Calcio, macchine e…sigarette. Potrebbe sembrare la descrizione della vita di George Best, ma in realtà è uno stringatissimo curriculum di Maurizio Arrivabene, attuale Amministratore Delegato della Juventus.
Quando si è trattato di sostituire Fabio Paratici, il club bianconero ha promosso Cherubini a direttore sportivo, ma per le mansioni societarie non prettamente legate al campo ha scelto l’ex Team Principal Ferrari.
Arrivabene Team Principal alla Ferrari
Gli obiettivi ed il ruolo nella Juventus
Una decisione che ad alcuni sarà sembrata strana, se non fosse che ormai Arrivabene in bianconero ha una certa storia, visto che ormai fa parte del consiglio d’amministrazione del club dal 2012, dapprima come amministratore indipendente e ora come numero uno dell’area Football assieme al vice-presidente Nedved.
Il successo nel marketing
Ma la carriera di Arrivabene comincia molto prima dell’inserimento nella dirigenza bianconera e parte da un’esperienza ultradecennale nel marketing e nella pubblicità. A lanciarlo nel business che conta è la Philip Morris, per cui comincia a lavorare nel 1997 in Svizzera. L’ascesa è lenta ma inesorabile, fino all’assunzione della vicepresidenza di Marlboro Global Communication.
È proprio la gestione del celebre marchio, da parecchi anni uno dei principali sponsor della Ferrari, a lanciarlo anche nel mondo della Formula 1. Nel 2010 viene eletto membro della commissione come rappresentante degli sponsor del Circus, per poi diventare rappresentante della Rossa nel 2015.
Arrivabene Team Principal alla Ferrari
Al termine del Mondiale 2014, infatti, il neopresidente Sergio Marchionne sceglie proprio lui come Team Principal della Scuderia per il Mondiale di Formula 1, in sostituzione di Marco Mattiacci, che a sua volta aveva preso il posto di Stefano Domenicali.
L’eredità che si prende Arrivabene non è esattamente tra le più semplici. Nel campionato 2014 le Rosse, con alla guida Fernando Alonso e Kimi Raikkonen, fanno malissimo, ottenendo soltanto due podi (entrambi con Alonso, secondo in Ungheria e terzo in Cina), senza mai impensierire la Mercedes e la Red Bull e finendo addirittura quarte nel mondiale costruttori dietro anche alla Williams.
Per riportare entusiasmo in Ferrari ci vuole l’ingaggio di un campione e infatti il Cavallino risponde con l’arrivo di Sebastian Vettel, che nel campionato 2015 è affiancato da Raikkonen. Il primo anno della gestione Arrivabene è molto positivo: il tedesco e il finlandese si piazzano rispettivamente terzo e quarto nel mondiale, non riuscendo a inserirsi nella lotta per la vittoria, ma portando a casa tre vittorie (tutte targate Vettel) e sedici podi complessivi. Decisamente un’altra marcia rispetto alla stagione precedente.
Quella 2016, invece, non è altrettanto positiva. Il dominio Mercedes è totalmente incontrastato, con 19 vittorie su 21 Gran Premi per Rosberg (che vince il suo unico mondiale) e Hamilton. Agli altri restano le briciole e a prendersele sono i due Red Bull, Ricciardo e Verstappen, che spingono la scuderia angloaustriaca di nuovo al secondo posto nel mondiale costruttori a scapito di Vettel e Raikkonen. I piloti Ferrari ottengono undici podi, senza però salire mai sul gradino più alto e piazzandosi rispettivamente quarto e quinto nella classifica individuale.
Le stagioni F1 2017 e 2018
La stagione in cui la Ferrari di Arrivabene va più vicina a riportare un titolo a Maranello è quella 2017. L’accoppiata Vettel-Raikkonen è di nuovo confermata e la SF70H riesce finalmente a tenere testa alle Mercedes e a stare quasi sempre davanti alle Red Bull.
Nei primi sei Gran Premi stagionali, Vettel vince tre volte e altrettante arriva secondo, scattando davanti a Hamilton in classifica per le scommesse F1 . L’inglese però reagisce vincendo sei delle otto gare successive, con solo una vittoria del tedesco. Il campionato si decide praticamente a Singapore, quando una partenza scellerata tra Vettel (in pole), Verstappen (secondo) e Raikkonen (quarto) termina in una mega-carambola che lascia via libera a Hamilton.
Arrivabene, delusissimo, promette di lottare fino all’ultimo Gran Premio e anche Vettel cerca di recuperare terreno nelle gare successive, ma senza riuscirci. La beffa è doppia, perché una stagione sottotono di Raikkonen impedisce anche alle Rosse di impensierire le Frecce d’Argento per il mondiale costruttori.
Si arriva quindi all’ultima annata dell’era Arrivabene, quella 2018, in cui la Ferrari parte con una squadra ormai collaudata: Vettel e Raikkonen al volante e Mattia Binotto come direttore tecnico.
La stagione è costellata di alti e bassi, con le Rosse in grado di vincere su piste storicamente complicate come Silverstone (con tanto di commento radio di Vettel che sbeffeggia Hamilton per la vittoria “a casa loro”), ma anche con parecchi errori dei piloti e del muretto, che vanificano spesso le ottime prove in qualifica, lasciando di nuovo campo libero alla Mercedes.
Anche stavolta il mondiale costruttori vola in Germania, nonostante quello che è il miglior piazzamento della seconda esperienza di Raikkonen in Ferrari (terzo nel mondiale con la vittoria negli Stati Uniti, sulla stessa pista famosa per le scommesse Motogp).
L'arrivo alla Juve
La separazione con la scuderia di Maranello diventa però quasi prevedibile. Nel luglio 2018 infatti viene a mancare Sergio Marchionne. E quindi a gennaio 2019 arriva il comunicato con cui la Ferrari, ora nelle mani di John Elkann, annuncia l’addio del Team Principal di comune accordo con l’azienda.
Ad Arrivabene resta comunque la soddisfazione di aver messo in pista alcune delle Ferrari più competitive dell’ultimo decennio, con un’opera di ricostruzione che, in circostanze più favorevoli avrebbe potuto portare anche risultati migliori.
Ora la ricostruzione però Arrivabene deve farla alla Juventus, dove si prende l’eredità di Paratici ma soprattutto di Marotta, che da Amministratore Delegato ha fatto bene tanto quanto da direttore sportivo. Nelle sue prime dichiarazioni, il bresciano ha spiegato di amare le sfide e nella stagione 2021/22 si trova davanti una situazione abbastanza simile a quella trovata in Ferrari nel 2015.
Gli obiettivi ed il ruolo nella Juventus
La Signora arriva da un anno negativo, in cui è stata interrotta la striscia di scudetti consecutivi e in cui la qualificazione Champions, il minimo sindacale alla Continassa, è stata raggiunta con parecchie difficoltà. Anche in questo caso Arrivabene si ritrova una squadra parecchio collaudata, ancor più con il ritorno di Allegri, che ha già avuto modo di conoscere nel quinquennio in cui la Juventus ha dominato il calcio italiano e sfiorato due volte la Champions League.
Del resto, da quelle parti vincere è l’unica cosa che conta. E come ha spiegato durante la sua presentazione lo stesso Amministratore Delegato, una squadra che vince diventa bella in automatico. Davanti a questa comunanza di veduto, difficile non pensare che la Juventus e Arrivabene siano fatti l’una per l’altro…
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 21 settembre 2021.