Uno degli incubi peggiori per chi pratica attività sportiva è costituito dalla rottura dei cosiddetti “crociati”.
Il legamento crociato anteriore
La diagnosi di rottura del crociato
L'intervento di chirurgia ricostruttiva
La rottura del crociato
"Rottura del crociato" è l'espressione gergale usata per indicare in modo quanto meno improprio un grave infortunio del ginocchio e la ragione è molto semplice: l'articolazione del ginocchio comprende “due” legamenti crociati, l'anteriore e il posteriore.
Pertanto, parlare di rottura del crociato, senza specificare quale legamento crociato sia interessato (se l'anteriore o il posteriore), potrebbe creare degli equivoci, in quanto nella terminologia in questione mancherebbero i riferimenti fondamentali per capire l'esatta natura dell'infortunio.
Tuttavia, l'espressione "rottura del crociato" viene comunque accettata e ormai di uso comune perché, a differenza della rottura del crociato anteriore, la rottura del crociato posteriore è molto rara, caratterizza appena dal 5% di tutte le lesioni a carico dei legamenti crociati del ginocchio.
Ad ogni modo, questi fondamentali legamenti vengono chiamati “crociati” proprio perché si incrociano fra loro al centro dell’articolazione e sono due per ogni ginocchio: legamento crociato anteriore (LCA) e legamento crociato posteriore (LCP).
La loro principale funzione è quella di impedire lo spostamento anteriore o posteriore della tibia rispetto al femore. In pratica, “tengono ferma la tibia all'interno dell’articolazione”.
La rottura dei crociati è causata prevalentemente da traumi e tra i due, come detto, quello più colpito, è il legamento crociato anteriore.
Roberto Baggio al Brescia, decisamente una scommessa vincente per entrambe le parti!
Il legamento crociato anteriore
Spesso la rottura di un crociato si accompagna anche alla lesione dei legamenti collaterali e dei menischi, si parla in questo caso di danno capsulo-menisco-legamentoso complesso.
Il legamento crociato posteriore può guarire, perché ben vascolarizzato e quindi può cicatrizzare. E’ però importante agire urgentemente: va immobilizzato in estensione per 4 settimane, in modo da permettere al legamento di rigenerarsi. Successivamente il paziente dovrà seguire un percorso di riabilitazione, per recuperare l'articolarità.
Invece il legamento crociato anteriore non può guarire. Infatti la sua lesione determina la rottura dell'arteria che nutre il legamento, impedendo la sua guarigione spontanea. Quindi una volta rotto, degenera in modo irreversibile.
l legamento crociato anteriore, o LCA, è uno dei 4 legamenti fondamentali del ginocchio (gli altri sono il già citato legamento crociato posteriore, il legamento collaterale mediale e il legamento collaterale laterale).
Lungo in media 30 millimetri circa e largo in media 11 millimetri, il legamento crociato anteriore origina dalla superficie inferiore dell'estremità distale del femore e si aggancia, con la sua estremità finale, sulla superficie superiore dell'estremità prossimale della tibia.
Il legamento crociato anteriore ricopre due importanti funzioni: prevenire l'iperestensione del ginocchio e limitare la rotazione interna della tibia e pertanto è deputato a contribuire in modo determinante alla stabilità del ginocchio.
La rottura del crociato è il risultato di una grave distorsione al ginocchio (comunemente di III grado), che determina la recisione completa del legamento crociato anteriore.
Questo tipo di infortunio è molto comune in ambito sportivo, soprattutto tra coloro che praticano attività come il calcio, il rugby, la pallacanestro o lo sci, durante le quali sono previsti corse con cambi di direzione, salti, atterraggi violenti o in generale scontri fisici.
La rottura del crociato, tuttavia, non è esclusiva di chi fa sport; con una frequenza non trascurabile, infatti, questo infortunio interessa anche le persone anziane, le quali, in conseguenza della loro età, sono più facilmente soggette a cadute accidentali capaci di minare l'integrità delle ginocchia.
Inoltre, secondo attendibili statistiche, per le donne, ci sarebbe una probabilità dalle 2 alle 8 volte superiore, rispetto agli uomini, di essere vittima di rottura del crociato, durante tutte quelle attività sportive considerate a rischio.
Chi incappa nella rottura del crociato anteriore avverte, fin dai primissimi istanti, un forte dolore al ginocchio (dolore locale), che ne impedisce la normale mobilità; molto spesso, inoltre, proprio al momento dell'infortunio, potrebbe percepire un rumore simile a uno schiocco: questo rumore, che proviene dall'interno del ginocchio, è generato dalla lesione del legamento crociato anteriore.
Nel 50% delle distorsioni al ginocchio con rottura del crociato anteriore, l'infortunio si associa a danni ad altre strutture fondamentali del ginocchio, quali: legamento collaterale mediale, menisco mediale e cartilagine articolare.
