Tra gli attaccanti italiani più importanti degli ultimi trent’anni è impossibile non inserire Vincenzo Montella. Nato a Pomigliano d’Arco nel 1974, Montella ha avuto una carriera che lo ha portato a diventare protagonista in Serie A.
I numeri parlano per lui, considerando che con le squadre di club ha segnato 225 reti in 477 presenze, a cui vanno aggiunti i 3 gol in 20 partite con la nazionale italiana, per un totale di 228 marcature in 497 match.
Con i suoi 141 gol in Serie A, l'attuale CT della Turchia, è al quarantesimo posto nella classifica di sempre dei marcatori della massima serie.
Con l'Empoli Montella segna i primi gol
La carriera di Vincenzo Montella è cominciata nel vivaio dell’Empoli, che lo ha fatto esordire nella stagione 1990/91 in Serie C1. Se la sua prima stagione tra i professionisti è terminata con una sola presenza e senza reti, in quella successiva il futuro Aeroplanino si fa subito notare per un certo fiuto del gol: in appena sette match, le reti realizzate sono quattro.
Una media mantenuta anche nella stagione 1992/93, in cui Montella mette a referto 13 presenze e segna 6 reti. A fermarlo, e anche per parecchio, sono due problemi fisici, prima una frattura virale al perone e poi un’infezione, che lo tengono lontano dal campo per metà della stagione 1992/93 e per tutta quella successiva.
Al ritorno in campo trova in panchina l’ex compagno di squadra Luciano Spalletti ed è il bomber dell’Empoli che vince il campionato di C1, ottenendo la promozione in B. Per Montella arrivano 17 gol in 30 partite, che portano il suo totale con la maglia dell’Empoli a 27 marcature in 51 presenze.
A Genova Montella diventa l'Aeroplanino
Le sue ottime prestazioni in C1 gli valgono le attenzioni del Genoa, che lo acquista nell’estate del 1995. È proprio in maglia rossoblù che nasce il mito dell’Aeroplanino, l’esultanza che caratterizzerà tutta la carriera di Montella e gli donerà il soprannome che lo contraddistingue ancora oggi.
L’unica stagione al Genoa è ottima e termina con 28 gol in 40 presenze, tra cui 21 in campionato e 5 in altrettante partite di Coppa Anglo-Italiana, vinta dal Genoa contro il Port Vale anche grazie alle sue reti.
La stagione successiva Montella resta a Genova, ma cambiando sponda. Lo acquista per 8 miliardi di lire la Sampdoria, che lo fa esordire in un derby di Coppa Italia in cui segna una doppietta.
La prima rete in Serie A è una doppietta, che l’Aeroplanino realizza contro la Roma. A proposito di doppiette, l’attaccante campano ne mette a segno quattro di fila, record della Serie A e delle relative quote calcio e chiude la stagione a 22 reti in campionato, primato per un esordiente italiano, e 24 totali.
Nell’annata 1997/98 Montella continua a segnare con regolarità, mettendo a referto 21 gol in 39 partite in tutte le competizioni. La stagione 1998/99 segna la reunion con Luciano Spalletti, ma termina con la retrocessione della Samp. Il tutto nonostante le 16 reti in 29 partite di Montella, che non riesce a evitare l’addio della Doria alla A.
Sono 101 i gol di Montella con la maglia della Roma
Ma il centravanti nella massima serie ci rimane comunque, perché arriva la Roma con 40 miliardi di lire per portarlo a Trigoria. La prima stagione in giallorosso, quella 1999/2000, vede il bomber di Pomigliano d’Arco come terminale principale della squadra di Capello. E i gol non tardano ad arrivare, 21 in 41 partite tra campionato, Coppa Italia e Coppa UEFA.
Nell’estate del 2000 alla Roma arriva Gabriel Omar Batistuta, il che toglie spazio a Montella, con Capello che, per completare il clamoroso tridente con Totti, gli preferisce Delvecchio per una questione di equilibri. Ma nonostante più di qualche screzio, il campano è fondamentale per il terzo scudetto giallorosso.
Quando nel girone di ritorno il rendimento di Batigol cala, ci pensa l’Aeroplanino, che chiude la stagione del tricolore con 13 gol in campionato e 18 totali in 38 presenze, compreso quello contro la Juventus al Delle Alpi che mette un’ipoteca sul titolo.
Nella stagione 2001/02 all’attacco romanista si aggiunge anche Antonio Cassano e Capello passa al 3-5-2, il che riduce ulteriormente lo spazio per Montella. Che comunque mette a segno 15 gol in 26 partite, tra cui il primo in carriera in Champions League, ma soprattutto il poker rifilato alla Lazio in un derby terminato 1-5, quindi "altro" per le scommesse Italia!
Nella stagione 2002/03 il centravanti trova molto più spazio, ma non la porta con costanza. I gol segnati sono “appena” 11 in 45 presenze, che scendono a 5 in 14 partite nell’annata successiva.
Nell’estate 2004 però Capello lascia la Roma e la stagione giallorossa è davvero complicata. Nel celebre “anno dei quattro allenatori” i capitolini flirtano con la zona retrocessione e per evitare problemi ci vuole proprio Montella, che chiuderà la stagione come miglior marcatore romanista, segnando ben 23 reti in 46 presenze.
Montella e Spalletti
Nel 2005 a Trigoria arriva Spalletti, che si ritrova a lavorare con Montella per la terza volta in carriera. L’Aeroplanino però è in fase discendente e trova meno spazio.
La prima stagione del tecnico di Certaldo si chiude con due gol in 16 presenze, mentre in quella successiva prima il bomber campano segna 6 reti in 12 match e poi si trasferisce in prestito al Fulham, realizzando 6 reti in 12 presenze tra Premier League e coppe nazionali.
Anche la stagione 2007/08 la passa in prestito, tornando alla Sampdoria e segnando 5 gol in 18 partite e portando il suo score in blucerchiato a 66 marcature in 116 match. L’ultima stagione della carriera
Montella la gioca con la maglia della Roma, scendendo in campo 15 volte senza mai segnare. Il totale in giallorosso parla di 101 gol in 258 partite, che lo rendono il sesto miglior marcatore di sempre dalla Roma a pari merito con Pedro Manfredini.
I numeri di Montella in Azzurro
Resta da considerare soltanto la nazionale, che però per l’Aeroplanino rimane un grande cruccio. La pesante concorrenza in azzurro in quegli anni rende complicato per Montella trovare spazio nella selezione italiana.
L’esordio arriva nel 1999, con in panchina Dino Zoff, che lo porta anche a Euro 2000. Per il primo gol bisogna aspettare il 2001, in amichevole con il Sudafrica, mentre gli altri due dei tre totali segnati in azzurro permettono all’Italia di battere l’Inghilterra a Leeds.
Poi parecchi spezzoni, tra cui uno ai Mondiali 2002, ma niente reti, per uno score finale di 20 presenze e 3 gol. Non esattamente i numeri di chi con i club segnava quasi una volta ogni due partite giocate…
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