Come avviene ormai dal 2006, per ottenere il pass per il Qatar l’Australia ha affrontato le qualificazioni asiatiche e non quelle dell’Oceania. Il cambio di federazione continentale è arrivato per far cresce il movimento, ma ha reso più complicato ottenere il posto alla Coppa del Mondo.
E infatti i Socceroos sono dovuti passare per due fasi a gironi, per uno spareggio e anche per il playoff. La seconda fase asiatica ha visto l’Australia fare 8 vittorie in altrettante partite contro Kuwait, Giordania, Nepal e Taiwan. Nella terza fase invece è arrivato il terzo posto, dietro ad Arabia Saudita e Giappone, che ha costretto gli australiani a sfidare gli Emirati Arabi Uniti, terzi nel loro girone, per il posto nello spareggio intercontinentale contro la quinta classificata della CONMEBOL.
Dunque, la certezza di arrivare ai mondiali c’è stata soltanto dopo aver battuto, da sfavoriti per le scommesse calcio, il Perù di Lapadula ai calci di rigore.
La storia dell'Australia ai Mondiali di calcio
Solo 1 punto nel Mondiale 2018
L'Australia veste Nike nel football
Due sondaggi per il soprannome Socceros
I record australiani nel calcio
Il sistema di gioco è un 4-5-1 molto bloccato
Matthew Ryan alla terza partecipazione ai Mondiali
Il girone dell'Australia simile a quello del 2018
Le quote Mondiali 2022 di 888sport per l'Australia
La storia dell'Australia ai Mondiali di calcio
Questo lungo cammino porta l’Australia alla sua sesta partecipazione alla Coppa del Mondo. L’esordio dei Socceroos è arrivato nel 1974, mentre le altre presenze sono quelle consecutive tra il 2006 e il 2018.
Il miglior risultato raggiunto finora sono gli ottavi di finale nel 2006, quando gli australiani passano il girone assieme al Brasile eliminando Giappone e Croazia, per poi arrendersi solo di fronte all’Italia con il calcio di rigore di Francesco Totti che ha bloccato, con gli Azzurri in 10 uomini, le scommesse live.
Solo 1 punto nel Mondiale 2018
Non è andata così bene nel 2018. Quattro anni fa l’Australia ha salutato la Russia dopo appena tre partite, venendo eliminata nel suo girone, che tra l’altro era particolarmente simile a quello che affronterà in Qatar.
L’unico punto nella manifestazione è arrivato grazie al pareggio con la Danimarca, ma le sconfitte contro Francia e Perù hanno costretto i Socceroos a tornare a casa con l’ultimo posto nel raggruppamento.
L'Australia veste Nike nel football
Per le divise dell’Australia in Qatar, la Nike ha voluto mantenere un certo equilibrio tra tradizione e novità. La tradizione è rappresentata dalla prima maglia, un vero e proprio classico: gialla, con una trama a macchie più chiare e con i tipici dettagli verdi, come i bordi delle maniche, lo stemma della federazione e il logo dello sponsor.
Più particolare la seconda maglia, che presenta una combinazione tra un blu molto scuro e un verde acqua, che schiarisce la zona sotto al colletto, i bordi delle maniche e fa evidenziare quello che i calciatori australiani mostrano sul petto.
Due sondaggi per il soprannome Socceros
La storia del soprannome della nazionale australiana è certamente particolare.
Quando nel 1967 un giornalista locale crea un sondaggio affinché i tifosi trovino un nome per la selezione, le proposte sono tantissime, ma “Socceroos” non è presente nella lista. Anzi, per qualche tempo il soprannome scelto è…gli Emù, ma poi nel 1972, in previsione della partecipazione alle qualificazioni Mondiali, la federazione lancia un nuovo logo con la presenza di Socceroo, un canguro che gioca a calcio. E il resto, come si suol dire, è decisamente storia.
I record australiani nel calcio
Tra i record di squadra dell’Australia spunta un primato che è abbastanza celebre: i Socceroos sono infatti stati protagonisti della partita a livello internazionale con la vittoria più larga di sempre, il pazzesco 31-0 inflitto alle Samoa Americane nel 2008.