La diagnosi di rottura del crociato
Per formulare la diagnosi di rottura del crociato, sono fondamentali un esame obiettivo accurato, un'anamnesi scrupolosa e, talvolta, esami di imaging, come la risonanza magnetica al ginocchio o i raggi X al ginocchio.
Nel corso dell'esame obiettivo e dell'anamnesi, l’ortopedico mette in pratica una serie di test diagnostici manuali utili a valutare la stabilità dell'articolazione sofferente, come la nota manovra del cassetto anteriore.
La risonanza magnetica al ginocchio è invece l'esame strumentale che permette di evidenziare con precisione l'entità, la sede precisa e le eventuali complicanze (danni ad altre strutture articolari) della rottura del crociato anteriore.
In presenza di una rottura del crociato anteriore, l'indicazione alla realizzazione di un esame come i raggi X vige quando c'è il sospetto di una lesione a carico delle ossa che costituiscono l'articolazione del ginocchio.
L'intervento di chirurgia ricostruttiva
Come accennato in precedenza, il legamento crociato anteriore manca quasi del tutto di vascolarizzazione; ciò comporta che sia incapace di autorigenerarsi in caso di lesioni a suo carico.
Alla luce di ciò, l'unica soluzione per ripristinare la normale anatomia del legamento crociato anteriore in caso di una sua rottura totale è ricorrere alla chirurgia ricostruttiva.
L'intervento di chirurgia ricostruttiva adottato in presenza di rottura del crociato anteriore consiste nella ricostruzione, in artroscopia, della struttura legamentosa che ha subìto la lesione e che più precisamente, prevede l'eliminazione dei due monconi di legamento crociato anteriore comparsi a seguito dall'evento lesivo e l'innesto di un nuovo legamento crociato anteriore.
Da diversi anni ormai, gli ortopedici che curano gli episodi di rottura del crociato tendono a prediligere l'innesto di una porzione di tendine rotuleo, in quanto assicura risultati migliori (il tendine rotuleo è più vitale, più sicuro e più resistente di qualsiasi altro tipo di innesto finora esistente).
Dopo l'intervento chirurgico di ricostruzione del legamento crociato anteriore, il piano terapeutico prevede uno specifico programma di riabilitazione, che comprende cure di fisioterapia la cui intensità aumenta gradualmente con il tempo e parallelamente ai progressi del nuovo legamento.
La riabilitazione incide in modo determinante sulla qualità del recupero dall'intervento di ricostruzione dell'LCA; se il paziente è scrupoloso nel seguirla, infatti, oggi la prognosi per gli episodi di rottura del crociato sottoposti a chirurgia è ottimale per il 90% delle lesioni; questo dato confortante è frutto dei progressi della chirurgia moderna.
I tempi di recupero sono di 6 mesi; in alcune situazioni particolari, potrebbero ridursi a 4-5 mesi, ma ciò capita soprattutto agli atleti di alto livello che possono contare su cure fisioterapiche giornaliere costanti.
Roberto Baggio e gli altri
Sono infatti molteplici gli esempi di sportivi famosi, riusciti in imprese, definite dai medici “miracolose”, che li hanno riportati all'attività agonistica con tempistiche fuori parametro.
Il caso più eclatante, che ancora oggi costituisce un record imbattuto, tra i tanti fatti registrare in carriera, è quello di Roberto Baggio nel 2002.
Il Divin Codino, a 35 anni suonati, si procurò la rottura del crociato anteriore con associata lesione al menisco esterno: dopo tre settimane, anziché quattro, lasciò le stampelle, a 37 giorni dall’operazione tornò a correre e dopo soli 76 giorni si ripresentò in campo firmando con una doppietta la vittoria, da sfavoriti per i siti scommesse, del Brescia in casa della “sua” Fiorentina.
Un esempio che una decina di anni dopo spinse Gallinari, all'epoca ai Denver Nuggets, di recuperare a soli 120 giorni dall'intervento chirurgico, anche se non in tempo per disputare gli Europei con la Nazionale.
Incredibili sono anche i casi di quegli atleti che nonostante la lesione sono rimasti in campo o completato, anche con successo le loro performance: “Ringhio” Gattuso si ruppe il crociato anteriore al 4’ di un match tra Milan e Catania, ma restò in campo fino al 90’; mentre il mito del golf Tiger Woods trionfò da favorito per i pronostici misti negli Us Open del 2008 sopportando una frattura da stress alla gamba con rottura del crociato anteriore.
Ancor più da leggenda le vicende legate al ginnasta giapponese Shun Fujimoto, che alle Olimpiadi di Montreal del 1976 si ruppe il crociato anteriore negli esercizi a corpo libero, ma gareggiò comunque al cavallo e agli anelli, trascinando all'oro la Nazionale nipponica e riportando alla fine la lacerazione di tutti i legamenti del ginocchio e la frattura della rotula.
*Il testo dell'articolo è stato redatto da Marco Netri; le immagini sono distribuite da AP Photo.