“Gattuso, pone El Chucky”. Una frase che chiunque frequenti i social network avrà suo malgrado letto parecchie volte, soprattutto quando capitava sugli account del Napoli. Per buona parte della scorsa stagione, le pagine del club partenopeo sono infatti state prese d’assalto incessantemente dai tifosi messicani, che chiedevano al tecnico calabrese (molto spesso storpiato in “Gatusso” e a volte riempito di insulti irripetibili) di schierare dal primo minuto il loro idolo.
Le cifre record del trasferimento
Già, perché Chucky è al secolo Hirving Rodrigo Lozano, nato a Città del Messico nel 1995, attaccante esterno del Napoli. Uno che nel suo paese ad appena 25 anni è già una leggenda, al punto che il fatto che all’allora San Paolo facesse panchina non poteva essere accettato. Ora però si parla al passato, perché alla fine Gattuso El Chucky…l’ha posto eccome e ora il messicano è fondamentale per le fortune stagionali degli azzurri.
I numeri di Lozano
Per lui tra settembre e dicembre 2020 sono arrivate già 19 presenze in stagione, buona parte delle quali dal primo minuto, e addirittura sette reti, più di quante (appena 5, di cui 4 in campionato e una in Champions League) ne aveva realizzate nella prima stagione in Italia in 34 partite, iniziate per la maggior parte tra le riserve.
Nella prima parte del 2019/20 Lozano ha pagato lo scotto del trasferimento da un campionato meno competitivo come l’Eredivisie, ma anche il pessimo inizio di campionato del Napoli, all’epoca nelle mani di Ancelotti. Quando poi a Castel Volturno è arrivato Gattuso, il classe 1995 ha fatto una lunga conoscenza della panchina, perché Ringhio non vedeva ancora in lui un calciatore in grado di lavorare per la squadra, in grado di interpretare il ruolo da esterno nel 4-3-3 molto compatto che il campione del mondo aveva in mente.
Ora però El Chucky, come ha ammesso anche più volte il suo tecnico, è pronto e i risultati si vedono eccome. E giustificano anche la spesa fatta per lui dal club.
Un acquisto record
Prima di comprare Osimhen per 70 milioni di euro, Lozano era infatti il calciatore più pagato della storia del Napoli. Per portarlo in Serie A, gli azzurri hanno sborsato quasi 40 milioni di euro tra parte fissa e bonus, fissando la clausola rescissoria dell’attaccante a 130 milioni di euro.
Per lui uno stipendio lordo di 6,8 milioni di euro, che grazie alle agevolazioni previste dal Decreto Crescita, ammesso che vengano approvate dal Governo, si trasformano in 4,5 milioni netti. L'ingaggio è praticamente lo stesso rispetto ai suoi colleghi di reparto, con il solo Koulibaly a guadagnare sensibilmente di più.
Uè uè uè auguri bella Napoli! https://t.co/9nzoUtTVSz
— 888Sport.it (@888sport_it) December 21, 2020
A giustificare queste cifre c’erano le prestazioni con la maglia del PSV, ma anche un agente molto speciale: Mino Raiola, che ha ottenuto la sua procura e lo ha aiutato a spiccare il volo dopo due stagioni in Olanda in cui l’attaccante ha dato mostra di tutto quello che poteva fare. A Eindhoven, Lozano lascia un ottimo ricordo, oltre che una bella cifra nelle casse del club: 79 partite, 40 reti e 23 assist, che hanno portato anche alla vittoria dell’Eredivisie 2017/18. Un ottimo affare, considerando che al PSV il calciatore è costato 12 milioni dal Pachuca e ha quindi portato una plusvalenza da circa 30 milioni di euro.
I successi in Messico
Ma c’è anche qualcuno a cui il talento dell’attaccante…non è costato praticamente nulla. Il messicano cresce infatti nelle giovanili del Pachuca, con cui esordisce nella massima divisione nel 2014 ad appena 19 anni. L’ascesa del ragazzo, che tutti quanti chiamano “Chucky” per la somiglianza con il leggendario protagonista de “La Bambola Assassina”, è fulminea.
Lozano è…un cecchino non solo nel soprannome, ma anche in area di rigore. Considerando che non è un centravanti, ma può giocare indifferentemente a destra o a sinistra in un tridente, i suoi numeri sotto porta sono più che buoni. E quando al Pachuca entra in prima squadra, non ne esce praticamente più. In appena quattro stagioni arrivano ben 141 presenze, condite da 41 reti e 28 assist. Il che dimostra che il percorso in Olanda è stato fondamentale per la sua maturazione, dato che in un campionato certamente più competitivo le stesse statistiche sono state ottenute in poco più della metà delle partite.
Lozano e il Tricolor
Ma se in Messico Lozano è già un mito, non è solo per le prestazioni con la sua vecchia squadra di club, con cui ha vinto un campionato messicano e la Champions League nordamericana, vincendo anche la classifica dei marcatori del torneo continentale.
Anche le prestazioni con la maglia del Tricolor, a qualsiasi livello, hanno contribuito a renderlo il degno erede di Chicharito Hernandez, un altro che nel corso degli anni è sempre stato seguitissimo dai suoi connazionali durante le esperienze al Real Madrid e al Manchester United.
Già dai tempi dell’Under-20, il talento era evidente ed è stato confermato quando il Messico ha vinto l’edizione 2015 dei campionati continentali anche grazie alle sue cinque reti. E poi anche con la nazionale dei grandi Lozano ha dato il suo contributo, partecipando ai mondiali del 2018 e segnando la rete della clamorosa vittoria per le scommesse calcio del Tricolor contro la Germania campione in carica.
Dunque, anche un colpo di marketing quello del Napoli, che si è assicurato un seguito enorme in Messico e sui social network. Sempre a patto che El Señor Gattuso (pardon, Gatusso) decida di…poner El Chucky con una certa frequenza. Anche perché i numeri confermano che male decisamente non fa…
*L'immagine di apertura dell'articolo è di Luca Bruno (AP Photo). Prima pubblicazione 2 gennaio 2021.