All’apparenza, il calcio è uno sport semplice. Si scende in campo, si gioca, chi segna di più vince. Eppure persino dietro una singola partita nelle categorie più basse del pallone nostrano, c’è una certa…burocrazia.
Già, perché mica basta presentarsi allo stadio e schierare la propria formazione… Ogni club è infatti tenuto a gestire tramite il proprio team manager, compilare e a consegnare all’arbitro l’elenco di gara, quello che viene comunemente definito “distinta”. Si tratta di un documento fondamentale, la cui compilazione è regolarizzata, attraverso istruzioni ben precise, dalle NOIF interne della Federcalcio.
Gli errori nella distinta: Diawara
Come si compila la distinta
La compilazione avviene su moduli messi a disposizione dalla FIGC o almeno a essi conformi. Nella prima colonna vanno inseriti i numeri di maglia dei calciatori che scendono in campo, poi si passa alle distinzioni dovute alla presenza o no in campo e al ruolo. Come è logico che sia, nelle prima undici righe vanno inseriti i giocatori titolari, partendo obbligatoriamente dal portiere e poi via con tutti gli altri, in ordine numerico.
Anche le riserve vengono indicate in questa maniera, con il portiere (o anche i portieri) davanti a tutti e poi gli altri. Vanno altresì indicati anche il capitano e il vice-capitano per la partita in questione. Ma non basta certo l’elenco.
Di ogni calciatore, ma anche di tutti i dirigenti e degli altri tesserati inseriti nella distinta, viene infatti richiesto anche il numero di tessera FIGC o in alternativa gli estremi di un documento di identità. Nell’assurdo (ma non troppo) caso in cui un calciatore non abbia sotto mano nessuna delle due cose, toccherà eventualmente all’arbitro…garantire per lui per conoscenza diretta, altrimenti non c’è modo di poter partecipare alla gara e potrebbero cambiare, di conseguenza, le quote calcio oggi!
Chi compare nell'elenco
Parlando invece dei non calciatori, chi altro c’è sulla distinta? Ci sono persone che possono essere inserite e altre che invece…devono. Quelle obbligatorie sono il dirigente accompagnatore ufficiale, il medico di squadra e un operatore sanitario. Tutti quanti devono essere tesserati dal club per la stagione in corso.
Stesso discorso vale per i membri opzionali tra cui, strano ma vero, spuntano l’addetto agli arbitri, ma anche l’allenatore e il suo vice e i calciatori di riserva. In pratica, se una squadra decide di presentarsi in undici, senza tecnico e senza sostituti, è liberissima di farlo, a patto che porti con sé il dirigente accompagnatore, il medico e l’operatore sanitario.
E, ovviamente, che i nominativi siano corrispondenti all’identità di chi andrà a bordo campo, visto che agli arbitri è richiesta una certa severità nel controllo. Per quanto riguarda le categorie maggiori, c’è anche la possibilità di inserire fino a cinque persone che facciano parte della cosiddetta “panchina aggiuntiva”, in cui siedono membri dello staff che possono fornire alla squadra assistenza tecnica durante la partita. Anche in questo caso, c’è necessità che ci si identifichi con numero di tessera o con gli estremi di un documento.
La verifica dell'arbitro
Le NOIF che riguardano la Serie A non presentano la necessità di inserire la data di nascita dei calciatori, ma in altri casi è necessario, perchè l’arbitro deve controllare anche altre cose… Nelle serie inferiori esistono infatti regolamenti che prevedono l’obbligo per i club di utilizzare un determinato numero di calciatori under-21 o di averne un tot in campo in ogni momento.
Dunque il direttore di gara deve avere consegnate anche le date di nascita di tutti i calciatori, anche se non gli compete evidenziare se una delle due squadre non ha rispettato la norma. E in passato era anche utile sapere di che nazionalità fosse che scendeva in campo: ai tempi in cui c’era la regola dei tre stranieri, era infatti necessario capire quali e quanti fossero i calciatori non italiani.
Stesso discorso quando si è passato a parlare di extracomunitari, visto che l’arbitro doveva sincerarsi di chi fosse in possesso di un passaporto di stati membri dell’Unione Europea e chi no.
