salisburgo, con poi sconfinamento in Germania (RB Lipsia), Stati Uniti (New York Red Bulls) e Brasile (Red Bull Bragantino). A questi club, tutti quanti partecipanti alle massime competizioni del loro paese, si aggiungono poi il FC Lieferling, squadra satellite del Salisburgo, nonché il Red Bull Ghana e il Red Bull Brasil, squadre nate come rappresentative delle Academy della Red Bull nei rispettivi paesi e che ora non sono più attive.
I gioielli della corona sono ovviamente il Salisburgo e il Lipsia. Da quando sono stati acquistati dalla Red Bull, gli austriaci sono diventati gli assoluti dominatori del campionato nazionale, con tredici vittorie e quattro secondi posti nelle 17 stagioni con i tori sulla maglia.
Stellare anche il cammino dei tedeschi, che nel giro di dieci anni sono saliti dalle divisioni inferiori della Sassonia alla Bundesliga, sfidando il Bayern per il titolo in un paio di stagioni, giocando diverse finali di Coppa di Germania e raggiungendo, a sorpresa per le quote Champions , addirittura la semifinale nella Final 8 di Lisbona 2020.
La partecipazione di entrambe le squadre alle competizioni europee ha anche creato qualche problema. Ci sono state proteste per il fatto che la Red Bull sia la proprietaria di due club che giocano la stessa coppa, ma la UEFA ha stabilito che le società sono sufficientemente indipendenti dalla casa madre per poter disputare lo stesso torneo. E, ironia della sorte, gli accoppiamenti hanno addirittura portato a uno scontro…tra tori rossi, quello in Europa League nel 2018, con le due squadre sorteggiate nello stesso girone e la vittoria del Salisburgo in entrambi i match.
Il City Football Group
L’altra grande potenza multinazionale del calcio è certamente il City Football Group, controllato dal fondo sovrano degli Emirati Arabi Uniti e con sede a Manchester, dove gioca la squadra principale della holding, il Manchester City.
Dopo l’acquisto dei Citizens nel 2008, il presidente Al Mubarak ha fondato nel 2013 il City Group, a cui nel corso degli anni sono state aggiunte squadre provenienti da tutto il mondo. Nello stesso anno è nato il New York City in NFL, mentre nel 2014 è stato il turno del Melbourne City e dell’acquisizione di quote dei giapponesi degli Yokohama Marinos.
L’espansione è continuata in Uruguay (Montevideo City Torque), Spagna (quasi il 50% del Girona), Cina (Sichuan Jiuniu), India (Mumbai City), Belgio (Lommel) e Francia (Troyes).
In attesa di capire quanto investiranno nel Palermo, a questi club di recente si sono aggiunti diversi club partner, non direttamente controllati dal City Group, ma che fungono da squadre satellite come il Vannes in Francia e il Bolivar in Bolivia. Al momento, neanche a dirlo, il club migliore del gruppo è il Manchester City, che negli ultimi anni ha quasi monopolizzato la Premier League, ed a settembre di ogni stagione è sempre la favorita per le quote Champions League.
Bene anche le altre, con il New York City campione MLS nel 2021, il Melbourne City campione d’Australia nel 2020/21 e gli Yokohama Marinos, che hanno vinto la J-League nel 2019.
Il fondo 777 Partners
L’esperienza più recente di multiproprietà in diversi campionati è invece quella che coinvolge il Genoa. Quando nel settembre 2021 il fondo statunitense 777 Partners ha acquistato il Grifone, si è trattato solo del primo passo del gruppo americano nel mondo del calcio. In capo ad alcuni mesi infatti 777 Partners ha aggiunto al suo gruppo due club, entrambi dalla storia assai blasonata.
A febbraio 2022 è arrivato l’annuncio dell’acquisto da parte del fondo del 70% delle quote del Vasco da Gama, glorioso club di Rio de Janeiro, quattro volte Campione del Brasile e vincitore della Copa Libertadores nel 1998. Il Vascão negli ultimi anni ha avuto problemi sul campo, ma nonostante si trovi al momento in Serie B il costo dell’operazione non è per nulla stato leggero: 330 milioni di dollari!
L’altra grande società entrata nella famiglia di 777 Partners è invece lo Standard Liegi, 10 volte campione del Belgio e acquistato dagli statunitensi nel marzo 2022. Al controllo dei due club si aggiunge inoltre una quota di minoranza del Siviglia. L’idea di 777 Partners è quella di creare una rete di squadre nei maggiori campionati europei e sudamericani. Un qualcosa di molto simile a quanto fatto da Red Bull prima e da City Group poi.
Giampaolo Pozzo il precursore
In Serie A, però, una situazione del genere ha…un nome e un cognome: Giampaolo Pozzo. L’imprenditore friulano, proprietario dell’Udinese dal 1986, nel corso degli anni ha deciso di ampliare il suo portfolio calcistico al di fuori dei confini tricolori.
L’avventura è cominciata nel 2009 rilevando il Granada, all’epoca in una precaria situazione finanziaria e addirittura in Segunda Division B, la terza categoria del calcio iberico. L’arrivo di Pozzo però fa nascere un vero miracolo biancorosso, con due promozioni consecutive e il ritorno in Liga a oltre trent’anni dall’ultima volta.
L’esperienza termina nel 2016, con la cessione al gruppo cinese Desports, senza mai subire l’onta della retrocessione. L’altro club che è invece ancora di proprietà di Pozzo è il Watford, anche in questo caso dopo una serie di problemi finanziari degli Hornets. Attraverso la joint-venture con l’Udinese, anche i londinesi sono tornati in Premier League, categoria da cui negli ultimi anni hanno fatto…su e giù, ma senza mai tornare nell’oblio.
A dimostrazione che non serve avere dietro dei giganti finanziari per creare un gruppo calcistico capace di fare bene!
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 14 maggio 2022.