La peggior sconfitta della storia australiana è invece uno 0-8 casalingo subito dal Sudafrica nel 1955.
Il calciatore con più presenze della storia della nazionale è l’ex portiere Mark Schwarzer, che è sceso in campo con l’Australia per ben 108 volte. Il miglior marcatore di sempre è invece l’ex centravanti Tim Cahill, che ha timbrato il cartellino in ben 50 occasioni.
Il sistema di gioco è un 4-5-1 molto bloccato
L’Australia ha costruito la sua qualificazione su una squadra compatta difensivamente e pronta alle ripartenze. Non sorprende dunque che il modulo scelto da Arnold sia un prudente 4-5-1.
La formazione titolare prevede in porta Ryan, protetto da una linea difensiva composta da Atkinson, Wright, Rowles, Behich. A centrocampo i due esterni sono Boyle e Leckie, mentre il terzetto dei centrali presenta Irvine, Mooy e Hrustic. Il compito di sobbarcarsi l’attacco sulle spalle spetta infine a Duke.
Matthew Ryan alla terza partecipazione ai Mondiali
E con una squadra a vocazione così difensiva, logico che la stella della rosa sia il portiere. Matthew Ryan, classe 1992, è anche il capitano dell’Australia e si appresta a giocare il suo terzo mondiale.
L’estremo difensore, con un passato anche al Valencia, al Brighton e all’Arsenal, si è da poco trasferito in Danimarca, all’FC Copenhagen, firmando un contratto fino al 2024.
Ma soprattutto rinunciando allo stipendio da quasi 2 milioni di euro che gli versava la Real Sociedad, perchè in Spagna non avrebbe avuto i minuti in campo necessari per prepararsi al meglio per la Coppa del Mondo…
Occhi puntati su Garang Kuol
La grande sorpresa dell’Australia dovrebbe essere rappresentata da Garang Kuol, attaccante classe 2004.
Uno che a 18 anni non solo è stato convocato in nazionale, ma che secondo gli osservatori di mezzo mondo ha un futuro più che roseo.
Basterebbe pensare che il calciatore è già acquistato dal Newcastle per gennaio 2023, in un affare che porterà ai Central Coast Mariners circa 100mila euro, permettendo così al giovane più promettente del calcio australiano di mettersi alla prova in un club che, grazie alla nuova proprietà saudita, punta decisamente in alto.
Graham Arnold promosso CT
Dopo la deludente prestazione nel 2018 in Russia, la federazione ha puntato su…un vecchio amico per la panchina.
Graham Arnold non è stato solo un calciatore della nazionale, ma è anche stato a lungo vice-CT, in particolare nel periodo in cui alla guida dell’Australia c’era Guus Hiddink, artefice del miracolo del 2006.
Per Arnold è arrivato un contratto certamente remunerativo, che gli fa guadagnare circa 1,3 milioni all’anno ogni anno.
Il girone dell'Australia simile a quello del 2018
Il sorteggio per il Qatar è stato particolarmente ironico nei confronti dell’Australia, che si ritrova a giocare praticamente un remake del gruppo affrontato nel 2018.
Le facce conosciute sono quelle di Francia e Danimarca, mentre la differenza rispetto a quattro anni fa è data dalla presenza della Tunisia al posto del Perù. Dunque, ci sono logicamente già precedenti ai mondiali con i transalpini e con gli scandinavi, ma quelli in Russia sono anche gli unici: sconfitta per 2-1 contro i futuri campioni del mondo e pareggio per 1-1 contro Eriksen e compagni.
Sarà invece una novità a livello iridato il match con la Tunisia, già affrontata in passato ma solo in amichevole e in Confederations Cup.
Le quote Mondiali 2022 di 888sport per l'Australia
Per migliorare il solo punto conquistato nell'edizione precedente, i Socceros avranno due, o più probailmente, una partita utile, dopo l'esordio proibitivo contro la Francia.
Se riuscirà a strappare un pari alla Danimerca nella seconda partita del gruppo, l'Australia potrebbe arrivare alla sfida contro la Tunisia ancora con una piccola speranza di qualificazione alla fase ad eliminazione diretta.
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.