E se ci si sbaglia a compilare la distinta? Beh, sono problemi. Per esempio ogni sostituzione all’interno del documento, come quelle necessarie per infortunio, se avvenuta dopo che è stata consegnata all’arbitro, va firmata da parte del dirigente accompagnatore. E una volta che è terminata la possibilità di modifiche, la distinta fa fede.
Gli errori nella distinta: Diawara
Eclatante il caso della partita della nazionale tra Italia e Bosnia, con Francesco Acerbi che è stato…obbligato a scendere in campo al posto di Chiellini perché sulla distinta c’era il suo nome tra quelli dei titolari e non quello dell'ex capitano della Juventus. Se poi si tratta di errori che non creano problemi particolari, come un nome trascritto male o una data di nascita errata, arriva la multa.
Attenzione però, perchè le date di nascita vengono poi controllate con i tesseramenti, quindi se si sbaglia la data e si viola qualche regola sulla presenza in campo dei giovani, si perde a tavolino.
E succede anche che finire in distinta quando non si può costi assai caro. È il caso di Diawara, che nel match tra Roma e Verona della scorsa stagione è regolarmente inserito nel documento consegnato all’arbitro.
Peccato che nel consegnare la lista dei 25 calciatori alla Lega di Serie A prima dell’inizio del campionato, la Roma non abbia inserito il centrocampista, ritenendolo ancora tra gli under-22 (e quindi liberamente utilizzabile), quando in realtà il giocatore aveva già compiuto 23 anni. Se Diawara non fosse stato segnato nella distinta, i giallorossi l’avrebbero passata liscia.
Ma visto che nel documento ufficiale è stato messo il suo nome, dunque quello di un calciatore non comunicato alla Lega, è stato impossibile per la squadra capitolina chiedere clemenza al Giudice Sportivo ed evitare lo 0-3 a tavolino, davvero fastidioso anche per i siti scommesse!
Il caso Bologna - Inter
A proposito di vittorie o sconfitte a tavolino, la distinta è anche stata protagonista di un caso altrettanto eclatante, quello del match tra Bologna e Inter, che non si è giocato nel bel mezzo della confusione di inizio 2022 tra ASL e protocolli per affrontare l’ormai nota problematica sanitaria mondiale. Il Bologna non si è infatti presentato in campo, ma la sera prima i suoi dirigenti avevano caricato una “bozza” di distinta sul sito della Lega, dimenticandosi però di toglierla prima dell’orario in cui doveva iniziare il match.
Di conseguenza l’arbitro Ayroldi si è ritrovato tra le mani la distinta compilata dal club, ma senza la squadra sul terreno di gioco. Un vizio di forma che in linea teorica poteva regalare lo 0-3 a tavolino ai nerazzurri. Vista la situazione, il Giudice Sportivo ha però poi deciso che la partita, quella che risulterà poi decisiva per lo scudetto rossonero, andasse rigiocata.
Ma in ogni caso, occhio alla distinta, perché un documento ufficiale…fa sempre fede in caso di controversie!
Riccardo Pinzi a Salerno
Tra i casi più recenti legati alla compilazione della distinta, c’è quello che riguarda Riccardo Pinzi, figlio di Giampiero, straordinaria bandiera dell'Udinese. Il calciatore, naturalmente cresciuto nella società dei Pozzo, è entrato nell’ultimo match della stagione 2021/22, contro la Salernitana, pur non essendo inserito nella distinta consegnata all’arbitro a inizio stagione.
Le verifiche successive hanno segnalato che Pinzi invece era inserito nella distinta online, causando però comunque un altro problema: con il suo nome, l’Udinese aveva inserito 13 calciatori tra le riserve, invece dei 12 permessi. Una situazione che ha seriamente rischiato di compromettere la lotta per la salvezza. Se la sconfitta contro i friulani fosse costata alla Salernitana la retrocessione, il club campano avrebbe potuto fare ricorso e chiedere il 3-0 a tavolino per l’ingresso del calciatore bianconero.
Ma alla fine, che i granata si sono comunque salvati grazie alla sterilità dell'attacco sardo, non c’è stato bisogno di intervenire…
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.