Il talento è…questione di famiglia? Non necessariamente, come raccontano le tante storie di fratelli o figli di atleti famosissimi che decidono di misurarsi nelle stesse discipline, a volte anche con pessimi risultati.
Ma come dimostrano alcune dinastie sportive (e basta fermarsi ai Maldini nel calcio o ai Meneghin nel basket), succede che il DNA trasmetta anche capacità fuori dal comune.
Le due stagioni di Marini con la Forward Racing
Nel 2018 Marini e Bagnaia la coppia della VR Racing Team
Il debutto di Luca Marini in MotoGP
L'esordio di Marini nel 2013
Ecco perché non sorprende che Luca Marini, classe 1997, abbia trovato il suo posto al sole nella MotoGP. Del resto, quando tuo fratello si chiama Valentino Rossi, difficile trovare un esempio migliore di quello che si ha in famiglia. Il pilota è infatti figlio di Stefania Palma, la madre del campionissimo di Tavullia e come da copione è salito su una minimoto ancor prima di cominciare le scuole elementari.
Da lì, passando ovviamente per la VR46 Academy, Marini ha iniziato un percorso che lo ha portato a gareggiare in diverse categorie e poi a esordire nel Motomondiale con la scuderia fondata da Valentino.
In realtà, la prima gara nel Circus per il pilota arriva nel 2013, grazie a una wild card che gli permette di scendere in pista nel GP di San Marino, classe Moto3. L’esordio non è decisamente di quelli positivi, visto che arriva il ritiro dopo pochi giri, ma perlomeno per Marini c’è la soddisfazione di poter gareggiare per la prima e ultima volta con quello che è sempre stato il suo numero, il 97, che fin da bambino portava stilizzato sulla moto assieme a un disegno del suo bulldog Guido.
Nella presenza successiva nel mondiale, datata 2015 sempre a Misano ma stavolta in Moto2, il 97 non è infatti disponibile e quindi nasce l’accoppiata con il 10, che lo ha accompagnato sin dalla prima stagione ufficiale come pilota titolare. Che, in maniera abbastanza sorprendente, non arriva con i colori del VR46 Racing Team.
Le due stagioni di Marini con la Forward Racing
Nel 2016 infatti Marini diventa uno dei due piloti del team svizzero Forward Racing, assieme al connazionale Lorenzo Baldassarri. La prima stagione vera e propria nel Mondiale è decisamente di ambientamento. In sella alla sua Kalex, il classe 1997 colleziona parecchi ritiri, ma anche buone prestazioni.
Il primo piazzamento importante è il decimo posto nel primo GP stagionale in Qatar, poi seguito dall’ottimo sesto posto in Germania e dal nono nell’ultima gara dell’anno nella Comunità Valenciana. Nella sua prima stagione completa, Marini raccoglie 34 punti e si piazza ventitreesimo nel mondiale, guadagnandosi la conferma anche per la stagione successiva.
La prima parte del 2017 è molto positiva, con una serie di piazzamenti importanti culminati con il quarto posto in Repubblica Ceca, poco tempo dopo un infortunio che lo ha costretto a saltare il GP di Germania. La seconda metà di stagione, però, è costellata da ritiri, che lo fanno fermare a 59 punti in classifica.
Nel 2018 Marini e Bagnaia la coppia della VR Racing Team
Poco male, perché il 2018 segna l’ora del ritorno…a casa. Marini diventa il pilota in Moto2 della VR Racing Team, in coppia con Francesco Bagnaia. Il cambio di scuderia permette al marchigiano di cominciare a esprimere il suo potenziale e nella stagione in cui il suo compagno di squadra si laurea campione del mondo, Marini riesce comunque a dare il suo contributo al secondo posto del team nella classifica a squadre, togliendosi diverse soddisfazioni.
Prima tre podi consecutivi a metà stagione (Germania, Repubblica Ceca e Austria), poi un altro in Thailandia e soprattutto il primo successo in carriera, arrivato a Sepang nell’ultima gara della stagione. In tutto Marini raccoglie 147 punti, che gli permettono di classificarsi al sesto posto nella classifica del mondiale.
Anche il 2019 porta miglioramenti, con il classe 1997 che diventa il primo pilota dopo il passaggio in MotoGP di Bagnaia. Le vittorie stagionali sono due e consecutive, in Thailandia e Giappone, che portano Marini a fare un piccolo salto avanti nelle gerarchie iridate, classificandosi sesto a quota 190 punti.
Il 2020 è invece l’anno del grande rimpianto per il fratello di Valentino. In una stagione particolare a causa delle ben note problematiche sanitarie, Marini sfiora il titolo mondiale in una delle annate più combattute di sempre.
Alla partenza dell’ultimo GP, quello in Portogallo, sono ben quattro i piloti per le scommesse live ancora in lotta per il mondiale: Enea Bastianini, Sam Lowes, Marini e il suo nuovo compagno di squadra, Marco Bezzecchi. A Marini non basterà il secondo posto in Algarve, così come non bastano le tre vittorie stagionali (Spagna, San Marino e Catalogna): alla fine il titolo lo vince Bastianini con appena nove punti di vantaggio sul marchigiano e su Lowes.
Il debutto di Luca Marini in MotoGP
Ma le ottime prestazioni portano comunque Marini al grande salto, verso la MotoGP. Nella stagione 2021 la VR46 Racing Team non è presente nella classe regina, ma attraverso un accordo con la scuderia spagnola Esponsorama Racing, che schiera il campione Moto2 Bastianini, il marchigiano può correre con la livrea della sua squadra.
Arriva dunque la grande sfida con Valentino, in quella che è l’ultima stagione in pista del Dottore. Lo scontro familiare viene vinto dal nove volte campione del mondo, che porta a casa 44 punti e la diciottesima posizione del mondiale, proprio davanti al fratellino, che ne raccoglie 41, anche grazie a un buon quinto posto in Austria e a un nono in Emilia Romagna, i primi piazzamenti in carriera nella top 10 in MotoGp.
Per quanto riguarda i risultati nelle singole gare, però, lo scontro termina…in parità, perché in nove casi Valentino termina davanti a Luca nell’ordine di arrivo, ma in altrettanti succede l’inverso.
E si arriva così alla stagione 2022, quella che vede il debutto ufficiale della VR46 Racing Team in MotoGP.
In griglia la scuderia del nove volte campione del mondo prende il posto proprio della Esponsorama e lo fa con la coppia che tanto bene ha fatto in Moto2, ovvero quella composta da Marini e Bezzecchi.
Le prime gare dell’anno non sono andate benissimo, ma considerando che la traiettoria del team nelle altre classi racconta sempre di inizi interlocutori e poi ottimi risultati, non è così improbabile pensare di vedere in tempi relativamente brevi tra i favoriti per il podio per le quote Moto GP o addirittura con in mano il trofeo del vincitore. Del resto, il DNA non mente…
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.