Un controllo di palla da playmaker, la capacità di segnare di una guardia, un post basso da ala e la struttura fisica di un centro. Se c’è qualcosa su un campo da basket che Kevin Durant non sappia fare, non lo si è ancora scoperto. A quasi 34 anni il cestista nativo di Washington continua a essere una delle stelle della NBA. Del resto, non si vincono due anelli e tre ori olimpici e uno mondiale per caso.
Il contratto di Durant con i Nets da 200 milioni di dollari
Il primo stipendio di KD in NBA
Da quando nel 2007 i Seattles Supersonics l’hanno scelto al Draft con il numero 2, il classe 1988 non ha mai smesso di dimostrare che un posto nella Hall of Fame non glielo toglierà nessuno.
KD 35
Il premio di Rookie of the Year ha messo in guardia tutti e la crescita degli Oklahoma City Thunder, che hanno preso il posto dei Sonics, fino alla finale del 2012, ha confermato le premesse.
Poi sono arrivati il titolo di MVP stagionale e il passaggio ai Golden State Warriors, con due anelli vinti, in entrambi i casi come MVP delle finals. Poi è arrivato un grave infortunio, ma il ritorno in campo, stavolta con la maglia dei Brooklyn Nets ha confermato che KD35 (anche se ora indossa il numero 7) non è assolutamente intenzionato ad abdicare.
Il contratto di Durant con i Nets da 200 milioni di dollari
Per averlo, la franchigia della Grande Mela ha speso…parecchio, anche se in NBA non si ragiona certo sui cartellini. Quando Durant non ha esercitato la sua opzione con Golden State ed è diventato free agent prima della stagione 2019/20, i Nets gli hanno offerto un contratto astronomico nonostante fosse ancora alle prese con l’infortunio al tendine di Achille, subito durante le Finals della stagione 2018/19, che lo ha fatto stare fermo oltre un anno.
Per lui un accordo quadriennale da 160 milioni di dollari, che poi nell’estate 2021 è stato rinnovato con aumento, altri quattro anni per un totale di 200 milioni, che lo rende il terzo giocatore più pagato dell’intera lega dietro soltanto a LeBron James e all’ex compagno di squadra Steph Curry.
L'ingaggio di KD ai Warriors
A proposito del periodo in California, anche i Warriors lo hanno pagato parecchio bene. La scelta del 2016, quella che lo ha portato a fare parte della rosa dei “Fantastici Quattro” con Curry, Klay Thompson e Draymond Green è stata parecchio remunerativa.
Il contratto firmato è stato un biennale da circa 54 milioni per due stagioni, con opzione per il giocatore nel secondo anno.
Opzione che non è stata esercitata, pur firmando di nuovo con la franchigia californiana, per permettere il rispetto del salary cap. Il taglio autoimposto da Durant è stato di circa 7 milioni, che hanno permesso ai Warriors di non dover smantellare la squadra e di vincere, da favoriti per le scommesse NBA il secondo anello consecutivo. Nel 2018 è arrivato un altro rinnovo, stavolta a cifre più alte, un biennale da 61 milioni, sempre con la solita opzione per liberarsi nel secondo anno.
Opzione poi utilizzata, dopo la sconfitta nelle Finals con Toronto e l’infortunio, per accasarsi ai Brooklyn Nets.
Il primo stipendio di KD in NBA
Ma di contratti importanti, Durant ne ha sempre firmati, a partire da quello successivo al Draft. Come scelta numero 2, KD aveva diritto a un contratto da almeno 4 milioni di dollari a stagione, che i Sonics gli hanno offerto con gioia e che si è portato dietro anche nelle prime tre annate dopo che la franchigia si è trasferita a Oklahoma City.
Le ottime prestazioni gli sono poi valse un gran bell’aumento, visto che nel 2010 ha firmato un quinquennale da 86 milioni a partire dalla stagione successiva. Dunque, tra 2011 e 2016 lo stipendio è salito costantemente, fino a raggiungere i 20 milioni di dollari della stagione 2015/16, l’ultima passata con la maglia dei Thunders, prima di rendersi eleggibile come free agent e volare ai Warriors.
KD testimonial Nike
Insomma, volendo fare un paio di rapidi calcoli, solamente sul terreno di gioco Durant ha guadagnato circa 300 milioni di dollari nei suoi quindici anni in campo, con la prospettiva di portarne a casa un altro centinaio con le ultime tre stagioni del quadriennale firmato la scorsa estate. Ma non sono solo questi i soldi che ha raccolto in carriera il due volte campione NBA nel corso della sua carriera.
Anche quando si parla di sponsor personali, Durant è uno sportivo di primissima fascia. Basterebbe pensare che nel 2014 lo ha messo sotto contratto la Nike, che non solo gli ha fatto firmare un contratto decennale da 300 milioni di dollari, ma ha anche previsto per lui cinquanta milioni di dollari come “pacchetto post-ritiro”.
Inoltre, Durant da molti anni è uno dei volti dei giochi della serie NBA 2K e ha firmato partnership con diverse aziende, americane o internazionali, prestando il suo volto alle loro campagne pubblicitarie. A gestire i suoi interessi dal 2013 è la Roc Nation, la compagnia fondata dal rapper Jay-Z.
Le startup di Kevin Durant
Quello che a Durant frutterà ancora di più negli anni a venire è però quasi certamente il lavoro della Thirty Five Ventures, azienda nata nel 2017 che prende il nome dal suo iconico numero di maglia e che nel corso dell’ultimo periodo ha preso parte a diversi investimenti che potrebbero portare dividendi altissimi.
L’azienda infatti si è specializzata nel finanziarie startup, andando alla ricerca di progetti in grado di diventare successi a livello mondiale. Tra le startup più celebri su cui ha “scommesso Durant ci sono Acorns, che si occupa di micro e roboinvestimenti, Robinhood, che permette di investire nel mercato azionario senza necessità di passare per gli agenti di borsa, la Andbox, organizzazione nel mondo degli eSports, e Rubrik, che gestisce una rete cloud in giro per il mondo. Insomma, se un’idea è buona, l’ormai ex numero 35 la finanzierà.
Non senza dimenticare la produzione audiovisiva, un altro dei fiori all’occhiello della Thirty Five Ventures. Negli anni sono stati prodotti documentari e corti, come Two Distant Strangers (Due Estranei), che ha vinto l’Oscar come miglior cortometraggio agli Academy Awards del 2021. Insomma, esattamente come in campo, Durant sa fare veramente di tutto. E se in NBA lo confermano i suoi numeri pazzeschi che rendono le sue squadre sempre un opzione vincente per le scommesse basket, dal punto di vista economico lo fa un valore netto personale di oltre 200 milioni di dollari. Cifre…da Hall of Fame!
*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.